Un lungo viaggio attraverso l'Europa continentale per scoprirne le bellezze artistiche e culturali.
Si chiamava "Grand Tour" ed era un'usanza comune dei ricchi aristocratici che, curiosi e con tante risorse economiche a disposizione, si ritagliavano un lungo momento di svago per approfondire le proprie conoscenze.
I giovani, spostandosi di città in città, imparavano a conoscere la politica, la cultura, le usanze, l'arte e le antichità dei Paesi europei, passando il tempo tra gite, visite e acquisti.
A seconda delle possibilità, poteva durare anche alcuni anni e, inutile a dirsi, una delle mete preferite era l'Italia. I giovani si recavano a Roma, per spostarsi a Venezia, Bologna, Napoli e Palermo.
Il Grand Tour fu un momento fondamentale anche della vita di Goethe, che viaggiò in Italia per circa 2 anni e riportò poi l'esperienza nel suo famoso "Viaggio in Italia".
Roma: il Grand Tour di Miss Babington diventa un tè
Courtesy of Babington's
Babington's, che si trova proprio alla fine della scalinata di Piazza di Spagna, è uno dei punti di riferimento degli amanti del tè a Roma.
La storia di questo luogo storico, è proprio legato a un Grand Tour.
Nel 1893, infatti, due signorine inglesi, Anna Maria Babington e Isabel Cargill, partirono dall’Inghilterra per il loro Grand Tour ma, invece di tornare a casa, si innamorarono della Città Eterna dove fondarono la prima sala da tè in Italia. A quel tempo infatti, gli ingredienti per la preziosa bevanda si potevano acquistare solo in farmacia.
Courtesy of Babington's
Per rendere omaggio alla città, Anna Maria Babington e Isabel Cargill presero l'acqua della fontana di Piazza di Spagna e, dopo molte prove, crearono una miscela speciale che si "adattasse" al sapore di quell'acqua facendo emergere al meglio i profumi delle foglie di tè: un modo per ricordare l'esperienza del Grand Tour unendo l'Inghilterra, loro Paese d'origine, alla Capitale che le aveva accolte. La miscela "Tè Special Blend" - ancora oggi la più amata - unisce in modo equilibrato i sentori agrumati del Ceylon, il Darjeeling muschiato e le sfumature di cacao e caramello del Keemun.
Dall’inizio della storia di Babington's e di quel Grand Tour sono trascorsi quasi 125 anni e il locale è sopravvissuto a due Guerre Mondiali, diverse recessioni economiche e all’avvento dei fast food. Oggi è guidato da Chiara Bedini e Rory Bruce, pronipoti diretti di Isabel Cargill.
Il menu di Niko Romito ispirato al Grand Tour
Anche lo chef tristellato Niko Romito ha "subito" il fascino del Grand Tour e ha realizzato un intero menu che riunisce i piatti tradizionali proprio di quelle città italiane che diventorono le tappe ‘obbligate’ di quei viaggi, contribuendo a formare l’identità culturale e gastronomica italiana.
Il Grand Tour di Romito prevede diverse "tappe": si parte da Napoli con la Mozzarella in carrozza, per dirigersi a Firenze con la Pappa al pomodoro e Prosciutto e melone. Rotta, poi, verso Venezia con i Gamberi in saor, Bologna con i Tortellini alla bolognese, panna e salvia, Napoli con la Ricciola all'acqua pazza e Roma con le Costine di agnello alla scottadito.
Courtesy of Bvlgari Hotels - Press Office
Tra i contorni, a rappresentare Napoli ci sono le Zucchine alla scapece, per Firenze i Fagioli alla fiorentina, per Palermo la Caponata. L'ultima tappa del Grand Tour gastronomico è in Sicilia con una golosa Cassata.
Il menu sarà disponibile nei diversi Bvlgari Hotels del mondo e resterà in carta per un mese: il primo a proporlo sarà il Bvlgari Hotel di Pechino dove si potrà assaggiare fino a metà aprile. Si continuerà poi a Dubai, Shanghai e Milano.