Quante volte, scorrendo con lo sguardo il menu di un ristorante, vi siete chiesti "quanto è corretto questo prezzo"? Non è certo una novità che spesso i ristoratori applichino ricarichi sui piatti perdendo un po' il senso della misura.
Thrillist ha chiesto a un gruppo di chef quali sono i piatti con cui, non diciamo ingannano, ma comunque se ne approfittano un po' della nostra ingenuità di clienti, che spendiamo allegramente cifre alte pensando siano motivate. Le risposte sono sorprendenti: nella maggioranza dei casi sono proprio i piatti più costosi ad avere un prezzo più ingiustificato.
Ecco alcuni esempi:
KOBE
Una faccenda complessa, che vi abbiamo spiegato qui: la denominazione Kobe è aperta a ogni genere di sfruttamento e imitazione. Molti ristoranti la utilizzano come sinonimo di "aggiungi 15 dollari al conto", ma senza alcuna garanzia di autenticità, servendo un Kobe che non può propriamente definirsi contraffatto, ma non risponde sicuramente ai rigidissimi criteri di certificazione giapponese. Un'altra carne, semplicemente.
TARTUFO
Immagine: Emma Cole
Che il tartufo fosse ad alto rischio truffa ce lo aspettavamo. Ma che i ristoranti utilizzassero qualche "imitazione chimica o un estratto molto diluito", ecco, questo ci getta nello sconforto all'idea di non poterci fidare (quasi) di nessuno, quando si tratta di tartufo. E sicuramente spendiamo meno - e magari mangiamo meglio - a preparare i nostri tagliolini a casa, dove una grattata non è certo gratis, ma nemmeno costa così.
OSTRICHE
La difficoltà nel servire un piatto di ostriche? Nessuna. O meglio, una sola: trovare fornitori che ci garantiscano una qualità molto alta. Certo, aprirle non è facilissimo (qui vi spieghiamo come farlo a casa), ma niente paragonato ad altre abilità culinarie.