È stata una grande festa all’insegna della convivialità Ein Prosit 2022. Per cinque giorni, il meglio dell'enogastronomia italiana e internazionale si è incontrata a Udine, animando le strade, i locali, le piazze e i ristoranti del capoluogo friulano. Una città accogliente ed elegante, che si è dimostrata ancora una volta lo scenario perfetto di laboratori, aperitivi, cene e degustazioni guidate. Un evento coinvolgente, che ha acceso i riflettori sul mondo del fine dining globale.
Che cosa ci portiamo a casa della ventitreesima edizione di Ein Prosit? Scopritelo qui di seguito, tra suggestioni e tendenze dell’alta cucina.
Ein Prosit 2022 a Udine: gli highlights
La nuova cucina vegetale è fantastica: le stelle verdi da Venezia a Copenaghen

Foto Stefanel
La cucina vegetale evolve, cambia e raggiunge vette incredibili. Lo hanno dimostrato Francesco Brutto e Chiara Pavan di Venissa, una stella Michelin e stella verde a Venezia, che per una sera hanno cucinato assieme a Valerio Serino di Tèrra, il ristorante di Copenaghen (stella verde Michelin) che gestisce assieme alla compagna Lucia De Luca. Negli spazi del ristorante Al Grop di Tavagnacco, un menu total green ha animato piacevolmente la serata, rendendo godibile una cena plant based, nel segno della sostenibilità. Una serie di piatti veg si sono alternati in maniera armoniosa, sembrando figli della stessa mano. Fratelli di intenti, forse, o comunque della medesima sensibilità. Notevole e goloso il Taco a base di sedano rapa e salvia di Serino, gradevolissima l’insalata di Bietola, alghe e alofite (una pianta infestante) di Pavan e Brutto. Gli chef di Venissa, poi, hanno sorpreso con gli Gnocchi di sukeboshi, con aneto e cagliata di capra, preparati con una varietà di prugne dell'isola di Mazzorbo chiamate “zucchette”: una persistenza floreale al palato per un piatto comfort e allo stesso tempo testimone di grande tecnica. Impeccabile il pre dessert Prugne, rosa ed erbe del giardino di Serino, perfetto per pulire delicatamente il palato, con la freschezza e i sentori della granita di rosa. Evviva la nuova cucina vegetale.
Il nuovo fine dining, tra dessert di pasta e finti cannoli: lo stile Gucci Osteria da Massimo Bottura

Foto Fabrice Gallina
Davvero emozionante la cena che si è tenuta da Agli Amici, a Godia, assieme a tutti gli chef di Gucci Osteria da Massimo Bottura nel mondo: Karime Lopez e Takahiko Kondo da Firenze, Mattia Agazzi da Beverly Hills, Antonio Iacoviello da Tokyo e Jun Hyungkyu e Davide Cardellini da Seul. Dopo un’introduzione di Massimo Bottura, che ha presentato gli chef e i piatti pensati per la serata, ecco una sfilata che ha acceso i riflettori sullo stile Gucci Osteria nel mondo. Ad aprire le danze la Tostada di Lopez, un nuovo classico della cucina contemporanea, capace di conquistare la vista e il palato nella sua perfezione plastica e cromatica. A seguire il Cannolo che vuole diventare cannellone di Kondo, che ha raccontato come il piatto sia nato giocando con tre parole italiane molto simili: cannellini, cannolo e cannellone. Il risultato? Una creazione super golosa a forma di cannolo, con scorza a base di cannellini toscani e Sangiovese, ripieno di ricotta e ragù alla siciliana, proprio come un cannellone. Ancora, ha descritto una passeggiata nel bosco, al sapor di funghi e tartufo, costruendo un ponte ideale tra la Corea e l'Italia il Teokbokki journeys to Appennini di Cradellini-Hyungkyu. I funghi, poi, sono tornati nel dessert di Agazzi, Millefoglie di Foglie 2022. L’idea di abbattere i confini tra dolce e salato è uno dei principi alla base del concept gastronomico presentato. Ecco allora RaviOro di Iacoviello, un gioiellino trasparente con tanto di foglia d’oro, a base di sfoglia di riso con ripieno di zucca e capasanta di Okkaido, che si distingue per la sua dolcezza particolare, "tanto da pensare di usarla come dessert", precisa Bottura. Sempre lo chef di Gucci Osteria a Tokyo ha firmato la chiusura, con il Pacchero al pomodoro: definitivo. Un dessert, o meglio un “last souvenir”, condito con una dolcissima salsa preparata con dodici varietà diverse di pomodoro giapponese: il miglior epilogo per una cena all’insegna della creatività italiana nel mondo.
Quando è il prodotto che parla: i discepoli di Colagreco nel mondo

Foto courtesy Ein Prosit
Il prodotto e la sua freschezza, la natura e il paesaggio circostante: sono tutti elementi riconducibili a quell'angolo di paradiso che è la Costa Azzurra, poco dopo il confine italiano, dove si trova il Mirazur di Mauro Colagreco. Una cucina concreta e di sostanza, capace di omaggiare ed esaltare i sapori locali e il territorio è quella proposta anche dai suoi “discepoli”. E così, negli spazi de L’Aquila Nera a Udine, Davide Garavaglia, chef del Côte by Mauro Colagreco di Bangkok, ha duettato per una sera con l’ex collega Antonio Buono, oggi alla guida del ristorante Casa Buono a Ventimiglia. Il racconto del territorio e dei suoi sapori è cominciato con il benvenuto: un omaggio alla Liguria ritmato dalla Panissa (farinata di ceci fritta) servita con cremoso al Grana Padano e foglie di maggiorana e dal Cestino croccante con rossetti scottati e semisfera di Parmigiano e cipolla, sormontato da rossetti fritti. Pazzesco il gioco di Texture di Barbabietola, con aringa affumicata e nocciola Piemonte con cui Buono ha aperto le danze: una ouverture che ha visto abilmente applicate le consistenze e le tecniche della pasticceria al salato; interessante anche le Ali di razza, fagioli di Pigna e ristretto di cipolla arrosto, mentre una grande attenzione al prodotto e alla sua resa è emersa dal Carrè di maiale, finferli & mais, pilpil di calamari proposto da Garavaglia.
Dalle stelle ai cocktail: gli after party tra chef internazionali e bartender

Foto Fabrice Gallina
Mauro Uliassi, Moreno Cedroni, Dabiz Muñoz, Alex Atala, Riccardo Camanini, Matias Perdomo, Alvaro Clavijo, Massimo Bottura: sono solo alcuni dei grandi chef che hanno animato le cucine di Ein Prosit 2022. Dopo cena, eccoli tutti in pista al De Room di Udine, pronti a celebrare l’amore per la convivialità, il gusto di ritrovarsi insieme a preparare da mangiare, ma anche a condividere momenti spensierati, tra djset e cocktail pazzeschi. Preparate con Bibite Sanpellegrino, vere protagoniste degli after dinner sono state le creazioni mixologiche di bartender del calibro di Dom Carella di Carico Milano (responsabile beverage operation, pairing dinners e setting dei bar events di Ein Prosit), Alex Frezza de L'Antiquario a Napoli, Martina Bonci di Gucci Giardino 25 a Firenze, Edoardo Nono di Rita & Cocktails a Milano, Luca Marcellin di Drinc. Different a Milano, Samuele Lissoni di Kanpai a Milano. I loro elisir sono stati capaci di trasportare olfatto e palato nel mondo della cucina liquida e della festa, siglando la degna conclusione di ogni serata.
La cucina è una questione di connessione: gli chef di S.Pellegrino Young Chef Academy

Foto Simone Di Luca
Hanno chiuso il sipario su Ein Prosit gli chef di S.Pellegrino Young Chef Academy, che hanno orchestrato un menu ispirato al tema della connessione, uno dei valori focali del network creato per valorizzare i giovani chef in tutto il mondo. Un percorso gastronomico concepito come una staffetta con passaggio di testimone da un piatto all’altro. Il risultato? Cinque portate capaci di parlare a tutti con stili e linguaggi diversi, ma perfettamente armoniche. Un evento emozionante, con un entusiasmo e un senso di amicizia che ha coinvolto tutti i presenti. Qui potete leggere il report completo della cena.