Quando si parla dei motivi per cui visitare la Norvegia il cibo non viene mai menzionato. In confronto all’aurora boreale e alla maestosità dei fiordi, ai boschi incantati - e abitati da troll - e ai pittoreschi paesini di pescatori, la cucina sembra non avere nemmeno una chance. Eppure anche questo settore può riservare molte, graditissime sorprese.
Sarebbe riduttivo, in un paese che si estende su più di 385.000 chilometri quadrati e ha una grandissima differenza di clima e ambienti, pensare di riassumere la tradizione gastronomica in poche righe. Noi vi diamo qualche consiglio di viaggio per una delle mete di viaggio più battute, le isole Lofoten, con un passaggio a Oslo, capitale e punto di ingresso del paese.
Isole Lofoten
Scogliere a picco sul mare, sole fino a mezzanotte nei mesi estivi e il gioco dell’aurora boreale in quelli invernali, villaggi di legno rosso che punteggiano i prati: la bellezza delle isole Lofoten, arcipelago di 7 isole sopra il Circolo Polare Artico, è selvaggia e travolgente.
L’attività principale rimane l’acquacoltura, in particolare quella di merluzzo, che è protagonista della maggior parte dei piatti tipici sotto forma di tørrfisk - stoccafisso, appeso ad essiccare al vento durante i mesi invernali - oppure klippfisk - baccalà, messo sotto sale.
La vivace cittadina di Svolvær, capoluogo delle Lofoten, è un ottimo punto di partenza per cominciare a esplorare le isole a avvicinarci alla loro cucina.

Børsen Spiseri, costruito in un molo del 1828, propone specialità locali come lo Stockfish Royal (filetto di stoccafisso al vapore, carote stufate, uova al burro e patate), oppure la Balena marinata e la Brandade di stoccafisso. La cena si conclude nel pub adiacente con un cicchetto di aquavit, liquore tradizionale a base di patate e cumino, servito insieme a chips di pelle di merluzzo essiccata (ve l’avevamo detto o no che era il protagonista assoluto?).
A poche decine di chilometri troviamo il fishing village di Henningsvær, 450 abitanti. Per far capire l’importanza che riveste la pesca da queste parti la nostra guida ci racconta che, da quando hanno 7 anni, i bambini si guadagnano la paghetta nelle fishing factories tagliando la lingua ai merluzzi.
Da Lofotmat, piccolo ma delizioso bistrot di stampo nordico, si acquistano prodotti locali, dalle marmellate ai salumi, e si mangiano piatti semplici e confortevoli come la zuppa di gamberi.
Per dormire c’è l’Hattvika Lodge, i cui proprietari propongono un’autentica esperienza di pesca al merluzzo che - se il mare è in buona - può diventare molto divertente. La sera si mangia in un autentico cottage da pescatori del 1880, gustando piatti semplici ma ben fatti in base al pescato fresco del giorno (difficilmente sarà merito vostro). E per chi volesse, a seguire, bagno nella sauna all’aperto.
Chi ben comincia…

La frokost (colazione) in Norvegia è un pasto importantissimo. La catena Thon, che ha più di 40 hotel in tutto il paese, ci ha riservato le più sontuose, straordinarie colazioni che ci sia mai capitato di fare. Alle isole Lofoten, ad esempio, il Thon Hotel di Svolvær - l’edificio più alto dell’arcipelago - propone una colazione con vista sul golfo allietata dalla musica un pianista.
Nel buffet troviamo decine di varietà di pani, come il Fjellbrod a base di farina di segale e semi misti, altrettante di formaggi e salse - compresi Kaviar, patè di uova di sgombro, e Brunost, formaggio scuro dolciastro, staples nelle dispense norvegesi - pesce affumicato e marinati, yogurt e succhi freschissimi, marmellate di bacche e dolcetti fatti in casa. Per chi lo desiderasse un cuoco è pronto a preparare omelette, uova di ogni tipo e i pancakes norvegesi, più sottili di quelli americani. Dopo una colazione così, siete pronti ad affrontare le temperature più rigide.
Oslo
Doverosa premessa: Oslo è una città costosa. Costosissima. Il costo medio di una cena fuori è proibitivo per qualsiasi turista "traveling on a budget" e anche un pranzo con un panino, o una semplice colazione al bar, possono riservare sgradite sorprese al momento del conto.
Il capitolo alcolici è ancora più drammatico, come descrive bene Camilla Bonetti, italiana di stanza in Norvegia, nel suo divertente e utile libro Dalla A alla Å. Norvegia: istruzioni per l’uso: “Al supermercato […] nulla che superi i 5 gradi. La vendita è consentita fino alle 18 in settimana e fino alle 16 il sabato. Per trovare vino e superalcolici è necessario recarsi al Vinmonopolet, la rivendita nazionale di alcolici presente in ogni città. Qui si trovano prodotti provenienti da tutto il mondo, a prezzi che fanno venire l’emicrania”.
Il nostro consiglio? Il mercato coperto di Mathallen offre trenta tra caffè hipster, bistrot, angoli di street food e negozi con specialità locali e internazionali a prezzi - relativamente - contenuti. Al suo interno i birrofili si perderanno da Hopyard e Øltorget, rispettivamente un negozio e un pub con una selezione di birra artigianale norvegese tra le migliori del paese.
Se invece non avete limiti di budget vi ricordiamo che a Oslo c’è Maeemo, il ristorante con tre stelle Michelin più a nord del mondo, dove un menu degustazione con abbinamento vini costa circa 600 euro.