A Bologna c'è una coppia di sorelle più famose delle Kessler - o delle Simili. Rebecca e Veronica Fosser, 29 e 32 anni, sono il cuore, la mente e le mani dietro l'Offelleria Sorelle Fosser. Il piccolo laboratorio di pasticceria artigianale - torte, cupcakes, biscotti - adesso fa parte del progetto di Zoo: negozio di libri, abiti e design, laboratorio culturale, spazio espositivo e appunto gastronomia. Dietro al bancone trovate Rebecca, con cui Fine Dining Lovers ha parlato di questa nuova avventura.
Com'è nata l'Offelleria?
Fondamentalmente per caso. Io e mia sorella ci siamo sempre divertite a cucinare insieme. Poi è arrivata la scoperta della pasta da zucchero e i corsi di cucina americana: quasi una folgorazione. Abbiamo iniziato a fare torte per gli amici, i battesimi, i compleanni, le feste di laurea: pian pianino, tramite il passaparola e le foto su Facebook, le richieste sono aumentate. E da lì è nata la ricerca di un posto "nostro", dove creare liberamente.
Ed è arrivato Zoo. Come lo definirebbe?
Un contenitore di tante cose. Un luogo dove l'arte viene declinata in tante versioni: come abbigliamento e illustrazione, arti visive e pasticceria. Volevamo un posto magico, che si distinguesse da tutti gli altri, con un ambiente d'impatto e una cura estetica molto forte.
Qual è la proposta gastronomica?
Il nostro punto forte sono i bagel farciti, principalmente con salmone o vegani. E poi abbiamo una vasta offerta di torte salate e dolci, su tutte la carrot cake e la cheesecake. Però italianizzate, alleggerite da tutto quel burro e quello zucchero. E poi molte proposte vegan anche in pasticceria.
Come mai questo interesse per la cucina vegana?
Non sono vegana, ma cerco di ridurre gli sprechi. Ai miei inizi in pasticceria mi stupivo: ordinavo quantità impressionanti di burro, latte e uova, e non sempre le usavo. Anche se erano ingredienti selezionati, provenienti da aziende agricole biologiche del territorio, volevo comunque porre un freno.
E quello per la cucina americana, invece?
Da un motivo dei più banali: un viaggio a New York dove mi sono innamorata del concetto di bakery, più che dei dolci, dell'atmosfera, dell'immaginario che si crea. Quello non pacchiano, ovviamente!
La torta di cui va più fiera? E quella che si è sempre rifiutata di fare?
Una torta Beatles fatta per una festa di laurea. Mentre mi sono rifiutata di soddisfare qualsiasi richiesta a luci rosse - e dire che me ne arrivano tante.
Se qualcuno parla di cake design si offende?
Non vivo la pasticceria come una sfida a torte sempre più complicate. La decorazione di dolci per me è puro divertimento. In futuro mi piacerebbe approfondire il legame con il mondo dell'arte o dell'illustrazione. Non mi vedrete mai a fare torte di Barbie, ecco: non che ci sia niente di male, ma non mi appartengono.
Fonti di ispirazione italiane?
A Bologna mi piacciono molto Berberè e Camera a Sud, a Roma la Fonderia, a Milano Di Viole Di Liquirizia: mi innamoro di posti che comunicano determinate sensazioni. Poi certo, se mangio male non li consiglio, ma il cibo in sé non basta.