"Nella mia cucina online sono il cuoco stellato e il lavapiatti: per avere successo devi avere una visione, ma anche saperti umilmente sporcare le mani". Non è un caso che Marco Montemagno, imprenditore digitale e comunicatore da 2,5 milioni di follower online, in un video di qualche anno fa abbia usato questa similitudine per descrivere il proprio lavoro: "Dei grandi chef ho sempre ammirato la capacità di andare in profondità, dal punto di vista filosofico e pratico, essere visionari ma anche estremamente operativi quando la situazione lo richiede".
Di alta gastronomia e possibili scenari futuri per il settore della ristorazione, Montemagno torna ora a parlare in occasione dei Food Talks, una settimana di conversazioni digitali ideata in partnership con S.Pellegrino, che vedrà protagonisti ai suoi microfoni alcuni tra i più influenti esponenti - italiani e internazionali - del mondo food&drinks.
Dal suo rapporto con il cibo alle start up food da tenere d'occhio, ecco cos'ha raccontato a Fine Dining Lovers.
Food Talks è il primo focus tematico sul mondo della ristorazione ospitato sui tuoi canali: cosa ti ha portato alla collaborazione con S.Pellegrino?
Sappiamo bene quanto il settore della ristorazione e dell’ospitalità sia stato colpito dalla pandemia, ma come sempre voglio guardare al futuro e provare a capire quali sono le possibili opportunità: abbiamo invitato ospiti che lavorano in questo settore ma rappresentativi di ambiti diversi, per moltiplicare i punti di vista e condividere nuovi spunti di riflessione. Mettiamo a disposizione risorse e approfondimenti gratuiti per i nostri utenti che sono certo saranno interessati a questo tema: in quest’ottica S.Pellegrino è di certo il partner migliore per parlare di ripartenza dei ristoranti e supporto al settore.
Come descriveresti il tuo rapporto con il cibo?
In me convivono due aspetti: quello più legato al wellness, che qualche anno fa mi ha spinto a sperimentare il digiuno intermittente, e quello legato al piacere della buona tavola. Quindi se è vero che ogni giorno digiuno per 16/18 ore – in pratica dalla cena al pranzo del giorno successivo – mi piace molto provare nuovi ristoranti e proposte stellate. Un paio d’anni fa, dovendo scegliere la meta di una vacanza, mi sono orientato su Senigallia: per visitare il Centro Olimpico Tennistavolo, naturalmente (fino a 23 anni Marco Montemagno è stato giocatore professionista di ping pong, ndr), ma anche per provare i ristoranti di Moreno Cedroni e Mauro Uliassi. Negli ultimi anni molti chef di talento si sono spostati da Londra a Brighton, dove vivo, e non vedo l’ora che uno di loro conquisti una stella Michelin.
Una curiosità: è vero che hai ideato il tuo primo format tv dopo aver visto The Naked Chef di Jamie Oliver?
Verissimo… Parliamo dei primi anni 2000, ero stato a Londra a trovare mia sorella e l’idea di fare televisione neanche mi passava per la testa. Il programma di Jamie Oliver mi ha mostrato la cucina da un punto di vista completamente nuovo: un uomo, giovane, che spiegava ricette con un linguaggio semplice e molto immediato. Vedendolo ho pensato che la sua forza fosse proprio quella di fare divulgazione al grande pubblico: da qui l’idea di ispirarmi a questo stile per parlare di informatica e attualità, tematiche che mi hanno sempre appassionato e con cui ho iniziato a fare tv.
Come hai vissuto la riapertura di pub e ristoranti in UK?
I primissimi giorni dopo la riapertura ho assistito a scene straordinarie, gli inglesi si sono fiondati fuori dai pub per una birra nonostante il freddo e la pioggia torrenziale. C’è stato un vero e proprio assalto a negozi e supermercati, i ristoranti erano prenotati da settimane. Ora la situazione si è un po’ tranquillizzata anche se prenotare un ristorante nel weekend è praticamente impossibile: insomma, l’impressione è che la voglia di tornare alla situazione pre pandemica fosse tanta.
Quali sono, dal tuo punto di vista, le start up dell’ambito food più interessanti dell’ultimo anno?
C’è ovviamente molta attenzione al food delivery, soprattutto alle realtà che consegnano cibo e prodotti in tempi rapidi: Wheezy, una startup UK, o Gorillas in Germania sono esempi di servizi delivery garantiti entro 15 minuti. Credo che l’aspetto legato ai tempi di consegna sarà sempre più strategico e queste startup forzeranno in qualche modo anche il mercato anche della ristorazione, con un cambio di paradigma: se ci pensiamo una logistica rapida ed efficiente è quel che serve anche alle dark kitchen, l’altro grande ambito in cui abbiamo visto grossi investimenti.
Qual è stata l’esperienza gastronomica più memorabile della tua vita?
Sicuramente quella al ristorante Fat Duck di Heston Blumenthal, dove ho chiesto alla mia dolce metà di sposarmi. Avevo deciso di far nascondere l’anello dentro a un piatto, mi sembrava davvero una grande idea: quando ho mandato la mia richiesta mi hanno fatto sapere che un anello nei piatti dello chef non l’avrebbero messo neanche sotto tortura. Alla fine mi hanno proposto di incidere la scritta “vuoi sposarmi?” sullo stecco dei lollies serviti come dessert, in modo che lo leggesse dopo aver finito il gelato. Ha funzionato: più memorabile di così…