A una settimana dalla riapertura di bar e ristoranti in tutta Italia (la prima ad aver tirato su le saracinesche è stata la provincia di Bolzano l’11 maggio, mentre il 23 maggio è toccato al Piemonte) il comparto comincia a tirare le somme. Molti esercizi hanno deciso di non aprire, o comunque di rimandare la data del nuovo inizio, come vi abbiamo raccontato. Intanto, prosegue l’azione di #FareRete, il progetto che riunisce circa trenta realtà associative italiane, per un totale di oltre 100 mila addetti ai lavori, tra cui Ambasciatori del Gusto, Apci, Ampi, Chic e Jre.
Il gruppo, che di fatto rappresenta l’intero comparto, chiede interventi economici immediati e misure da prendere in considerazione sul medio periodo. Richieste che riguardano punti cruciali e delicati per la vita delle attività legate alla ristorazione, toccando temi che vanno dal pagamento degli affitti e l'esenzione Imu, all’uso della carta di credito per il pagamento del cosiddetto “no show” dei clienti e la richiesta di un codice Ateco ad hoc, da attribuire in maniera ristretta al settore.
Anche nella Fase 2, la mobilitazione che ha caratterizzato i mesi di lockdown e di emergenza Coronavirus non viene meno: dalle ipotesi della neonata associazione Italian Hospitality Network, che dà voce ai bartender e alle istanze del mondo dei cocktail bar, alle richieste della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi - ultimo l'appello al Governo di Matteo Musacci, presidente dei giovani imprenditori di Fipe, affinché in futuro cambino le disposizioni per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale tramite Invitalia. “Sono stato 5 centesimi di secondo più lento dei 3.150 Husain Bolt che sono riusciti a rientrare tra gli ammessi al contributo. E dunque le mascherine, obbligatorie per poter lavorare e far lavorare i miei 5 dipendenti in sicurezza, dovrò acquistarle da solo”, afferma.
Ma quali sono le misure economiche che possono aiutare concretamente il mondo della ristorazione nella ripartenza? Ecco le richieste al Governo di #FareRete, per intervenire nell'immediato e nel medio-lungo periodo.
Fase 2 e #FareRete: 6 misure economiche immediate per la ripartenza
Sono sei i punti su cui si concentra #FareRete, che prevede degli interventi economici immediati per aiutare la ripartenza del comparto della ristorazione nella Fase 2. Si torna ancora una volta sul tema degli affitti e della cassa integrazione, ma anche sul prolungamento della concessione del suolo pubblico.
- 18 settimane di cassa integrazione, consecutive e non frammentate, con la possibilità di prolungamento fino al 31.12.2020 per un reintegro calmierato
- Il ristoro del 100% degli affitti per i mesi di chiusura forzata con credito trasferito per legge al locatore e l’applicazione della L.431/98 (affitto calmierato cedolare secca) anche per il commerciale
- L’esenzione del pagamento IMU
- Il prolungamento biennale della concessione del suolo pubblico
- Il superamento della criticità legata alla responsabilità civile e penale in campo all’articolo 42 del Decreto Cura Italia
- La detassazione sulle risorse umane per gli oneri contributivi e assistenziali e dei benefits sino al 30 giugno 2021 estesa anche alle nuove assunzioni
Un programma per salvare il settore della ristorazione: le richieste sul medio e lungo periodo
L'emergenza Coronavirus ha fatto sì che per la prima volta le principali realtà associative del mondo gastronomico si unissero per parlare con un'unica voce. Così, ribadendo la necessità di dialogare con le istituzioni, #FareRete ha presentato al Governo un piano sul medio e lungo termine: un invito a tutelare l'intero comparto con una certa programmaticità, affinché possa essere gestito con criterio anche il post pandemia.
Ecco, qui di seguito, le richieste a medio termine di #FareRete:
- Prevedere l’utilizzo della carta di credito come tutela del fenomeno del “no-show”
- Prevedere misure di finanziamento a fondo perduto, destinate specificamente alla ristorazione e vincolate all’acquisto di prodotti alimentari italiani
- Attribuire un codice Ateco più stringente e identificativo del settore ristorazione
- Istituire il registro unico dei controlli approvando definitivamente la proposta di legge ancora pendente in parlamento
- Istituire un tavolo permanente presso il Mipaaf (Ministero delle politiche alimentari agricole e forestali) con le associazioni di categoria, nell’ottica di uno sviluppo integrato della filiera “dal campo alla tavola” e presso il Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) per pareri tecnici e punti di vista strategici anche nel settore turistico
Non mancano le richieste sul lungo periodo, in particolare #FareRete lamenta l'assenza di un dicastero specifico, che rappresenti l'intero comparto. "L'assenza di una 'casa istituzionale' a cui fare riferimento rende ancora più difficile il passaggio di informazioni e il contributo concreto che il comparto stesso desidera offrire alle forze politiche", si legge nel comunicato ufficiale.
Qui di seguito, infine, riassumiamo le considerazioni e le richieste sul lungo periodo di #FareRete:
- Interventi nei comparti Fiere e Congressi, che generano un indotto significativo per il settore alberghiero e per il banqueting
- Considerare i rappresentanti del made in Italy degli imprenditori e non degli artigiani, con un cambio di prospettiva. "Quegli imprenditori che rappresentano il made in Italy in tutto il mondo e le cui attività contribuiscono al PIL italiano con doppia cifra. Una rivoluzione gentile e concreta di cui il progetto #FareRete si fa portavoce restando in attesa di un confronto".
- Contemplare un dialogo tra le parti in una visione ampia e prospettica della politica, in modo da avere un reale nuovo progetto per il Paese.