"Culinary traveller", ovvero viaggiare per imparare la cucina di un luogo. Un vero boom nel mondo, ma soprattutto in Italia nel 2013, dove la voglia di cucinare made in Italy ha creato un fatturato di oltre 134 milioni di euro. Questi sono i dati secondo l'indagine di JFC, società di marketing e consulenza turistica, che ha diffuso i risultati della sua ricerca sul turismo enogastronomico di stampo culinario. Sono circa 18.000 i corsi in tutta Italia, organizzati da scuole di cucina, hotel, ristoranti e relais, e sono stati circa 800.000 gli aspiranti cuochi arrivati dall'estero nel Bel Paese per scoprire tutti i segreti delle ricette della tradizione.
Come sempre si confermano gli statunitensi i più numerosi (il 23,9%), mentre a seguire ecco i tedeschi (21,2%) e gli inglesi (13,3%), russi (8%), canadesi (5,6%) e austriaci (5,3%). Il costo medio per una corso di mezza giornata si aggira attorno ai 75 euro, mentre i pacchetti vacanze con full immersion hanno ovviamente costi variabili.
Le previsioni per il 2014 sono più che positive: 100.000 presenze in più, salendo così a quota 900.000 turisti. Sempre secondo la ricerca è la Toscana la regione più richiesta, seguono l'Umbria, il Piemonte, l'Emilia Romagna e la Lombardia.
Diverse le modalità di soggiorno: spesso le vancaze vengono organizzate proprio in funzione della cucina, altre volte si decide di fare un corso in mezzo alla vancanza.
In Toscana da tempo esistono luoghi dedicati ai corsi di cucina per stranieri: vedi Casa Ombuti in provincia di Arezzo, dove con il bel tempo arrivano soprattuto americani che si mettono in gioco tirando la pasta fatta in casa e preparando i piatti tipici toscani.
Sempre rimanendo in Toscana c'è la cornice fiabesca del Castello di Vicarello (provincia di Grosseto), dove la permanenza dei turisti viene coronata dai lezioni di cucina molto particolari, che si basano sempre su prodotti stagionali e regionali.
Offrono corsi di cucina per italiani e stranieri anche aziende agricole più strutturate come l'Antica Corte Pallavicina, che oltre il ristorante stellato e la produzione di Culatello offrono ai loro ospiti lezioni sulla pasta tipica emiliana, conserve e corsi di approfondimento ovviamente sulla produzione di salumi.