Joe: "Non si è ancora arrabbiato nessuno per questo libro?"
Sara: "No, non ancora"
Joe: "Peccato"
Prendete una personalità mediatica italo-americana come Joe Bastianich e affiancatelo a una giornalista, Sara Porro, che ama ironicamente commentare il mondo del cibo e i suoi clichè. Mettete che il primo chieda alla seconda di mettere nero su bianco la sua vita, dalle origini fino alla notorietà (sì, Masterchef). Ecco, tutto questo non poteva che portare a un libro, Giuseppino (edito Utet), in cui Sara Porro racconta la vita di Joe o, come lo chiamerebbe sua nonna Erminia, Giuseppino.
Smettete subito di pensare "Ma è l'ennesimo libro di cucina per Natale"; no, Giuseppino è una biografia e una bella storia, da leggere e da raccontare. Le origini del fenomeno Bastianich partono dalla fuga di nonna Erminia dall'Istria fino a New York, passano da mamma Lidia e dal ristorante Felidia e dai sapori che lo hanno portato, negli anni Novanta, ad abbracciare il mondo della gastronomia e lasciare quello della finanza.
Abbiamo fatto una chicchierata con Joe e Sara sul libro, su Masterchef e sui prossimi progetti italiani di Joe.
Perché ha scelto Sara Porro per scrivere il suo libro?
Joe: Abbiamo condiviso insieme la nascita di questa storia, mi serviva una persona per comunicare in una certa maniera le cose, qualcuno che comprendesse la realtà e avesse la capacità di catturare la mia voce. Poi insieme ci divertiamo, siamo amici da molti anni. La storia raccontata nel libro del nostro incontro in ascensore, e di Bruno Barbieri che mi consigliava di tenere vicini i giornalisti "nemici" come Sara, è tutta vera.
In cosa è diverso Giuseppino dal suo precendente libro Restaurant Man?
Joe: In Restaurant Man ero sicuramente più arrabbiato; quella è una storia di un momento particolare della mia vita. Avevo la necessità di esprimere il mio pensiero su una serie di cose che non mi sembravano giuste. La storia di Giuseppino è invece molto più personale e serena; si parla di mia nonna, mia madre e della mia infanzia. Ecco, quella serenità è stata trasmessa nel libro.
E come ha fatto a trasmettere quel tono nel libro?
Sara: Avendo una mia voce di scrittura molto personale, questa era una delle preoccupazioni fondamentali in fase di stesura: scrivere con la voce di qualcun altro. Fortunatamente con Joe abbiamo lavorato a stretto contatto, abbiamo provato vari metodi e siamo passati spesso dall'italiano all'inglese. Alla fine non abbiamo scelto una lingua, ma piuttosto dei momenti in cui Joe era più se stesso. Lui ha un senso dell'umorismo e uno sguardo sul mondo molto preciso.
Nel libro racconta il suo tour gastronomico con i suoi genitori fra i grandi ristoranti italiani degli anni '80. Cosa ricorda di quel viaggio?
Joe: Che fu abbastanza noioso, ma non avevo scelta all'epoca, avevo solo 12 anni. Anche adesso sarebbe stata una tortura. Ricordo quando vidi le Quaglie con la polenta de Al Sorriso, e di quando nel medesimo momento lanciai un cucchiaio di spinaci in faccia a mia sorella. (N.d.R. Ride)
Quale degli aneddoti raccontati nel libro le è piaciuto più raccontare?
Sara: Parlare con Erminia è stata un'esperienza emotiva molto forte. In particolare mi ha commosso l'aneddoto del saluto con suo marito al confine, quando era in procinto di partire per New York con i suoi due figli, e lui le ha portato un cartoccino di cioccolato come regalo. Erminia ha parlato di questo evento a ciglio asciutto, con molta sobrietà. In nessuno ho mai visto digerire la vita, le cose belle e quelle brutte, con questa serenità. Alla fine mi ha detto "I miei nipoti e i miei bisnipoti, quando hanno qualcosa da confessare, vengono tutti da me; puoi venire anche tu se vuoi".
Joe: Questa storia diventerà un film, ne sono sicuro.
È notizia di questi giorni che lascerà Masterchef USA e Masterchef Junior USA: fra le motivazioni la voglia di passare più tempo in Italia. Quali sono i suoi prossimi progetti qui?
Joe: In realtà credo di essere semplicemente arrivato alla fine di quella strada, è stato bellissimo, mi ha cambiato la vita, ma adesso basta. È vero, vorrei rimanere più in Italia. In programma non ci sono altri ristoranti, ma programmi televisivi, di cibo e non. Vorrei dimostrare a me stesso, e agli altri, che posso essere una personalità televisiva anche fuori dal mondo del cibo, dare prova che sono bravo, e che non sono solo fortunato perché ho vissuto una vita immerso nel cibo.
Orsone, il suo ristorante in Friuli, rimarrà per ora l'unico suo locale in Italia?
Joe: Assolutamente, mi basta questo ristorante in Italia. Scherzo, chissà in futuro. Mi ha sempre attirato l'idea di un ristorante a Milano.
Se avessi mai dovuto investire in un concorrente di Masterschef, chi avrebbe scelto?
Joe: Beh, ovviamente Ivan, il mitico Ivan, il mio preferito in Italia e anche negli Usa.
Un altro libro in futuro per un altro personaggio della gastronomia? Magari uno chef?
Sara: No ecco, l'esperienza con Joe è stata bellissima, non l'avrei mai fatto con nessun altro. Detto questo, vorrei scrivere il mio libro, e c'è già qualcosa in cantiere.
Bastianich: Si, confermo, deve scrivere il suo libro, e questa volta sarò io ad aiutarla (N.d.R. Ride).