Può sembrare strano, ma l’arte del Flair Bartending, così giovane, moderna e dinamica, ha origini antiche risalenti alla metà del 1800. Il primo bartender della storia, Jerry Thomas è stato considerato un vero e proprio showman che, con dimestichezza e maestria, si destreggiava nel mondo del flair prima ancora che venisse codificato come tecnica.
È negli anni Ottanta che un gruppo di lavoro californiano ha iniziato a studiare e a mettere in pratica una serie di movimenti, ideati con lo scopo di velocizzare il lavoro. Dopo quel momento, la tecnica del flair si è diffusa in tutto il mondo sia per ridurre i tempi di attesa e sia per divertire i clienti. Il flair bartending è uno spettacolo che dà spazio a un vero e proprio talento artistico e quando poi il flair incontra la complicità di due bartender che lavorano insieme…il risultato è garantito: sincronie e incastri per un vero e proprio show.
Era il 1988 quando Tom Cruise, nel famoso film “Cocktail”, interpreta il ruolo di Brian Flanagan un giovane barman che insieme a Bryan Brown nel ruolo di Doug inventa un nuovo cocktail e diventando i più famosi barman acrobatici di Manhattan. Indimenticabile la scena dei due bartender che dietro al bancone del bar divertono i clienti con complici passaggi di shaker, movimenti sincronici e lanci bizzarri di bottiglie. Ed è proprio questo che vuole essere il flair bartending: coinvolgimento e intrattenimento che però non perde mai di vista la qualità dei cocktail. Espressione e contenuto per il flair bartending sono alla pari, non si escludono, ma si completano a vicenda.
Il flair bartending ha poi due varianti Working Flair ed Exhibition Flair. Il primo mette in atto movimenti rapidi e al contempo morbidi, eseguiti con un bicchiere, una o più bottiglie, un cono Boston e una guarnizione ed è finalizzato alla composizione dei drink con frutta o altre decorazioni. L'Exhibition Flair è praticato più come intrattenimento o nelle competizioni e, a differenza del working flair, richiede l'uso di materiale scenico, per una preparazione più lunga e dettagliata.
In Italia si inizia a parlare di flair bartending nel 1992 quando dagli Stati Uniti iniziano ad arrivare le prime attrezzature per i bar grazie a Stefano Talice e Gianluca Pomati. I due restano affascinati da un talentuoso bartender portoghese Paulo Ramos e dopo mesi di trattative lo convincono a venire in Italia e ad aprire, dopo solo due mesi, la prima scuola italiana di flair. È così che l’Italia inizia a conoscere lo splendore del flair e iniziano ad affermarsi nomi come Lorenzo Bianchi e Marco Sumerano. Impossibile non citare Bruno Vanzan celebrità del Flair, considerato uno dei miglior bartender del mondo.