A volte le apparenze ingannano. E a volte lo fanno in modo assolutamente positivo. Prendiamo Temakinho. La catena di ristoranti nippo-brasiliani, nata nel 2012, ha otto locali tra Milano, Roma, Londra e Ibiza. A unirli la cucina, un fusion che ‘smitizza’ il sushi di tradizione nipponica con influenze sudamericane, l’arredamento - diverso in tutti punti vendita, ma sempre coloratissimo, lussureggiante e piacevolmente chiassoso - e la frequentazione: dovunque apra Temakinho si inserisce subito tra i locali di tendenza, quelli dove ‘il popolo’ della moda e del design ama fare aperitivo, tra una cachaça e un temaki di tonno e papaya.
Eppure dietro la superficie patinata c’è molto di più.
Temakinho è il primo brand di ristorazione al mondo certificato Friend of the Sea per il ‘prevalente utilizzo di pesce proveniente da pesca o itticoltura sostenibili’. Un primato poco conosciuto, che racconta un mondo di attenzione alla sostenibilità - etica, ambientale e perfino sociale - che va oltre l’allure festaiola di ceviche e Caipirinha. Ne abbiamo parlato con Linda Maroli, una dei tre soci fondatori.
Partiamo dall’inizio. Dove nasce Temakinho?
Io sono cresciuta in Venezuela e per un periodo ho vissuto in Brasile con la mia famiglia. Lì ho trovato una differenza abissale tra il nikkei, una fusione tra cucina giapponese e sudamericana, e il sushi che trovavo in Italia. Il loro era pasticciato, gustoso - c’erano roll chiamati Sex On The Beach! - e i ristoranti venivano frequentati anche da anziani e famiglie. Mi sono chiesta: perché non portare il sushi tropicale anche da noi?
Foto: Matteo Imbriani
Come si spiega l’enorme successo che avete avuto?
Il nostro è un concept restaurant: tutto è legato, nei decori, negli odori, nei colori. L’unico problema dei ristoranti nikkei in Brasile erano i colori spenti e tristi, noi invece abbiamo creato una vera e propria esperienza. Facciamo tutto con amore e secondo me si respira.
Parliamo della certificazione.
Nel trovare i fornitori ci è capitato di visitare allevamenti orribili di salmone, letto del tonno rosso, iniziato a porci domande. Diventare madre mi ha reso ancora più consapevole di queste tematiche. Friend of the Sea è una ONG che certifica la sostenibilità dei ristoranti, che nel nostro caso è valutata all’80%, sia per il pesce selvaggio che per quello di allevamento. Siamo stati la prima catena al mondo ad ottenere questo riconoscimento.
Ci vuole fare qualche esempio?
Il tonno rosso non lo prendiamo più, vista la situazione molto a rischio, al suo posto utilizziamo un tonno bianco. Visitiamo di persona gli allevamenti: sappiamo che il nostro salmone norvegese viene allevato in un’azienda di famiglia, una realtà meravigliosa fatta di persone meravigliose, o che la nostra ombrina viene alimentata con cibo bio e barche elettriche alla Mauritius… sono tutte realtà ecosostenibili ed etiche.
Qualcos’altro che dobbiamo sapere di Temakinho?
Dal 2014 sosteniamo due progetti a Rocinha, la favela più grande del Brasile e di tutto il Sud America, insieme alla Onlus Il Sorriso dei miei Bimbi . Abbiamo contribuito all’ampliamento di un asilo, a cui paghiamo cibo e materiale didattico, e finanziato la ristrutturazione del Garagem das Letras e la costruzione dell’annesso Garage Culinario per adolescenti.
Alla Rinascente di Roma e a Temakinho Magenta milanese servite la colazione. Da dove nasce l’idea?
È stato uno studio creativo lungo, anche per la mise en place. I brasiliani ci tengono tantissimo alla colazione, la fanno lunghissima: noi proponiamo avocado toast con uova e salmone, toast con frutta, ma soprattutto le loro famose smoothie bowls, come quella all’açai. Stiamo replicando in Duomo.
Come scegliete i punti dove aprire?
Ci dev’essere un fascino, un’energia bella. Ci piacciono i quartieri vivi - anche perché a ogni apertura noi tre fondatori ci trasferiamo personalmente seguirla. Il decor è sempre cucito sul luogo.
Ci sono differenze tra i gusti?
A Milano amano un gusto più delicato, ad esempio non amano l’erba cipollina, a Londra abbiamo dovuto tenere conto del meteo e progettare un menu più invernale, con zuppa e pesci alla griglia.
Prossime aperture?
A breve arriverà Milano Duomo, il quarto in città, e aprirà un Temakinho a Formentera. Nel 2019 arriveremo a Torino.
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