Fra l'impronunciabile e lo scioglilingua. Provate a dire "khachapuri". E ora "gochujang". Avete pronunciato "go-chou-jahng" con le dovute pause fra una sillaba e l'altra? Non ci stiamo addentrando in un trattato di fonetica, ma vi stiamo dicendo che, chi nel 2017 volesse essere à la page in fatto di trend gastronomici, dovrà aggiornare il proprio vocabolario. O quantomeno lasciarsi tentare da nuovi (improbabili? giudicherete voi) accostamenti.
Dalla Georgia, un "pan formaggio" con l'uovo
Nome: Khachapuri. Nazionalità: Georgia. Segni particolari: una "barchetta" o un disco di pasta lievitata con i bordi spessi accoglie un letto di formaggi filanti (freschi o stagionati: tradizione georgiana vuole che sia il "sulguni") su cui trova poi posto, e cuoce all'occhio di bue grazie al calore della farcia, un uovo più una noce di burro. Partito in sordina fra il 2014 - galeotte furono le Olimpiadi invernali di Sochi - ha via via scaldato i motori e ora i trend observer di tutte le latitudini puntano tutto o quasi su questa specialità tipica della cucina georgiana: da Manhattan passando per Washington D.C. e poi giù verso l'emisfero australe, blogger e foodies ne stanno tessendo sempre più le lodi non solo come antagonista della pizza (magari non con buona pace di tutti), ma anche come maxi trend per la prima colazione.
La hot list del 2017 sarà molto hot
Super star nel 2016, il piccantissimo mix tailandese di peperoncini thai, habanero e jalapeño più aglio, zucchero di canna e aceto bianco altrimenti noto come sriracha sta cedendo le luci della ribalta ad harissa (Libia, Tunisia, Algeria e Marocco), gochujang (Corea) o skhug (si dice senza k, è originario dello Yemen ed è stato poi importato in Israele).
A sostenerelo sono i più affermati studi di settore fra cui le americane Restaurant News via Mintels, Food Navigator, Business Burger, la canadese McCormick e l'inglese The Food People nelle sue sezioni "spice". Comune denominatore di tutti questi condimenti sono i peperoncini rossi o verdi, cui si mescolano spezie (fra cui cumino, coriandolo, cardamomo, pepe, chiodi di garofano), sapori dell'orto (aglio, ad esempio), salse (soya o aceto), cereali (riso glutinoso in polvere, grano, orzo...).
Le "crespelle" del Sol Levante
L'universo di crêpes, blinis, palaĉinke, pancakes, flapjacks avrà - secondo molti osservatori - un super performer: le o-konomi-yaki giapponesi (qui come farle in casa).
Perché da quando nel 2016 hanno iniziato a farsi conoscere a tutte le latitudini, prendendo spunto dal tradizionale soul food di Osaka, Kansai e Hiroshima, foodies e blogger si sono dati da fare a divulgarne le infinite varianti mentre altri, complice la versatilità stessa della ricetta, si sono permessi audaci licenze d'autore, ivi compresi i cultori del vegan. A far compagnia, pardon concorrenza all'o-konomi-yaki c'è tuttavia un altro big dell'universo crespella: arriva dalla Cina settentrionale, è noto ai più come jianbing e, dopo aver fatto faville a Londra, sta letteralmente conquistando gli States, se dobbiamo prestare fede alle cronache più recenti.
Nel 2017 aspettatevi anche...
Alghe essiccate e moringa (li hanno incoronati entrambi come gli antagonisti più accreditati del cavolo nero o kale che dir si voglia), acque vegetali (già ampiamente annunciate) e, secondo l'anglosassone Waitrose, verdure con lo yogurt. E poi, zuppe di frutta (il souping si fa sempre più strada) in particolare con un nuovo protagonista del 2017: il dragon fruit. Ma anche poke (dite però "p-okay") hawaiani con pesce crudo e verdure e, di contro, peccaminosi anzi decadenti freakshakes, alias i frappè "super contaminati" nati in Australia e in grado, con appena un paio di cucchiaiate, di mandare all'aria anche la più rigorosa fra le diete.
Non ci credete? Immaginate allora un frappè alla vaniglia - per citare un solo esempio - sormontato da biscotti, caramello dolce e salato, burro d'arachidi, banana, gelatine di frutta, marshmallows... Noi ci fermiamo qui, ma alla fantasia non c'è limite. Benvenuto 2017.
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