I suoi due indirizzi ad Avellino, Daniele Urban, incentrato sullo street food campano, e Daniele Gourmet, sono punti di riferimento per i buongustai della zona.
Stiamo parlando di Giuseppe Maglione, chef e pizzaiolo che ha appreso segreti ed amore per il suo lavoro dalla nonna Anna Daniele. E che oggi propone una pizza non solo gustosa, ma attenta all'etica e all'estetica. Strizzando sempre l'occhio anche all'inovazione, come con la Pizza No Covid confezionata sottovuoto.
Quando è iniziata la sua passione per l’arte bianca?
Già da bambino. A Napoli la mia famiglia possedeva alcune pizzerie e, nonostante mia madre, ben consapevole dei sacrifici che il lavoro nella ristorazione ti impone, fosse contraria, capii subito che affondare le mani nella pasta era per me una vocazione. Frequentai l'istituto alberghiero. Conclusi gli studi, anche un po' per seguire i consigli della famiglia, provai a cambiare direzione e costruii una mia realtà nel settore dell'edilizia. Il richiamo della cucina è stato però troppo forte ed oggi faccio quello che considero il mestiere più bello del mondo.
Chi le è stato di maggior ispirazione nella sua formazione come pizzaiolo?
Sicuramente mia nonna Anna Daniele. La sua storia ricorda quella di Sophia Loren nel film L'oro di Napoli. Friggeva pizze nei quartieri popolari, col desiderio di avere un giorno una pizzeria tutta sua. E ci riuscì: aprì la prima Pizzeria Daniele.
Quindi il nome dei suoi locali arriva dal cognome della nonna...
Sì, tra l'altro era una lontana parente del cantante Pino Daniele. Affianco spesso a Daniele Gourmet e Daniele Urban il mio nome per un motivo molto semplice: Daniele è un cognome molto diffuso in Campania. Da mia nonna credo di aver ereditato non soltanto l'amore per l'arte bianca ma anche la determinazione che ci metto per arrivare a realizzare i miei sogni. A trent'anni sono partito dal nulla, senza un soldo in tasca e sono riuscito in poco tempo a costruire due realtà affermate ad Avellino.
Quale locale ha visto per primo la luce?
Daniele Urban, inaugurato da ormai oltre dieci anni. Il suo format si è però evoluto nel tempo. L'anno scorso ho rinnovato e ampliato il locale e il Daniele Urban di oggi, dedicato allo street food, è un punto di riferimento per i giovani così come per coloro che sono alla ricerca di una proposta veloce e di qualità al giusto prezzo.
E quando è nato invece Daniele Gourmet?
A settembre 2020 festeggeremo i quattro anni dall'apertura. Qui la proposta è evidentemente differente da quella di Daniele Urban: cucina e pizza si fanno sofisticate, esperienziali. Volevo realizzare un'idea originale che avevo in mente già da tempo. Una pizzeria che fosse alla stregua di un ristorante, un luogo dove vivere un'emozione e non soltanto mangiare bene. Andando oltre la qualità, l'innovazione e l'etica sostenibile, ma dando un'attenzione sempre vigile all'estetica
Ha parlato di sostenibilità di piatti e pizza; ha anche pubblicato un libro su questa tematica. Qual è esattamente il suo punto di vista sulla tematica?
Noi cuochi non dobbiamo limitarci a cucinare, abbiamo il dovere e il compito di educare ad uno stile alimentare sano ed etico. Nel mio ristorante prediligo ingredienti di stagione, presidi Slow Food e eccellenze del territorio. Sostengo la filiera controllata e per questo vado sul posto a valutare il prodotto che userò per le mie pizze. Sono piccole cose ma importanti per arrivare ad ottenere il minimo impatto sull'ambiente, un mondo più green e una pizza tanto buona quanto sana.
L’estate 2020 la vedrà protagonista di un progetto temporary di grande prestigio...
La ripartenza non è stata semplice ma durante il lockdown non ho mai smesso di pensare a nuovi progetti. Dapprima ho lanciato la pizza sottovuoto, soprannominata Pizza No Covid, e poi, più di recente, è nato il progetto In Villa. Si tratta di un temporary restaurant con sede nella storica Villa Soglia. Una realtà tutta nuove e spaziosa in cui protagonisti saranno le pizze di Daniele Gourmet e i pregiati tagli di carne di Bifulco. Abbiamo aperto il 21 giugno e già stiamo riscuotendo un grande consenso.