Pizzaiolo e formatore, Enzo Coccia si divide tra le sue pizzerie, autentiche istituzioni dell'arte bianca a Napoli, e l'estero, dove lavora come consulenze per nuove aperture nel settore.
A Fine Dining Lovers ha raccontato i suoi inizi, le figure che lo ispirano quotidianamente e i segreti dei suoi locali La Notizia 53 e La Notizia 94 a Napoli.
Com’è nata la sua passione per l’arte bianca?
Nel settore della pizza sono quello che si definisce "figlio d’arte". Ma la scelta di diventare pizzaiolo è stata comunque mia: ho sempre avuto la passione fin da piccolo per questo mondo e non mi è in alcun modo stato imposto da miei genitori.
Quando la passione si è effettivamente trasformata in un lavoro?
Vi è una linea sottile, invisibile, che condiziona il lavoro dell’artigiano, un lavoro fatto con la mente, con il cuore e con le mani. Ritengo non ci sia una vera e propria distinzione tra passione e lavoro: è tutt’uno. Almeno lo è per me: il mio lavoro è da sempre coinciso con la mia passione.

C’è qualcuno che considera il suo maestro?
In realtà sono stati tanti i miei maestri, da ognuno di loro ho appreso qualcosa. Punti di riferimento sia sul piano professionale che umano: mio padre, l'antropologo Marino Niola, il direttore del Dipartimento di Agraria all'Università Federico II di Napoli Paolo Masi. Ancora Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e intellettuale della cultura del cibo, uno degli ultimi rivoluzionari.
Quando nasce l’insegna Pizzeria La Notizia 53?
Il 24 giugno 1994, il nome è ispirato al film Quarto potere di Orson Welles. Mi intrigava il tema, sempre attuale, del potere che può esercitare l'informazione, la divulgazione delle notizie, sul popolo.
Ci descrive proposta gastronomica?
A Napoli La Notizia 53 si propone con un indirizzo classico. Una tradizionale pizzeria napoletana.
Nasce poi la Pizzeria La Notizia 94. In cosa differisce?
Questo secondo locale vede la luce il 20 ottobre 2010. Qui si possono trovare proposte più innovative. Il menu si compone di pizze creative che, pur rispettando tecniche e ingredienti della tradizione, guardano al futuro.

Una pizza che la rappresenta più di altre?
La Capodimonte, con il suo topping di pomodoro a pacchetelle San Marzano, mozzarella di bufala, salsiccia di bufala, olio extravergine d'oliva. Quattro prodotti DOP in un unico piatto, ingredienti perfetti per rappresentare il territorio campano. Questa pizza è inoltre stata ideata per una buona causa: il recupero di un quadro all’interno dell'omonimo museo. Per ogni pizza Capodimonte ordinata in pizzeria, devolviamo un euro al museo per il restauro dell’opera.
Non solo Napoli, lei è spesso anche all'estero per lavoro.
Sì, mi occupo frequentemente di consulenze per l'apertura di nuove pizzerie in giro per il mondo. Recentemente sono stato negli USA. È un lavoro che svolgo a 360 gradi, seguendo anche la formazione del personale che vuole intraprendere la professione di pizzaiolo.