Se non avete niente di pronto a casa, se non avete voglia di uscire o se volete poltrire davanti alla TV, la soluzione per riempire lo stomaco è sempre quella: una pizza. Pensate che, nel mondo, se ne vendono più di 5 miliardi all’anno. Il piatto veloce, economico e saporito per antonomasia, ma non fate mai l’errore di pensarlo anche come un piatto semplice. La quantità di scienza contenuta in ogni singola fetta vi stupirà.
Pizza Curiosità: partiamo dalla forma
Per una volta iniziamo non parlando di chimica o fisica, ma di matematica. Vi siete mai chiesti se si spende meno comprando una pizza per quattro persone, o quattro pizze da una persona?
Come di sicuro ricorderete, la superficie di un cerchio, e dunque di una pizza, è dato dalla formula
A=πr^2
Dove π è pi-greco (3,14) e “r” il raggio. Per una pizza media, il raggio è di 4 pollici, quindi la superficie è pari a circa 50 pollici quadrati. Se il raggio raddoppia, la superficie, però, non raddoppia: con un raggio di 8 pollici, infatti, è pari a circa 201 pollici quadrati. Quindi quattro volte maggiore. Considerando che una pizza “big” costa in genere il doppio, è decisamente più conveniente, visto che vale per quattro.
Perché ci piace così tanto la pizza?
Risolto il problema su quale sia il metodo migliore per approvvigionarsi di pizza, passiamo a un’altra questione piuttosto spinosa: perché piace così tanto la pizza?
Nei soli Stati Uniti, stando a un rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura, un americano su otto mangia pizza ogni giorno. Se ci riferiamo a ragazzi tra 6 e 19 anni, la percentuale è addirittura del 26%. Uno dell’Università del Michigan, del resto, ha spiegato perché, su un campione di 504 studenti, la pizza risultasse di gran lunga il cibo più gradito. Gli scienziati hanno identificato la causa di questa ghiotta dipendenza nel mix di pasta, formaggio, pomodoro e condimenti.
Dipendenza da Pizza: questione di ingredienti
La pasta, del tutto simile al pane, è ricca di carboidrati che, andando incontro alla reazione di Maillard durante la cottura, scatenano un profumo aromatico che stimola l’appetito. Inoltre, i carboidrati sono un macronutriente molto gradito dal palato e dal cervello, e grazie all’estrema digeribilità creano un effetto di “dipendenza”. Effetto al quale contribuiscono anche i grassi, di cui è invece ricco il formaggio. Questo ingrediente, del resto, è pieno zeppo anche di ottima caseina, proteina di grande valore nutrizionale che, una volta digerita, rilascia casomorphine. Una proteina più piccola, del tutto benevola, che stimola i recettori “mu” e “k”, cioè quelli che regolano anche agli stati di piacere nel nostro cervello. Un’abbondanza di casomorfina scatena questi recettori, regalando uno stato di benessere senza pari mentre assaporiamo una fetta di pizza con formaggio colante.
A tutti questi fattori, si aggiunge pure la grande quantità di pomodoro presente in una pizza. Pomodoro? Sì, proprio lui. Come è ormai assodato, i sapori di base non sono quattro.
Ad acido, dolce, amaro e salato, infatti, si aggiunge l’umami. È il meno definibile di tutti, ma si sa che la sua sostanza di riferimento è il glutammato, e che questo conferisce al cibo un gusto irresistibile. “Umami”, infatti, in giapponese significa “saporito”. Un cucchiaio di parmigiano contiene circa 75 milligrammi di glutammato, e infatti questo formaggio è delizioso. Figuriamoci l’effetto dei 140 milligrammi che troviamo nei tre cucchiai di pomodoro che, in media, vengono utilizzati per una pizza!
Il celebre piatto italiano, ora lo avete capito, è un concentrato di scienza pronto a solleticare il vostro cervello. Volete scatenarlo come non mai? Ordinate una pizza classica, con l’aggiunta di abbondante parmigiano, ma preparatevi a mangiarne un paio.