Dopo l’addio al Trussardi alla Scala, la breve collaborazione a Palazzo Parigi, Luigi Taglienti è ora pronto per Lume, il nuovo ristorante in Via Giacomo Watt 37, zona Naviglio Grande nell’ex Fabbrica Richard Ginori, all’interno di uno spazio polifunzionale chiamato W37, gestito da MB America, società di valorizzazione di beni, e di investimenti con sede a Miami.
Lume avrà circa 35 coperti e lo chef si occuperà, a seconda delle richieste, anche dell’offerta gastronomica dell’enorme spazio dedicato agli eventi (circa 1000 mq).
Ancora il massimo riserbo sull’offerta gastronomica - anche se durante Le Strade della Mozzarella abbiamo forse intravisto uno dei suoi nuovi piatti - ma Luigi ha comunque risposto ad alcune domande sulla sua nuova avventura.
I primi naturali interrogativi riguardano la nuova location: cosa ci fa Taglienti in via Watt? La zona, all'apparenza non particolarmente glamour, si discosta non poco dalle precedenti sedi milanesi - Piazza alla Scala e Porta Nuova - ma lo chef non sembra turbato da questo cambio, anzi è più che mai convinto dello spostamento:
“È importante dare profondità alla città. Il centro di Milano si sta allargando e il centro storico è sempre più difficile da raggiungere per chi viene da fuori. Poi la zona di via Watt è incredibile, viva e piena di potenziale: il sabato mattina c’è un grande mercato dove andremo a fare le spesa; da lì si può attraversare il Naviglio e correre verso Pavia; si può fare una passeggiata senza il trambusto del Duomo”.
Dopo Carlo Cracco e Matias Perdomo, rispettivamente con Carlo e Camilla in Segheria e Contraste in via Meda, la domanda sorge spontanea: i grandi chef stanno fuggendo dal centro?
Lo chef risponde “Non tutti scapperanno, ma è importante capire che la città si sta sviluppando in un certo modo, e destinazioni gourmet come Lume possono fartci riscoprire dei luoghi sottovalutati. In più chi verrà da fuori città arriverà più facilmente, con possibilità di parcheggiare”.
E aprire adesso, alla fine di Expo 2015, è un male o un bene? Taglienti ha perso l’ondata positiva o è proprio ora che si può fare la differenza a Milano?
“Sono contento di tutto il fermento in città, pre e post Expo. Questo inevitabilmente alza l’asticella della qualità e sei portato a fare sempre bene, soprattutto c’è un’utenza sempre più alta e il gourmet ha un metro di paragone più immediato. Credo che adesso sia un buon momento per la città”.
Noi intanto attendiamo l’apertura ufficiale di Lume e di scoprire ufficialmente il menu e i nuovi piatti dello chef; i lavori del ristorante sono ancora in corso ma stanno per essere ultimati.
A breve maggiori notizie al riguardo.