Un progetto ambizioso quello di Litho55, il ristorante di Portici dalle mille anime, capace di diventare cocktail bar e immediatamente un indirizzo che propone sushi e il miglior pesce fresco.
In un ambiente raffinato con vista speciale, ad occuparsi della cucina è Raffaele Dell'Aria, chef cresciuto da Taverna Estia dello chef Francesco Sposito.
Quest'intervista è stata l'occasione per scoprire dalle parole delle chef qual è la sua idea di cucina e come la applica ad un'indirizzo versatile come Litho55.
Quando è iniziata la sua passione per la cucina?
Sono follemente appassionato di cucina fin da quando ero piccolo. Allora come oggi mi divertivo a sperimentare sempre nuovi piatti. Un amore per il cibo che conservo immutato dentro di me.
Quando la passione si è trasformata in professione?
Sicuramente quando sono approdato a Taverna Estia con lo chef due stelle Michelin Francesco Sposito. Lì ho maturato le mie conoscenze e tecniche di cucina. E sono arrivato a ricoprire il ruolo di sous chef.
Poi è arrivato da Litho55.
Litho55 è un progetto nuovo e ambizioso ma con solide radici. Voluto dalla famiglia Brancaccio,
ristoratori da due generazioni a Portici con il ristorante partenopeo La Tradizione, l'indirizzo guarda ai nuovi modelli di consumo, ad una cucina contemporanea e cosmopolita. Un'offerta fatta di incontri e sincretismi: dal Mediterraneo al Giappone, dalla Francia alle nuove tendenze della mixology. Ha aperto le sue porte nel novembre del 2020.
Foto Aurora Scotto di Minico
Come descriverebbe l'esperienza di Litho55?
Ricerca gastronomica, estetica del piatto, un'importante carta di vini e champagne definiscono l’esperienza del ristorante, a cui contribuisce un ambiente elegante con cucina a vista sull’ampia sala interna e un panorama che abbraccia la Penisola Sorrentina e Capri.
Come si sviluppa l’offerta food?
Comprende due percorsi degustazione: Arso, con piatti di terra, Onda, con piatti di mare. A questi si aggiunge un menu alla carta. Abbiamo poi un'area sushi e crudi di mare con l’opzione Componi il tuo crudo. Un’attenzione particolare è dedicata alla selezione ostriche e caviale con prodotti provenienti dall’Italia, dalla Francia e dall’Irlanda.
Quanto è presente il territorio nel menu?
Da buon napoletano prediligo prodotti locali e di stagione. Ad esempio nel mese d dicembre si troveranno in carta i friarielli, le papaccelle ricce, la zucca lunga napoletana, la zuppa forte e altro ancora. Non mancano di certo le eccellenze dal mondo come il burro della Normandia, formaggi francesi, Jamòn Iberico, Kobe dal Giappone.
Foto Aurora Scotto di Minico
C'è un piatto che la rappresenta più di altri?
Senza ombra di dubbio i Ravioli ripieni di astice e provola con spuma di friarielli e colatura di alici di Cetara.