Dove non arrivano le parole arrivano le immagini - i colori, le forme, le consistenze quasi vivide attraverso lo schermo - dei piatti di Massimo Bottura.
Raccontare un grande chef attraverso le sue creazioni è più facile che farlo a parole. Una scorciatoia? Forse. Ma anche una forma di rispetto quando si conosce il limite delle proprie capacità retoriche. E quindi parlare di Massimo Bottura attraverso i suoi piatti diventa un tributo allo chef che più di ogni altro sta portando la bandiera italiana in giro per il mondo, un tributo alle tre stelle Michelin dell'Osteria Francescana e al suo secondo posto nella World's 50 Best.
Dello chef modenese nei media si parla tanto. Si parla delle sue idee, dei suoi progetti - alcuni straordinari, come Food for Soul - e dei suoi premi. L'impressione è che a volte ciò di cui si parla meno siano proprio i suoi piatti.
Abbiamo raccolto alcune delle foto più belle e iconiche dei piatti di Bottura, alcuni presenti nel menu dell'Osteria Francescana e altri presentati a diversi eventi nel corso degli ultimi anni. Le parole, come dicevamo, sono ridotte al minimo.
Godetevi le immagini.
La zuppa inglese: caldo freddo di cioccolato e crema pasticcera, pasta di savoiardo e pellicola di alkermes di S. Maria Novella. L'appropriazione del più classico dei dessert della tradizione emiliana.
Immagine: Brambilla-Serrani
Da una parte la Triglia alla livornese, simbolo dell'edizione 2015 di Identità Golose a Milano; dall'altra il piatto creato per il Refettorio Ambrosiano, progetto benefico creato con l'inizio di Expo, ovvero una base di crostini caramellati fatti con pane raffermo, latte e zucchero, un cucchiaio di gelato e infine con una spolverata di zucchero con oro che ricopre tutto. Come rendere la semplicità il vero lusso.
A volte pernice, a volte germano, un po' ... bollito. Un gioco che prende il via dalla lepre à la royale della cucina francese: medaglione di carne di pernice, germano reale e fegato rivestito dalla salsa civet con intingoli di peperone rosso, peperone giallo, salsa verde, mostarda di mele.
Immagine: Brambilla Serrani
Due piatti presentati a Identità Golose 2015 che affondano le radici nel ventre dell'Emilia. Sogno di un bambino che ruba la crosta delle lasagne è il nome - molto efficace - della cialda tricolore con spuma di besciamella e ragù. L'altro è un piatto che parla di tradizione, ma soprattutto di sostenibilità e lotta allo spreco: passatelli in brodo di buccia di patate, pastinaca e topinambur.
Si torna in Emilia con l'ironico Caccia al Piccione. Il volatile - che ovviamente non si caccia - viene servito in una salsa alla rapa rossa, per ricordare il sangue, con un'insalata di finte foglie.
Indietro nel tempo fino a un piatto presentati a Identità New York 2013, La patata che voleva diventare un tartufo ... non ha saputo aspettare ed è diventata uno spaghetto. La patata cotta sotto sale viene abbinata a una sorta di zabaione neutro servito con abbondante tartufo bianco d'Alba direttamente sul piatto, mentre gli "spaghetti" vengono ricavati da un patata fissata a un punteruolo azionato da una manovella, bolliti e conditi con brodo di prosciutto e pancetta.
Se volete cimentarvi a casa con i piatti di Massimo Bottura, guardate queste due ricette.
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