Sono maÎtre, sommelier, restaurant manager, fondatrici o titolari di ristoranti. Hanno un ruolo cruciale, perché senza un’ottima gestione del ristorante, senza un’accoglienza curata, ma soprattutto senza il giusto tono, l’entusiasmo, l’empatia, la narrazione e il coinvolgimento, la cucina non è (quasi) nulla. Si parla ancora troppo poco di sala, quando al contrario è la prima ragione che convince l’ospite a tornare in un indirizzo a vivere una bella esperienza. E, forse, si parla ancora troppo poco delle figure che svolgono un ruolo fondamentale nel descrivere un vino, nel far sentire a casa i clienti, nel supervisionare con occhio attento e vigile, ma mai invadente, nel consigliare, nell’accogliere a regola d’arte.
Abbiamo selezionato 15 donne di sala che meritano di essere conosciute in Italia: dalle figure premiate, che di fatto rappresentano i capisaldi dell’ospitalità e della ristorazione stellata made in Italy, a giovani e talentuose leve che stanno dimostrando quanto sia sempre più importante scommettere sul servizio e sull’accoglienza, colorando ogni sfumatura dell’ospitalità.
Scopri, qui di seguito, chi sono le donne di sala che devi conoscere.
Donne di sala: 15 professioniste da conoscere in Italia
Rossella Cerea, Da Vittorio - Brusaporto (Bg)

Foto Simone Casetta
Sono i piccoli dettagli a fare la differenza, anche e soprattutto in una grande realtà della ristorazione come Da Vittorio, tre stelle Michelin a Brusaporto, alle porte di Bergamo. In un sistema complesso e variegato come quello di Da Vittorio, non è solo l’abilità degli chef Chicco e Bobo Cerea a decretare il longevo successo e i costanti riconoscimenti, ma anche e soprattutto la presenza di una squadra affiatata, capace di far sentire gli ospiti a casa con professionalità e cordialità. Ed è proprio questo il concetto alla base della filosofia di sala espressa al ristorante Da Vittorio, che trova in Rossella Cerea, responsabile dell’accoglienza sia al ristorante sia nella Dimora, ma anche punto di raccordo e di coordinamento tra cucina e sala, di cui è la migliore interprete. “Comprendere le esigenze del cliente, farlo sentire a proprio agio in ogni momento, costruendo un percorso tailor made che lo conquisti in breve tempo”: così Rossella sintetizza l’approccio che contraddistingue tutti i livelli di operatività di Da Vittorio, dove professionalità e aggiornamento continuo non devono mai essere sinonimo di impersonalità. Perché un sorriso sa sciogliere qualunque cliente e, in questo, Rossella è una vera maestra. Un approccio che la più piccola di casa Cerea ha assunto negli anni osservando mamma Bruna, il deus ex machina di Da Vittorio. È stata lei, con il suo esempio, a fornire alla figlia gli strumenti per arrivare a gestire, con polso fermo e sicuro, un ingranaggio delicato e insieme affascinante come quello del complesso che sorge sulla collina della Cantalupa. L’interazione col cliente, innanzitutto: l’accoglienza rappresenta il biglietto da visita con cui presentarsi al pubblico. Il segreto per riuscire a gestire le complessità, gli inconvenienti e i flussi tra cucina e sala? “È una questione di armonia. L’affiatamento tra tutti è fondamentale e gli stessi componenti della famiglia partecipano ai briefing per collaborare, quando necessario, a supporto dello staff di sala”. Tra i fiori all’occhiello del servizio di sala, il carrello dei formaggi, di cui Rossella si occupa personalmente: una selezione di circa 40 tipologie, divise per nazionalità, che comprende sia grandi firme che piccoli produttori di nicchia e affinatori. È lei, il più delle volte, a suggerire il migliore abbinamento al pasto.
Sandra Ciciriello, 142 Restaurant - Milano

I mercati agroalimentari hanno fatto parte non solo dell’infanzia, ma anche della vita lavorativa di Sandra. Nel 1987 inizia a lavorare in quella che poi diventerà la sua grande passione: il mercato ittico. In questi anni, Sandra ha la possibilità di girare tutte le marine mercantili partecipando ad aste e acquistando direttamente dai pescatori. Alla padronanza del commercio ittico si affianca poi l’interesse alla realtà vinicola. Nel 2000, animata da questa passione, frequenta corsi per diventare sommelier, passando attraverso la cucina per capirne le difficoltà all’ambiente che più le appartiene: la sala. Nel 2007, dopo varie esperienze, apre con la socia Viviana Varese il ristorante Alice, che conquista una stella Michelin. Un’avventura che prosegue per undici anni, fino all’inaugurazione di 142 Restaurant nel settembre del 2019. Focus della filosofia di Sandra sono la materia prima eccellente e la convivialità, che si traduce nei piatti proposti e nell’ambiente famigliare del ristorante. Così, come recita l'headline di 142, 1 spazio unico dove poter vivere i 4 momenti della giornata, l’accoglienza per Sandra sta in 2 anime: cucina e sala. La sala di 142 Restaurant va al di là delle stoviglie, dell'ambiente moderno e del design, divenendo l'estensione dell'anima della donna: il luogo dove poter raccontare se stessa, i piatti, le ispirazioni e i vini, trasportando i clienti con la sua empatia in un viaggio enogastronomico unico e sempre nuovo. Sandra è una maestra capace di educare la sala all’approccio moderno, professionale e familiare: uno spazio dove si sta bene.
Ida Proietti, Zia Restaurant - Roma

Ida Proietti è l’anima della sala e dell’accoglienza di Zia Restaurant a Roma, ristorante una stella Michelin che ha fondato assieme al compagno e chef Antonio Ziantoni. Classe 1984, originaria di Tivoli, trascorre la sua infanzia a Vicovaro, un piccolo paese ai confini tra Lazio e Abruzzo, dove le radici sono molto legate alla cucina, all’accoglienza e alla bellezza di tavole imbandite a festa, assieme alla famiglia. È proprio a Vicovaro che conosce Antonio Ziantoni, suo compaesano, con il quale, nel 2012, inizia una relazione che dura ancora oggi. Da sempre amante dell’insegnamento e della pedagogia, si laurea in Scienze dell’educazione e comincia la sua carriera come insegnante. Ma è proprio dal 2012, con Antonio, che approfondisce il suo interesse per la cucina, per la sala, e soprattutto, per l’accoglienza. Ida e Antonio, affascinati da questo mondo, iniziano a viaggiare insieme, alla scoperta di ristoranti d’Italia e d’Europa. L’anno 2018 segna una svolta importante, sia nel loro percorso lavorativo sia nella loro relazione: nasce Zia Restaurant, un progetto comune che consentirà ai due giovani di mettersi in gioco, di unire le loro passioni apparentemente così diverse, ma legate da un filo conduttore comune: far vivere un’esperienza che tocchi il cuore, il palato e l’anima. Secondo Ida l’accoglienza oggi, in un mondo così caotico e pieno di impegni, è parte fondamentale dell’esperienza che il cliente vive all’interno di un ristorante: non sentirsi un numero e avere la sensazione di entrare in un ambiente familiare fa sì che l’ospite possa staccare la spina dal mondo esterno e godersi al meglio l’esperienza.
Annalisa Magri, Ottocentodieci Ristorante - Sannazzaro de' Burgondi (Pv)

Annalisa Magri è una giovane donna imprenditrice, proprietaria dell’Hotel Eridano e di Ottocentodieci Ristorante, spazio fine dining che sorge al suo interno. Qui, è anche anima della sala e sommelier, oltre a rivestire il ruolo di restaurant manager: una figura poliedrica, versatile, che ha saputo evolversi e adattarsi a fare tutto ciò di cui il ristorante aveva bisogno, senza perdere in eleganza, sagacia, passione. Da Ottocentodieci Ristorante la sala è donna, e riflette molto della personalità della padrona di casa: calda, cordiale, ma attenta ai dettagli. Annalisa nasce a Napoli nel 1985, città a cui è fortemente legata sia per la famiglia, che vive lì, sia per le tradizioni e i sapori, da cui ha attinto per dare l’impronta gastronomica al ristorante, che unisce le due anime della Campania e della Lomellina. È a novembre 2010 che raggiunge il padre, titolare dell’impresa Magri Costruzioni, a Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia, per aiutarlo nell’organizzazione della struttura che stava mettendo in piedi: l’Hotel Eridano. Annalisa sente questo posto come suo fin da subito, e decide così di prenderne in mano le redini, aiutata, i primi due anni, dai genitori e dalla sorella Veronica. Annalisa è determinata: “Ho scelto di rimanere a Sannazzaro perché sentivo già mia la struttura, sin da quando ci sono entrata. Nei primi anni è stato difficilissimo ambientarmi, perché ero sola, ma proprio per questo sono cresciuta molto a livello lavorativo”, racconta. Ha seguito il corso Events and Communication tenuto da Magenta Bureau, il corso di Weddings and Events Planner all’Academy Enzo Miccio e ha iniziato il percorso che la porterà a diventare sommelier. Scelte che le hanno permesso di diventare quella che è oggi: una donna che non perde di vista alcun dettaglio di ciò che deve gestire, dalla contabilità alle forniture, dalla gestione dei dipendenti all’organizzazione di eventi e amministrazione.
Sara Michela Orlando, Locanda di Orta - Orta San Giulio (No)

Sara Michela Orlando è sommelier e maÎtre di Locanda di Orta, a Orta San Giulio (No), di cui ha assunto la gestione nel 2019, assieme allo chef Andrea Monesi. Vanta un’esperienza più che ventennale maturata in ristoranti e hotel in Italia e all’estero. Ha iniziato la sua carriera al fianco dello chef Fabio Barbaglini al ristorante Caffè Groppi di Trecate (No), per poi proseguire a Villa Crespi, tre stelle Michelin guidato dallo chef Antonino Cannavacciuolo, e alla Locanda del Pilone di Alba. Dopo un’esperienza internazionale - nel Regno Unito al The Waterside Inn a Bray on Thames, nei pressi di Londra - Sara è rientrata in Italia per lavorare al Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio. Da quattro anni è alla Locanda di Orta, dove svolge il ruolo di maÎtre e sommelier. Il suo servizio è gentile e discreto, ma allo stesso tempo preciso, attento e comunicativo.
Valentina Dell’Aquila, Gucci Osteria - Firenze

Classe 1984, Valentina Dell’Aquila, originaria di Villasanta, in Brianza, inizia la sua scoperta del mondo della ristorazione a partire dalla cucina, in particolare dalla pasticceria. Dopo varie strade e percorsi che la spostano un po’ fuori da questa realtà, e dopo un fortunato incontro, arriva la proposta di una nuova opportunità che la riporta nella ristorazione. Questa volta, però, si cimenta nella sala. Nel 2016, a seguito del suo trasferimento a Firenze, si immerge nella conoscenza del vino e dei suoi mille racconti di persone e territori, e alimenta sempre di più la sua curiosità e la voglia di approfondire. Dopo poco, con l'apertura di Gucci Osteria, le viene data l'occasione di rimettersi in gioco e di iniziare la scoperta di quello che non è solo un mondo, ma un intero universo: la sala e il vino (un argomento che approfondisce grazie anche agli studi con AIS Firenze e Wset Level 3), e di crescere in e con esso. Una giovane promettente, dai modi gentili e dal coinvolgente storytelling, capace di trasmettere tutta la sua passione e il lavoro di continua ricerca che la caratterizza.
Carlotta Perilli, Bu:r - Milano

Classe 1987, milanese, Carlotta Perilli dirige la sala del ristorante [bu:r] con energia trascinante e grande entusiasmo, complice il passato nel mondo della comunicazione, iniziato a 22 anni con una laurea triennale in Linguaggi dei Media e un Master all’Università Cattolica in Moda, design e gusto. Affascinata dal mondo della moda, in una Milano frenetica e caotica, comincia a scoprire la realtà degli uffici stampa: tre anni da Neil Barrett, due da Andrea Pompilio (l’ex direttore creativo di Canali) e uno da Costume National. Curiosa e desiderosa di imparare, coglie un’opportunità nuova che si trasforma in una grande sfida, che la porta a essere, per strani eventi fortuiti, dove si trova ora: abbandonato il settore della moda, un giorno, riceve la telefonata da uno dei grandi colossi del mondo dell'advertisement, Ogilvy, per seguire la comunicazione Italia del gruppo Martini: questo è il passo inatteso che la indirizzerà verso la sala, e il cuore, di Eugenio Boer. La passione per la comunicazione si sposta così verso il panorama enogastronomico, vedendo il traguardo da [bu:r] due anni fa: il suo modo di condurre la sala è avvolgente, quello di raccontare la cucina dello chef spontaneo, esaustivo ed emozionale.
Mariella Organi, Madonnina del Pescatore - Senigallia (An)

È un vero e proprio punto di riferimento per le donne di sala Mariella Organi, maestra dell’accoglienza alla Madonnina del Pescatore di Senigallia (An), il ristorante due stelle Michelin che vede impegnato in cucina il suo compagno di vita, Moreno Cedroni. La Madonnina del Pescatore, di cui Mariella da sempre è direttrice di sala, è teatro di una delle più belle pagine della ristorazione nostrana, con una cucina d’eccellenza, in costante ricerca, e un servizio che va di pari passo all’arte culinaria. Segni particolari? Leggerezza, calore e coinvolgimento, ma anche precisione, attenzione ai dettagli e alle dinamiche. Una sensibilità, quella di Mariella e della sua sala, capace di esprimere l’antica arte, tutta italiana, dell’accoglienza. Un’attitudine premiata di recente con il riconoscimento di Maître dell’anno della Guida dell’Espresso 2022. Ci piace citare lo stesso Cedroni, marito di Mariella, che sulla sua pagina Facebook, ha commentato così il premio: “Bravissima Mari. La tua determinazione e la tua gentilezza sono le tue virtù, il tuo successo non è solo quello che hai realizzato e costruito alla Madonnina del Pescatore, ma anche ciò che hai ispirato e ispiri nella vita degli altri”.
Cristiana Romito, Reale, Castel di Sangro (Aq)

Foto instagram.com/ristorantereale
Assieme al fratello Niko, in cucina, Cristiana Romito è alla regia del ristorante Reale, tre stelle Michelin all’interno del relais Casadonna, a Castel di Sangro (L’Aquila). Dopo il 2000, assieme al fratello, decide di proseguire l’attività nella ristorazione cominciata dal padre anni prima a Rivisondoli. Poi, nel 2011, il ristorante Reale si trasferisce all’interno dell’ex monastero di Casadonna, con un hotel, mentre a Rivisondoli una scuola di alta formazione, l’Accademia Niko Romito. Oggi la galassia targata Romito si declina anche in altre insegne e progetti: si va dal format Spazio, dove trovano impiego gli alunni dell’Accademia, a Bomba, sino alla collaborazione con Bulgari Hotel a Milano, Parigi, Pechino, Dubai. Ultima nata è ALT, la stazione del gusto lungo la Statale 17. Da sempre al fianco del fratello, Cristiana, al ristorante Reale, che rappresenta la punta di un iceberg complesso e variegato, costituito da format diversi per proposta e per mood, è la general manager di Casadonna: un vero e proprio trait d’union tra la sala, la cucina e l’accoglienza.
Silvana Di Domenico, Re Santi e Leoni - Nola (Na)

“L’amore per il lavoro di sala è innato nella mia famiglia. Da bambina ascoltavo per ore le storie di mio zio, chef che ha girato il mondo, e fantasticavo, ma poi è diventata pura passione e stile di vita. Ricordo ancora le sensazioni che ho provato nel momento del mio primo servizio: adrenalina e divertimento. Da allora ho voluto sempre di più amare questo lavoro, abbinando la mia passione per questa professione alla tecnica e alla conoscenza fondamentale per poter ambire a lavorare in ambienti dove ogni dettaglio fa la differenza”. Così racconta Silvana Di Domenico, classe 1990, originaria di San Paolo Bel Sito (Na), maître del ristorante Re Santi e Leoni di Nola (Na), una stella Michelin, che vede alla ai impegnato ai fuochi lo chef Luigi Salomone. Silvana, dopo il diploma all’istituto alberghiero, inizia il suo percorso di lavoro in diverse strutture per eventi, tra cui Palazzo Nemo Eventi, villa di famiglia. A 23 anni cambia direzione professionale e comincia a lavorare alla Terrazza Bousquet dell’Hotel Excelsior Vittoria Sorrento, mentre nel 2014 va al Comandante del Romeo Hotel di Napoli, dove avviene gran parte della sua formazione: qui resta per 4 anni, inizia il percorso da commis de Rang sino a diventare chef de Rang e, poco tempo dopo, è maître del ristorante e poi d’hotel. Oggi svolge il ruolo di maître a pochi passi da casa, al Re Santi e Leoni.
Vanessa Melis, Pascucci al Porticciolo - Fiumicino (Roma)

“Che sapore ha un gesto? Che colore ha un sorriso? Che profumo ha un’accortezza?”: sono queste le domande che si pone tutti i giorni Vanessa Melis, anima della sala di Pascucci al Porticciolo, stella Michelin che splende a Fiumicino. Per lei, parlare di cucina e servizio significa avere la sensibilità di descrivere due mondi che si intersecano, si contaminano e cercano continuamente di far emergere la loro forza espressiva. “La sala deve saper interpretare al meglio la filosofia della cucina, dello chef che si vuole raccontare”. Il suo credo è che il futuro sia proprio la relazione con il cliente, avere il contatto, farlo sentire ben accolto. “La sua visita è piena di aspettative e non deve in nessun modo rimanere deluso. È molto difficile tradurre tutto questo in regole di comportamento: l’unica verità è l’accoglienza, un’arte che richiede impegno e devozione, ogni giorno. La sala deve trasmettere emozioni, stati d’animo e benessere. Ogni tavolo richiede una sua interpretazione: come un sarto cuce un abito su misura, così la sala deve essere in grado di soddisfare completamente i desideri del cliente”, spiega. Il servizio di sala di Pascucci al Porticciolo, dove Vanessa lavora in tandem con il marito, lo chef Gianfranco Pascucci, è molto personale, senza sovrastrutture e impostazioni. “Misura ed empatia, naturalezza nei gesti e negli sguardi, con la prontezza di capire ogni cliente nelle sue esigenze”.
Neonila Siles, Wine Witness - Milano

“Dopo la laurea in economia e commercio, lavoravo in una ditta di costruzioni italiana a Mosca, dove eravamo soliti fare le trattative commerciali nei ristoranti italiani. Una sera, dopo il primo sorso di rosso, ho chiesto, sottovoce, al mio capo italiano, molto appassionato di enogastronomia, di memorizzare il nome di quel vino che mi aveva letteralmente sbalordita. Lui si mise a ridere assieme al ristoratore, dicendo che la ragazza non aveva gusti semplici. Era un Barolo di Mascarello e la ragazza in questione aveva appena più di 20 anni: è stato quello il momento in cui si è accesa in me la passione per il vino”. Così racconta Neonila Siles, sommelier, tra le fondatrici dell’enoteca Wine Witness a Milano: un indirizzo fondato da poco più di sei mesi da un gruppo di donne che si definiscono non appassionate, ma “testimoni” del vino. Fino al 2008 lavora nel settore dell’architettura a Roma, coltivando l’amore per l’enogastronomia. Poi, decide di dare basi scientifiche alla sua passione: corso di sommelier, Master universitario in management delle risorse culturali, Master del vino, WSET, Diploma di docente di Sherry, insegnamento ai corsi di sommelier, giornalismo enogastronomico e tante visite e degustazioni in cantine in giro per il mondo. Il primo lockdown la raggiunge a Londra, dove era basata, per un lavoro di distribuzione di vini italiani. Tra le mie mansioni c’erano la selezione delle cantine, la formazione del personale di vendita, eventi promozionali. “Forse è stata proprio questa voglia di raccontare (sostenuta dalle mie amiche, ora socie) a far nascere il progetto di un’enoteca, piena delle mie certezze e con qualche spazio vuoto per le curiosità che devo ancora colmare, In sala amo molto raccontare le mie scoperte, le mie emozioni liquide: mi rende felice vedere coinvolti i miei clienti, stupirli, coccolarli. Il vino è un viaggio, sempre. Mi impegno a far sì che il ricordo sia piacevole”.
Mara Vicelli, Acanto, Hotel Principe di Savoia - Milano

Da oltre sedici anni, Mara Vicelli è maitre sommelier all’Hotel Principe di Savoia di Milano, cinque stelle lusso, e all’Acanto, il ristorante che sorge al suo interno. Un sodalizio, quello tra Mara e l’ospitalità, che comincia nel 2001, quando inizia a lavorare nel settore, svolgendo il ruolo di commis de rang, responsabile servizio breakfast all’Hotel Intermonti di Livigno. La stessa mansione, l’anno successivo, la svolge a La Posta Vecchia Hotel, Relais & Chateaux a Palo Laziale. La sua esperienza prosegue a Il Sole di Ranco, Relais & Chateaux e Relais Gourmand a Ranco (Va), dove è commis di sala. Vola dunque in UK, per un’esperienza fuori confine, e approda a The Vineyard at Stockcross, Relais & Chateaux a Newbury Berkshire. Rientra al Sole di Ranco come chef de rang, quindi, nel 2005, approda a La Meridiana di Albenga. L’anno seguente fa tappa al Relais San Maurizio di Santo Stefano Belbo, nelle Langhe, per poi approdare, nel 2006, nel cinque stelle lusso di piazza della Repubblica a Milano, dove è attualmente in forza. Nello stesso anno frequenta il corso AIS e diventa sommelier professionista. Tra le attività che ha svolto, il Corso ADAM 1° livello, la partecipazione a eventi del settore come Merano Wine Festival, Provine Dusseldorf, Vinexpo Bordeaux, per aggiornamenti annuali nel mondo del vino. La sua crescita e la sua voglia di imparare sono costanti: la sua è una figura cruciale, cresciuta nel mondo dell'ospitalità di lusso.
Benedetta Canovi, Il Marin - Genova

Benedetta Canovi fin da piccola mostra grande passione per il mondo della gastronomia, passione che coltiva ed esplode con la Laurea all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in Piemonte. Si affaccia al mondo della ristorazione proprio in Piemonte, durante il periodo universitario: dallo storico Ristorante Battaglino di Bra all’incontro con la stella Michelin Guido Ristorante della famiglia Alciati, sito nella Villa Reale, all’interno della tenuta di Fontanafredda. Grazie allo chef Ugo Alciati, scopre il valore di una cucina pulita nei gusti e nei sapori, che segue la tradizione piemontese, ma è soprattutto grazie al suo “mentore” Piero Alciati, alla sua pazienza e ai suoi insegnamenti, che passione e lavoro in sala si sono fusi, per lei, in un’esperienza unica e totalizzante. Successivamente, intraprende un nuovo percorso entrando a far parte del mondo Eataly a Milano, nella posizione di Restaurant Manager di tutta la parte ristorativa dello store meneghino. Nel 2020 si unisce allo chef Marco Visciola e a tutta la brigata de Il Marin a Genova, dove lavora come restaurant manager.
Vasiliki Pierrakea, Vasiliki Kouzina - Milano

Originaria di Kalamata, la città greca delle olive nere, Vasiliki Pierrakea, 41 anni, è la fondatrice, nonché l’anima della sala, del ristorante Vasiliki Kouzina a Milano. “Ho lasciato la mia città all’età di 18 anni per studiare all’Università di Patrasso, ma dopo una delusione sentimentale, ho preso una nave e mi sono trovata per la prima volta in Italia. È stato subito amore a prima vista! Perché la bellezza è imprevedibile. La sala per me è come un suono che contiene dolori e tanta passione: un’odissea caratterizzata da un mosaico di sentimenti. Ed è proprio per questo che ho creato Vasiliki Kouzina, per avvicinarmi a tutto quello che il cuore desidera. Un progetto culinario, culturale, nato grazie all'amore e all'amicizia rapita dal profondo desiderio di portare a Milano una Grecia inedita”, racconta. Dopo studi economici e un master alla Bocconi, nel 2013 cambia totalmente e comincia a proporsi come cuoca a domicilio. Oggi, però, ad eccezione di qualche servizio catering in esterna, si occupa con grande passione della sala, accogliendo calorosamente gli ospiti a cui ama raccontare e trasmettere la storia, i sapori e le tradizioni della sua amata Grecia. “La ristorazione è un settore per natura esigente. Molte ore di lavoro, incertezze e sfide continue sono solo alcune delle problematiche affrontate da chi gestisce un'attività in proprio, come me. Per le donne spesso si aggiunge un altro problema: rivendicare il proprio posto in cucina, in sala o alla guida della propria attività. Bisogna adottare due identità diverse che a volte sono in conflitto tra loro: quella del creatore e quella dell'imprenditore. L'uno non va sacrificato a spese dell'altro, ma questo è un equilibrio delicato che non si impara subito. Sei costretto a essere in un costante stato di affabilità per comunicare con il tuo pubblico, soddisfare i suoi bisogni e costruire una relazione con loro, mentre il processo di creazione è qualcosa di molto personale, introverso e solitario: è un mio dovere, quindi, adattarmi di conseguenza, mantenendo l’autenticità e tenendo la porta aperta, alla ricerca e alla sperimentazione”. La poesia scorre nelle vene di Vasiliki, che descrive il suo lavoro in sala come un trasloco emotivo, l’inizio e la fine di un viaggio. “Servire qualcuno. Ogni benedetto giorno. Quando il sole passa, ad ogni cliente mi vedo come su uno specchio. La loro luce, la loro verità, il loro disagio diventa mio”.