L'insegna Di Napoli nasce nel capoluogo campano alla fine dell'Ottocento. Da allora, di generazione in generazione, e dopo qualche trasferimento, la pizzeria di famiglia si è evoluta fino ad arrivare nelle mani di Rino Di Napoli, erede ed attuale proprietario.
Una storia che continua oltre la sua pizza creativa: il figlio Peppe ha portato la cucina dei Di Napoli infatti anche a Trieste. Con così tanta storia alle spalle (e altrettanto futuro), ecco cos'ha raccontato Rino Di Napoli a Fine Dining Lovers.
Quando è’ iniziata la sua passione per l’arte bianca?
Alla tenera età di sette anni, quando giocando con la farina e l’impasto mi rendo sempre più conto della mie capacità. Ero abile nel fare le pizze ma ero soprattutto voglioso di sperimentare gusti diversi e abbinamenti insoliti, caratteristiche che ho mantenuto anche crescendo.
La Pizzeria Di Napoli è un attività’ che si tramanda di generazione in generazione. Quando inizia tutto?
La Pizzeria Di Napoli nasce con il nonno Alfonso verso la fine dell’800. Cuoco dalla fama conclamata, passò dalla cucina di via Carlo Poerio alla ferrovia, dando vita alla prima Pizzeria Di Napoli. Suo figlio Giuseppe poi, divisosi dal fratello Pasquale nel 1945, decise di trasferirsi a Fuorigrotta, in un vicoletto con pochi tavoli, dove sono cresciuto. Infine io, che nel 1998 ho aperto l’attuale locale in via Marc’Antonio.
Insomma, una vita dedicata alla pizza...
La mia infanzia è durata poco perché ho cominciato a lavorare sin da bambino. Durante le ore di lavoro, ricordo di aver dormito sui telai dell'impasto, un tempo in legno. Così come ricordo bene quando furtivamente iniziai a realizzare e proporre le prime pizze con dei nuovi gusti per raccimolare un po' di soldi. Lo facevo mentre mio padre riposava nel pomeriggio, così che non se ne accorgesse.
E anche suo figlio continua con l’attività di famiglia?
Si, anche mio figlio Peppe sta seguendo, con forte tenacia ed entusiasmo, la ormai secolare attività dei Di Napoli. Mi inorgoglisce vederlo seguire i miei insegnamenti e consigli. Peppe sta contribuendo all’evoluzione delle nostre pizzerie, sempre fedele alla scelta di prodotti di alta qualità portando la cultura della pizza napoletana a Trieste. Sempre a Trieste, con lo stesso approccio, ha dato poi inizio ad altre attività autonome quali un'hamburgheria, una toasteria e l'Antica Sartoria Di Napoli.
Quale atmosfera si respira in pizzeria?
Quella di casa. La mia pizzeria è caratterizata da un ambiente accogliente e conviviale, in cui chi viene per la prima volta ha voglia di tornare. C'è chi invece mi conosce meglio, frequenta la pizzeria da anni e sa la mia storia, entrandone in qualche modo a far parte.
Come descriverebbe la sua pizza?
È un mezzo con cui creare combinazioni giocose, fantasticare al fine di deliziare il palato. Assaporare un alimento semplice e nobile come la pizza è un po' come poter viaggiare con il palato.
C è’ una pizza che la rappresenta più di altre?
Il mio biglietto da visita: la pizza Tris. Come suggerisce il nome è una pizza a tre gusti: 1/3 è ripieno di ricotta e salame,1/3 è una margherita con aggiunta di melanzane e carote, 1/3 condito con rucola e prosciutto cotto. Una creazione con cui riesco ad esaltare a pieno la qualità dei prodotti che utilizzo.
Quali sono gli ingredienti che preferisce utilizzare?
Impiego solo prodotti d’eccellenza. In Italia abbiamo una grande ricchezza, prodotti davvero unici per qualità e freschezza. Sento che è mio dovere usare queste materie prime e cercare di combinarle tra loro al meglio. Creo gusti particolari per deliziare il palato, questa è la mia definizione di arte.
Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole seguire le sue orme in questa professione?
Di avere passione, antidoto efficace alle difficoltà di ogni professione. Solo se si possiede questa qualità si possono abbattere le criticità. Ed è grazie alla passione che in oltre cinquant'anni di lavoro non ho mai sentito il peso di un singolo giorno.