Celebrazione della leggerezza e della gentilezza dei sapori, il cocktail Mimosa è la sintesi dell’incontro fra bollicine e succo d’arancia. Inventato da un barman del Ritz Hotel di Parigi nel 1925, che diede a questo cocktail il nome del fiore giallo che tanto ricordava nel colore, appunto la mimosa. Alcuni anni prima, a Londra, era nato, dall’estro del barman Mr. McGarry, un cocktail molto simile, chiamato Buck’s Fizz dal nome del locale in cui era stato ideato. Il Mimosa le cui quantità sono: 7.5 cl Champagne e 7.5 cl di succo di arancia differisce dal gemello Buck’s fizz per la percentuale inferiore di champagne o prosecco usata e per una maggiore quantità di succo d’arancia.
Il re degli sparkling
Capostipite degli sparkling, il Mimosa, è una variante dei cocktail Bellini, Rossini e Tintoretto e fa parte della categoria dei medium drink. Ideale all’ora dell’aperitivo, mentre in America si consuma soprattutto durante i brunch domenicali, come alternativa “frizzante” del succo d’arancia, per accompagnare french toast e pancakes.
Un’armonia fra gli ingredienti
Semplice ed elegante, l’equilibrio del cocktail Mimosa risiede nelle giuste proporzioni, come anche la variante Mimosa Orange, 1/2 oz di Champagne e1/2 oz di Sanpellegrino L'Aranciata. Una delle prime operazione da fare per la preparazione è quella di raffreddare il calice con dei cubetti di ghiaccio da girare con il barspoon, successivamente si versano succo di arancia e champagne in un flûte, il calice a flauto, chiamato così per la forma allungata e il gambo sottile che serve per non scaldare il contenuto. Inoltre favorisce la risalita delle bolle e di tutti gli aromi liberati dal loro scoppio in uno spazio ristretto, prolungando così l'effervescenza dello spumante. Un cocktail facile nella preparazione che però deve seguire delle regole , ideale da preparare durante i mesi invernali, quando maturano i frutti.