"Vogliamo far capire quanta bellezza ci sia nell'insetto come ingrediente in cucina". È con queste parole che Roberto Flore, head chef del Nordic Food Lab, ci ha parlato di On Eating Insects, il libro appena uscito per Phaidon in cui lui, il collega Josh Evans e il direttore Michael Bom Frøst raccontano di come gli insetti siano "patrimonio gastronomico mondiale". Tra aneddoti di viaggio e vere e proprie ricette il libro mostra come l'entomofagia sia parte della cultura tradizionale di centinaia di migliaia di persone nel mondo.
Va detto che, negli ultimi anni, il tabù sul mangiare insetti è (in parte) caduto: di entomofagia si è parlato tanto, e quasi sempre in relazione alla sostenibilità. Sempre più fonti autorevoli - tra cui la FAO - hanno indicato l'allevamento di insetti come un filone di ricerca da sviluppare, grazie agli ottimi valori nutrizionali della "carne di insetto" e al bassissimo impatto ambientale del loro allevamento, specialmente se paragonato a quello bovino o suino.
Gli insetti possono davvero essere una risposta al problema della fame nel mondo? Grilli, cavallette e bachi da seta saranno le fonti proteiche del futuro? Di queste e altre problematiche abbiamo parlato qui.
Il rischio della spettacolarizzazione dell'entomofagia però esiste, come già ci avvertiva Flore nel 2015, poco prima che l'Unione Europea andasse al voto per inserire gli insetti tra i cosiddetti "Novel Foods". L'UE ha dato il via libera e ora gli insetti possono essere commercializzati sul mercato europeo, ma il rischio ora è che l'entomofagia diventi una mera tendenza, che passerà in fretta come è arrivata, trattata in maniera superficiale, senza approfondare le reali potenzialità gastronomiche di locuste & co.
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