L’alimentazione può influenzare il nostro cervello? E se sì, in quale misura? Il cibo può avere un ruolo nella prevenzione al Covid? Nascono per rispondere a queste domande Pillole per la mente, i webinar settimanali organizzati da BrainCircle, ente no profit fondato dalla giornalista Viviana Kasam per divulgare la ricerca nelle neuroscienze e gli studi più all’avanguardia.
Otto incontri online della durata di mezz’ora, in programma tutti i lunedì e i giovedì alle 18.30, con eminenti scienziati internazionali, dedicati a tematiche diverse: si va dallo studio dell’aggressività in relazione a ciò che si mangia al rapporto tra mente e preferenze a tavola. Gli incontri si svolgono in diretta streaming sia sul sito brainforum.it che sulla pagina Facebook (e in differita anche su YouTube).
Cibo e mente: un binomio tanto stretto quanto affascinante
“È fortissimo il legame tra cibo e mente, e tutti gli studi più avanzati, come la neuropsicoimmunologia, che indaga i rapporti tra sistema immunitario, cervello e biologia, prendono in considerazione questa relazione”, racconta Kasam. “L’invecchiamento delle cellule e dei neuroni ha risvolti sul piano fisico, ma il fatto il prevenire il processo ossidativo attraverso l’alimentazione è importante anche per il cervello”, prosegue.
Tra le teorie più interessanti da questo punto di vista? “Quelle evoluzionistiche, che si interrogano sul perché l’uomo si sia evoluto dalla scimmia, dando proprio alla dieta un ruolo importante in questo passaggio. Per esempio nel libro Catching Fire (un volume del 2009 di Richard Wrangham Walter, ndr) si attribuisce alla scoperta del fuoco, che permette di scaldare il cibo, un’influenza sullo sviluppo del cervello, che altre teorie di tipo sociologico non prendono in considerazione: scaldare e cuocere il cibo significa anche poterlo conservare”, risponde.
“Gli ultimi studi del settore riguardano la relazione tra dieta e processi immunitari e ossidativi. Poi, sono interessantissime le ricerche sul microbiota, ossia la composizione della flora batterica dell’intestino, che è un secondo cervello, perché ha cinquecento milioni di neuroni l’intestino, che sono in collegamento con quelli del cervello. Le composizioni in realtà variano da persona a persona e ci sono esami che consentono di conoscere il microbiota, per verificare quali sono gli squilibri, da cui per esempio dipenderebbe la depressione”. Un tema, quest’ultimo, da approfondire nel corso del webinar del 18 maggio con Florian Bihl, gastroenterologo dell’Università di Ginevra, Il secondo cervello: l’intestino. E se il 21 maggio Raffaella Rumiati della SISSA, Trieste, analizzerà il tema Il cervello gourmet, ovvero il dilemma dell’onnivoro, il 25 maggio il criminologo Adrian Raine dell’University of Pennsylvania terrà l’incontro Prevenire e curare l’aggressività con il cibo.
Covid e dieta: la parola al dottor Enzo Soresi
Il ciclo di incontri termina il 4 giugno, con uno degli appuntamenti più attesi. Per l'occasione, Enzo Soresi, patologo, pneumologo e oncologo, primario Emerito Ca' Granda di Milano Niguarda, si concentrerà su un tema quanto mai attuale: Sconfiggere il Covid con la dieta. Ma è davvero possibile? "Tutte le patologie nascono da un'infiammazione delle cellule - racconta Soresi - e per questo è fondamentale prevenire le infiammazioni".
"Non è un caso se ho chiamato il mio ultimo libro Come ringiovanire invecchiando, dove mi apro molto al tema dell'alimentazione. Il titolo non è un paradosso, ma si ispira alla mia storia, a come io stesso ho cambiato stile di vita e alimentazione, traendone giovamento: mi ritrovo in ottime condizioni a 82 anni, dopo un percorso mirato, che mi ha portato ad abbassare il valore dell'emoglobina glicata, indice di infiammazione".
Un valore tenuto sotto controllo e molto importante per il benessere generale dell'organismo, che gli ha consentito di superare il Coronavirus, come racconta: "Sono risultato positivo al Covid-19, ma l'ho affrontato bene e ne sto uscendo, proprio in virtù dello stile di vita e della dieta che ho adottato negli ultimi anni", prosegue.
La sua storia? "Anni fa, feci quasi per caso un esame con uno strumento chiamato Age Reader, capace di leggere le glicotossine, che in clinica in genere non vengono assolutamente affrontate, si ignorano perché l'esame completo è un esame immunologico, ma quelle sono proprio le tossine che ci invecchiano. L’indice di fluorimetria è una luce blu che ti legge quante tossine hai: il mio indice era di 2.7, e indicava un grande rischio diabetico e cardiovascolare", spiega. "Ero sovrappeso, ma pur avendo una glicemia normale, continuavo a pompare insulina", racconta. Poi? "Oltre ad avere assunto come farmaco la metformina, ho cambiato stile di vita, il trucco è abbattere la glicazione".
L'aspetto più importante da tenere presente nella prevenzione? "Mantenere l'insulina più bassa possibile, perché più si abbassa il valore e meno si dà sensibilità ai ricettori, eliminando l'infiammazione. Ho aspettato sette anni per dare un turn over biologico al mio corpo. Quando sono tornato a fare l'esame, il mio indice da 2.7 era sceso a 2, cioè nella norma: tutte le cellule erano pulite e avevo ridotto l'infiammazione. Oggi sto benissimo, in ripresa dal Coronavirus".
Quali sono, dunque, le buone norme che consiglia di seguire? "Sono fondamentali venti minuti di camminata ogni giorno, o in alternativa quattro piani di scale ogni dì, ridurre al minimo i carboidrati raffinati e gli zuccheri, introdurre nella dieta molte verdure con olio extravergine d'oliva. Anche i fitoterapici quali curcuma, cannella e berberina lavorano molto bene sulla glicazione. Per difendersi dalle glicotossine, poi, oltre che sul cibo, bisogna intervenire sulla cottura", precisa Soresi.
Quali cotture prediligere, quindi? "Bisogna tenere conto della quantità di Ages (Advanced Glycation End-products, ossia i composti che derivano dallo zucchero, e che possono creare problemi come l'insulino-resistenza): nel pollo ai ferri, per esempio, ci sono 8 mila Ages, un carpaccio di vitello invece ne ha 200. È preferibile cuocere al vapore e stufare, lavorare con le spezie e con la marinatura con aceto, che riduce molto le glicotossine".
C'è una relazione tra malattie e buon umore? "Di sicuro è un altro aspetto importante da tenere presente", risponde Soresi. Quali cibi prediligere, aldilà delle già note virtù del cacao? "Assumere sempre molti polifenoli da frutta e verdura che aiutano a gestire lo stress: lo stress - oltre che ossidativo o biologico - può anche avere un'origine emozionale e può trasformarsi sempre in un'infiammazione, ecco perché è fondamentale tenerlo a bada". Come lavorare con il cibo sull'equilibrio psico-fisico? "Oltre ai polifenoli, è importante assumere alimenti ricchi di Omega 3, frutta secca, spinaci, broccoli, avocado… Sapori che vanno a lavorare direttamente sull'assetto cerebrale". Per non perdere mai il sorriso.