Una ricetta, per uno chef, è l'equivalente gastronomico di un libro per uno scrittore o un dipinto per un pittore. E quindi, in quanto proprietà intellettuale, non dovrebbero avere la stessa protezione legale?
Fine Dining Lovers ha contattato alcuni esperti del settore per sviscerare la questione e capire cosa fare a questo proposito.
LEGGE SUL COPYRIGHT E CUCINA
La legge sul copyright protegge i creatori di opere musicali, artistiche o letterarie che abbiano una forma tangibile. Una ricetta può rientrare nella categoria. Martin Berger, dello Swedish Patent and Registration Office, spiega: "Anche se le ricette contengono molto testo e molte informazioni, in linea di principio non possono essere protette dal copyright perché contengono solo il nome degli ingredienti, la loro proporzione e qualche istruzione. Un'istruzione non è originale, non è individuale e non è un'opera d'arte".
Un punto di vista che sicuramente non tiene conto della creatività del lavoro di uno chef. Fortunatamente, come vedremo, il copyright non è l'unica strada possibile per proteggere l'unicità della creazione di uno chef. Negli Stati Uniti è diventato famoso il caso Publications International vs Meredith, che riguardava un libro di ricette a base di yogurt di un famoso brand: "L'identificazione degli ingredienti necessari alla preparazione di un piatto è una semplice constatazione di fatti". Insomma, sembra che il copyright non sia nemmeno di molto aiuto.
Natasha Reed, esperta di copyright allo studio Foley Hoag LLP di New York, spiega meglio a Fine Dining Lovers che "Dal momento che il cibo è 'utile', la legge sul copyright si applicherà soltanto se un piatto incorpora in sé caratteristiche altamente creative che sono separabili, fisicamente o concettualmente, dalla sua utilità. Come la torta Mondrian di Caitilin Freeman".
La torta è uno dei tanti dolci ispirati all'arte moderna, pensati per il Blue Bottle Coffee del San Francisco Museum of Modern Art, realizzati nel libro della Freeman Modern Art Desserts.
BREVETTTO
Il brevetto potrebbe essere ancora più utile del copyright. Secondo Daniele De Angelis, avvocato allo Studio Legale Bird & Bird di Milano, il brevetto "ha a che fare con invenzioni che propongono soluzioni a problemi tecnici. Finché delle ricette soddisfano questi requisiti possono ottenerne uno". Martin Berger specifica poi che l'invenzione "non deve essere nota in nessun'altra parte del mondo. Deve essere completamente nuova".
È importante registrare il brevetto il prima possibile, perché la ottiene il primo a registrare un'invenzione, non il primo a idearla. Esistono già diversi brevetti, come quella sulla Sponge cake che lievita nel microonde o quella per conservare burro d'arachidi e gelatina nello stesso contenitore.
MARCHIO REGISTRATO
Il trademark o marchio registrato normalmente aiuta a proteggere loghi o caption pubblicitarie, ma può anche servire per il packaging, la forma o l'aspetto di alcuni prodotti gastronomici. O perfino dei ristoranti.
Un esempio? Il contenzioso legale che ha coinvolto i due ristoranti messicani Two Pesos e Taco Cabana. Uno ha portato l'altro in tribunale accusandolo di avere un "aspetto" troppo simile al suo... e la Corte Suprema gli ha dato ragione.
SEGRETO COMMERCIALE
Un'ultima linea di difesa, per gli chef, è il segreto commerciale. Invece che registrare ufficialmente la ricetta o il processo di creazione di un piatto, si può provare a mantenerlo segreto, come hanno ad esempio fatto Coca Cola per la sua bibita o KFC per la sua pastella. Sta allo chef decidere se tenere una ricetta segreta anche a chi lavora nella sua cucina: difficile, ma non impossibile, da realizzare, e nel caso la preparazione venga "rubata" è facile rintracciare il colpevole. E punirlo.
L'avvocato Cinnamon Stephens ce ne dà un esempio: "Negli Stati Uniti il furto di segreti commerciali viene criminalizzato come Economic Espionage Act e può portare a multe importanti, o addirittura alla prigione fino a 10 anni".
Speciali ringraziamenti a Natasha Reed, Daniele De Angelis, Cinnamon Stephens e Martin Berger.