Nel mondo della mixology Riccardo Soncini ha trovato il luogo in cui esprimere la propria creatività.
Dopo diversi anni passati ad affinare conoscenze e tecniche nei locali, nel 2015 ha dato vita a The Craftsman. Una realtà che oggi, a Reggio Emilia, è sinonimo di bere bene ma anche di una cucina attuale e di qualità.
Ecco la sua storia su Fine Dining Lovers.
Quando e come si è avvicinato al mondo della mixology?
Si era molto giovani e c’era sempre occasione di fare festa. Ad ogni giorni io ero quello che alla domanda "Chi prepara da bere?" rispondeva saltando dietro al banco. Mi avvicinai poi alla mixology a livello professionale nel 2010, grazie ad un corso che mi fu omaggiato dal locale in cui lavoravo in quel momento. Da lì iniziarono le prime serate, per poi provare l’esperienza da gestore in un circolo di un amico.
C'è un momento che considera il vero "salto" nella sua carriera?
Sono ancora giovane e credo che il vero salto debba ancora arrivare. Sicuramente sono stato molto orgoglioso di aver gestito per tre anni un Jazz club con annesso cocktail bar in città. Così come di aver ricevuto molti riconoscimenti e apprezzamenti per i miei locali anche dall’estero. Quest’anno, per esempio, sono selezionato nei top 50 bartender per World Class Italia. Che sia l’anno buono?
Quando e come è nato il suo The Craftsman?
Nel maggio del 2015. Nasce banalmente da un'esigenza lavorativa ma con l’obiettivo di fondo di diventare il punto di riferimento del bere miscelato - e bene - nella città di Reggio Emilia. Definisco questo progetto uno spirits bar. Gli spiriti qui sono i veri protagonisti, in particolare di Scotch Whisky. Come accennavo, dopo questi primi sette anni di lavoro abbiamo raccolto tantissimi bei premi e riconoscimenti. Credo che non ci sia cosa più bella di ricevere “amore” e gratitudine dal lavoro che si svolge.
Come descriverebbe l’ambiente che si respira una volta entrati?
The Craftsman è caratterizzato da un ambiante accogliente, caldo, ben curato. Si respira aria di professionalità e internazionalità. Passione, ricerca e realizzazione di piatti e drink in maniera sartoriale sono la chiave di lettura di questo locale, aspetti di cui non facciamo mai a meno..
E come racconterebbe invece la sua drink list?
Uscirà a breve una drink list ispirata agli anni Novanta. Non quelli della miscelazione ma quelli legati alla storia e agli avvenimenti che hanno messo le basi per creare il futuro che conosciamo oggi e viviamo. Una drink list facile, dinamica, piena di sapori, di ricordi, di nostalgia ma sopratutto una drink list divertente.
Un cocktail che la rappresenta particolarmente?
Chi mi conosce sa già la risposta. Ebbene sì: senza dubbio il White Lady! È un drink fresco, secco, acido a base gin, tutti elementi che adoro. Non c’è un motivo particolare, sicuramente è uno dei primi drink che ho imparato a fare e poi ha un nome cosi fascinoso, che si traduce con La Dama Bianca.
Sotto l'insegna The Craftsman si trova anche una proposta food contemporanea. Come si compone l’offerta?
È vero, The Craftsman oggi è composto da due locali ben distinti. Oltre al bar c'è un ristorante, che si trova sulla stessa piazza, a 20 metri di distanza. Entrambi si completano durante tutto l’anno, dando multiple possibilità al cliente fra cibo, vino, drink e distillati. Possiamo dire di avere un ottimo bar con una buona cucina ed un ottimo ristorante con dei buoni drink.