The truth about home cooking, la verità sulla cucina casalinga: così titolava, la scorsa settimana, il Time. Che ha dedicato una copertina alla riscoperta dell'atto di cucinare, quasi sempre accantonato a favore di surgelati, take away, fast food - o anche solo ricette trascurate e raffazzonate, dove contano solo tempo di cottura (il più breve possibile) e grado di difficoltà (il più basso possibile).
“Solo due generazioni fa, preparare la cena era parte della vita, esattamente come mangiare" scrive il food writer Mark Bittman "Ora abbiamo abbandonato la migliore scusa per passare il tempo con le persone che amiamo”. Quand'è, precisamente, che cucinare è diventata una perdita di tempo? E soprattutto, com'è possibile che avvenga in un momento in cui - mediaticamente parlando - siamo letteralmente bombardati dal cibo?
Bittman esorta a riavvicinarsi ai fornelli, partendo da ricette semplici e facili, che facciano riscoprire il piacere di cucinare. Se lui punta a ricette veloci, però, c'è chi invece consiglia lo slow cooking. Come fa Cristina Scateni nel suo Slow Cooking, una raccolta di ricette "lente" da realizzare (e gustare) con calma. Un tipo di piatti di cui la tradizione italiana è ricca, basti pensare ai risotti. Gli odori del soffritto, a un'attenta tostatura del riso, la mantecatura finale con il burro: come riconcilia meglio con la cucina?
Ma anche la pasta all'uovo è un ottimo esercizio per ritrovare quella gioia nel cucinare che sembrava perduta: tirare la sfoglia, "chiudere" i tortelloni, preparare il ripieno, sono lavori da fare in famiglia o con gli amici. Un viatico alla convivialità che comincia anche prima della tavola.
Certo, per chi non indossa un grembiule da anni, le ricette che più spingono a rientrare in cucina (per fare qualcosa che non sia aprire il freezer) sono i dolci. Per mettere alla prova la nostra pazienza con torte più impegnative (la Sacher insegna), o dessert che richiedono attenzione e precisione come soufflè o krapfen.