Un quaderno di ricette, un'isola, un imperatore. Ingredienti sufficienti a scrivere un libro - specialmente se l'imperatore in questione è Napoleone e l'isola è l'Elba. Le ricette raccolte da Squarci, direttore dell'ospedale in epoca napoleonica, sono state raccolte dallo chef Alvaro Claudi. E - ovviamente - abbondantemente rivisitate, dal lessico alle unità di misura, cercando di rispettare tecniche di cottura e proporzioni degli ingredienti.
Il quaderno Squarci ci restituisce aromi e sapori di un'epoca, i primi decenni del 1800, la cui cucina è molto lontana da noi - ma non abbastanza da non apprezzarla. A patto di vincere un po' di (naturale) diffidenza: i pesci più usati sono anguilla e tartaruga e nella carne prevalgono piccioni e selvaggina. Ed è impossibile, per un italiano, non notare l'assenza di pomodori e patate: non erano ancora arrivate sull'isola. Una cucina definibile come borghese, divisa tra preparazioni "casalinghe" e piatti più ricercati, che risentono dell'influsso francese.
Inevitabile l'accendo del titolo a Napoleone. Anche se, nei suoi anni d'esilio sull'isola, il generale francese non si è dimostrato un gran gourmet. Eccezion fatta per i dolci: pare amasse in modo particolare inzuppare i biscotti nel passito.
Per ogni ricetta è presente la versione originale e quella "tradotta". Chi capirebbe altrimenti che ammozzellare vuol dire amalgamare? O che il biscotto è una fetta di pane non salato essiccato in forno? E se magari tutti possiamo interpretare il butirro come il burro, non è altrettanto facile intravedere nelle saragie le ciliegie.
Se temete che le preparazioni siano interessanti da leggere, ma poco appetibili (o digeribili) per un palato del ventiduesimo secolo, ricredetevi. Impossibile non farsi ingolosire dal bianco mangiare o dalle spume di cioccolato, o resistere alla tentazione di provare un sorbetto o un liquore (di stagione quello alle fragole). E se avete paura a cimentarvi con l'opulenza del pasticcio di maccheroni, cominciate dalle frittelle di riso o dalla conserva di pera.
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