Vi abbiamo raccontato le reazioni del mondo della ristorazione sulle ipotesi di misure anti-contagio previste dal documento tecnico di Inail e Iss. Se in (quasi) tutta Italia i ristoranti dovranno attendere il 18 maggio per riaprire, in Alto Adige una legge provinciale della scorsa settimana ha consentito l'apertura degli esercizi a partire da lunedì 11 maggio.
Ma come sta andando? Lo abbiamo chiesto ad alcuni ristoratori altoatesini.
I ristoranti stellati che hanno riaperto in Alto Adige
Molti ristoranti della provincia di Bolzano - una delle aree più stellate d'Italia, con 19 indirizzi premiati dalla "Rossa", per un totale di 25 astri Michelin - apriranno la stagione più avanti, come di consueto. Un esempio per tutti? Il tre stelle Michelin St.Hubertus, a San Cassiano in Alta Badia, dove si dovrà attendere il mese di luglio per assaporare i piatti dello chef Norbert Niederkofler.
Hanno riaperto questa settimana, invece, quattro ristoranti stellati: Culinaria im Farmerkreuz di Tirolo, il ristorante Schöneck di Falze, il Kuppelrain (qui l'apertura è prevista venerdì 15 maggio) e il ristorante Zur Rose di Appiano sulla strada del vino, il primo stellato ad avere riaccolto gli ospiti a partire da lunedì 11 maggio.
"La prima sera abbiamo totalizzato una decina di coperti, contro la media di trenta persone al giorno, in mesi forti come aprile e maggio", racconta la titolare del Zur Rose Margot Hintner. "In questo momento, ovviamente, c'è poco turismo". I primi ospiti che hanno varcato la soglia del ristorante? "Cinque coppie, clienti affezionati, che aspettavano con ansia la nostra riapertura", risponde. L'andamento delle prenotazioni - perché naturalmente è obbligatorio riservare - ha proseguito in maniera timida: "Ieri due prenotati, oggi altrettanto, a mezzogiorno quattro", precisa Hintner.
Come si sono organizzati per le misure anti-contagio? "Per quanto riguarda il distanziamento, per noi non è stato uno sforzo: siamo passati tranquillamente dal nostro metro e mezzo di distanza a due metri. Al momento della prenotazione chiediamo se sono famiglie: martedì avevo due coppie, ho messo due tavoli nei due angoli della sala. Ma è chiaro che se per esempio vengono due rappresentanti, che non appartengono allo stesso nucleo familiare, se devono stare due metri distanti, piuttosto, unirò due o tre tavoli assieme", prosegue.
Guanti e mascherine? "Sempre, si suda con quelle mascherine, ma pazienza". Cosa si aspetta dall'estate? "Di solito chiudevamo dieci a giorni a luglio: quest'anno credo che salteremo le ferie. Speriamo che possa rimettersi in moto il turismo, perché in questa zona viviamo tanto con l'affluenza di austriaci e tedeschi, che mi scrivono costantemente per sapere quando potranno tornare da noi".
Tra divisori e distanziamento: la riapertura dei locali in provincia di Bolzano
Ma in Alto Adige, tra i ristoratori che hanno deciso di riaprire questa settimana secondo la legge provinciale, c'è anche chi ha pensato - pur avendo lo spazio in sala - di creare dei pannelli divisori di vetro trasparente per lo stesso tavolo, utili in alcune situazioni. "Una soluzione che ho adottato per chi viene a mangiare con un collega, in modo da non farli stare eccessivamente distanti - magari posizionandoli soli, su singoli tavoli - e consentire loro di parlare", spiega Otto Mattivi, titolare dei ristoranti Hidalgo e Aomi di Postal. Se il primo locale ha riaperto questa settimana, per il secondo attenderà il 18 maggio.
Come sono andati i primi giorni di apertura? "La gente viene, ed è anche bello vedere che tutti rispettano le regole: abbiamo lasciato i tavoli cosi come sono nella sala principale, facendo semplicemente accomodare gli ospiti a tavoli alternati, in modo da avere una distanza di due metri. Solo su prenotazione si può venire, chiediamo sempre se si tratta di persone che vivono nella stessa casa, ovviamente sono previsti guanti sia per camerieri sia per chef, muniti di mascherine ffp2", risponde. "Oltre al gel disinfettante presente all'ingresso e nella toilette, con una persona addetta esclusivamente alla pulizia dei bagni".
Quanti coperti ha fatto in questi primi giorni di apertura? "La capienza massima del ristorante è di cento persone. Normalmente a pranzo la media è di 50 clienti, mentre a cena abbiamo una media di 70-80 ospiti. Adesso siamo passati a 25-30 coperti a pranzo e 30-35 coperti a cena. Stiamo comunque continuando a effettuare il servizio di consegna a domicilio, anche perché lavoriamo con tante persone locali, che si sentono molto sicure a casa e che ci conoscono da tanto tempo... Quest'anno il ristorante spegne 40 candeline".
"Quando ci sarà bel tempo, punteremo anche sugli spazi all'aperto del terrazzo", aggiunge Mattivi, che al momento, su 18 dipendenti, ne sta facendo lavorare 12 (mentre sei sono ancora in cassa integrazione).
"Vince" chi ha una clientela affezionata della zona? "In genere lavoriamo con il 65% di gente locale, abbiamo molti affezionati, anche a pranzo. Il primo giorno di riapertura, infatti, solo a mezzogiorno abbiamo ricevuto la prenotazione di venti persone che lavorano nelle aziende situate nei dintorni, e che sono degli habitué: erano contentissimi, per loro era eccezionale venire al ristorante, e normalmente li vediamo due o tre volte settimana. Proprio pensando a questa situazione, ai colleghi che vogliono stare vicini, abbiamo deciso di usare i pannelli di vetro alti 70 cm, per consentire loro di stare allo stesso tavolo, senza avere il problema dei 4 metri quadrati tra persona e persona. Ho trasformato cinque tavoli così, con questi divisori trasparenti (ho voluto evitare il plexiglass), i miei deschi sono tutti 90x90 cm".
Considerazioni sull'evoluzione della Fase 2 e la riapertura? "All’inizio avevo una grande paura a riaprire, ma vedo che più passano i giorni e più ci sono prenotazioni. Certo, la prima sera c'erano solo 12 persone, è stato un po' triste, ma noto un incremento: chi è arrivato aveva grande gioia, erano clienti storici, e ci ha fatto piacere".
Alberghi e certificazioni "Covid Safe Hotel": le strutture ricettive in Alto Adige
Secondo la legge provinciale approvata la scorsa settimana, gli alberghi altoatesini potranno riaprire il 25 maggio. Ma come si stanno preparando? Lo abbiamo chiesto ad Angelika Schmid, proprietaria di Villa Eden - The Leading Park Retreat di Merano, struttura cinque stelle lusso. "Secondo le disposizioni di questa legge ci siamo attrezzati per essere classificati un albergo Covid Safe Hotel. I criteri di sicurezza e prevenzione sono più rigorosi di quelli nazionali attualmente previsti, e ci permettono di tenere aperte anche zone come piscina interna, bagno turco e idromassaggio", spiega.
Quali sono i criteri principali per potersi definire un Covid Safe Hotel? "Tutti i nostri collaboratori saranno testati regolarmente a cadenza settimanale con il test rapido immunologico. Potranno lavorare solo se risultano negativi o presentano anticorpi, e se dotati di tutti i dispositivi di protezione individuale richiesti; altrettanto vale per tutti i clienti che saranno sottoposti al loro arrivo al test rapido immunologico e potranno soggiornare a Villa Eden se sono negativi, o presentano anticorpi".
"Il cliente ha comunque la facoltà di fare il test anche a casa sua, a condizione che sia stato fatto nei quattro giorni precedenti alla data di arrivo e sia negativo, o con anticorpi. In questo modo possiamo garantire un albergo “corona free”. Naturalmente queste sono delle misure in più rispetto a mascherine, guanti, gel disinfettanti, prodotti di igiene per le camere, sanificazione all’atto della partenza, spazi tra i tavoli, misure particolari per quanto riguarda gli alimenti, che comunque dovranno essere rispettate scrupolosamente", risponde.
"Per questo motivo, inizialmente il nostro ristorante gourmet, l'Eden’s Park, normalmente aperto anche agli ospiti esterni, sarà accessibile solo a clienti alloggiati, e speriamo, se i dati miglioreranno, di poterlo aprire quanto prima anche agli esterni", aggiunge la titolare della struttura.
Previsione sull'estate? "Noi puntiamo sulla nostra ossigeno ozono terapia, che pratichiamo da dieci anni, e che durante l’emergenza sanitaria si è verificata come ottimo antivirale, antibatterico e fungicida, ma ci verranno a mancare molti ospiti internazionali, che per noi sono fondamentali", risponde. "Diversi alberghi della zona, soprattutto quelli che lavorano con clientela germanica o francofona, stanno valutando se riaprire o no per questa stagione".