Arte e design sono sempre più vicini al mondo della gastronomia. E dalla contaminazione tra discipline diverse nascono nuove realtà fine dining. Tra gli ultimi indirizzi nati in questa direzione c’è My Seacret a Napoli, che si candida a diventare il primo ristorante-galleria della città partenopea. Si trova lungo la storica via Chiatamone, là dove uno scorcio panoramico lascia intravedere il mare, con l’isola di Capri sullo sfondo. Una visione che anticipa idealmente la proposta della cucina, che qui incontra l’alfabeto dell’arte, con un’esposizione continua e permanente di quadri e sculture di artisti napoletani.
My Seacret, la location e il progetto
Il ristorante nasce da un’idea di GM Group, azienda partenopea specializzata nella produzione di cornici artigianali completamente made in Italy, proprietaria anche di Le Voci di dentro, galleria e piattaforma online dedicata al design e all’arte contemporanea. Cucina a vista, due livelli e un mood attuale caratterizzano gli spazi.
Ecco quindi un locale piccolo e accogliente, con solo 22 coperti, dove si mangia circondati dall’arte, a tu per tu con quadri e sculture. Un ambiente versatile, che cambia con il cambiare delle opere esposte, tra poltroncine blu e inediti duetti cromatici a seconda degli allestimenti proposti.
Un ristorante che diventa una vera e propria galleria d’arte, dove le opere degli autori partenopei si possono ammirare non solo alle pareti, ma anche sui tavoli.
My Seacret, il menu
Ai fuochi c’è il giovane chef Antonio Passariello. Classe 1987, vanta una specializzazione in cucina macrobiotica e un trascorso stellato a La Locanda del Borgo, il ristorante all’interno di Aquapetra Resort & Spa a Telese Terme. A capo di una brigata under 35, propone una cucina che fa dell’incontro e delle contaminazioni con altre culture e tradizioni la sua cifra.
Una cucina di mare, capace di passare dal napoletanissimo polpo alla Luciana, o dal baccalà, alla nipponica salsa ponzu, dal limone sfusato d’Amalfi al wagyu e alla polvere di plancton.
Una particolare attenzione all’estetica e ai colori dei piatti richiama idealmente il contesto in cui vengono serviti: si va dal Polpo cotto a 72°C con maionese di polpo arrostito, goma wakame e limone candito allo Gnocco di patate ripieno di fior di latte di Agerola, battuto di scampi marinati con salsa ponzu e polvere di arancia. E ancora, Dentice cotto in foglia di shiso, gelée di umeboshi e cavolfiore gratinato e Palamita scottata, finocchi, brodo di shiitake e perle di tapioca.
Non manca qualche proposta di carne, dalla Pancetta di maiale confit con senape di Digione, scarola, papaccella e crema di bufala, alla Tartare di wagyu, uovo di quaglia crudo, maionese di ostrica, caviale e affumicatura alla canapa. In sala c’è Christian Moreno, maître attento e preparato, cui è affidato il racconto “segreto” di My Seacret.
My Seacret
Via Chiatamone 31, Napoli