Il caffè è un ingrediente versatile: perfetto da degustare da solo, ottimo se macchiato ancora più buono se preso corretto. La sua presenza, da ormai qualche anno, comincia ad avvertirsi anche nel mondo della mixology, che ha trovato in esso un ottimo elemento per la preparazione di drink raffinati. Ed è qui che diventa un ingrediente perfetto per i cocktail che vengono serviti al momento dell’aperitivo.
Il Bartender, quindi, dovrà relazionarsi con parametri insoliti come ad esempio l’acidità penetrante e gradevole della miscela arabica, oppure l’astringenza dei robusti caffè indonesiani, che si distinguono per note salate e pungenti.
Il “Coffee in Good Spirits” è una disciplina, nata nel 2005, che coniuga il caffè ai distillati attraverso la mixology. Il primo a diffonderla in Italia è stato Fabio Milani ed il numero di baristi interessati a questa tematica è in continua crescita, come anche i locali che offrono questa “specialità” alla propria clientela. Fra questi ultimi emerge il “Coffee and Good Spirits”, cocktail bar che il pluricampione italiano Francesco Corona ha aperto a Cuneo assieme al collega ed amico Fabrizio Giraudo.
Fra i tanti drink a base di caffè che si possono bere durante un aperitivo c’è il Black Russian, fatto con 1 ¾ di Vodka e ¾ oz di liquore al caffè. Questo cocktail fece la sua prima comparsa nel 1949, quando Gustave Tops lo servì all’Hotel Metropole di Bruxelles in onore dell’ambasciatore americano in Belgio. Il Brivido Caldo, invece, è realizzato mixando 3 parti di Whiskey, 2 di Grand Marnier, zucchero di canna e, naturalmente, 5 parti di caffè espresso. Dal gusto insolito, infine, è il “caffè al caramello”, che si prepara con 3 parti di caffè espresso, 2 parti di liquore all’amaretto, 2 di Apricot Brandy e di latte e 1 parte di caramello.