Tra i contenuti Netflix da guardare quest’estate, o al ritorno dalle vacanze, c’è senza dubbio l’episodio 4 della stagione 1 di “Con i piedi per terra”. Raccontata da Zac Efron, attore della fortunata serie televisiva Baywatch che i millennial ricorderanno, la Sardegna appare senza veli, così come i turisti non la conoscono. Efron percorre una Sardegna inedita e sposta il focus dalle solite calette e camicie di lino su pelle fin troppo abbronzata, al mistero della longevità.
La longevità delle persone che vivono in questo territorio è così rilevante che la Sardegna è una delle 5 zone blu del mondo. Ma cosa sono le zone blu? Perché il popolo sardo è così longevo? Quali sono i segreti della ricetta dell’elisir di lunga vita? Venite a scoprirlo con noi che di Sardegna siamo pratici!
Sardegna: alla scoperta dei segreti della longevità
Da sempre l’uomo cerca di allungare la propria vita con l’intenzione di intervenire attivamente su destino (per chi ci crede) e scienza. La Sardegna, intesa come territorio geografico, vanta una tra le aspettative di vita più lunghe al mondo. Qui la concentrazione di centenari è di circa 10 volte maggiore rispetto a quella degli Stati Uniti. Ma cosa fanno e cosa non fanno i sardi per ottenere un esito così eccezionale? Qual è il loro stile di vita?
Guardata unicamente come magico luogo turistico, l’Isola è estesa per 24 mila chilometri quadrati, si trova nel cuore del Mar Mediterraneo ed è circondata da spiagge paradisiache e un mare difficile da descrivere a parole. Ma vista con gli studi della longevità la Sardegna è un luogo misterioso.
Le zone blu sono le 5 regioni del pianeta con il più alto numero di persone centenarie. Gli studi delle 5 regioni blu sono iniziati proprio qui, in Sardegna, più precisamente nel paese di Seulo un piccolo centro abitato con poco più di 700 anime nel sud selvaggio di questa terra. Da anni il biochimico Valter Longo e lo statistico medico Gianni Pes, studiano i fattori che qui portano a vivere e spesso superare il secolo. Stile di vita e alimentazione sono al centro di questi studi internazionali. A questi due fattori si aggiunge anche una mutazione genetica che, come accade per altri popoli con usi e costumi ben definiti, ha portato questa popolazione ad essere il centro della ricerca.
Le 5 zone blu
Quello che accomuna le cinque zone blu della longevità è sicuramente il territorio. Ognuna di queste regioni è bagnata dal mare ed è immersa nella natura, il tempo scorre ma non in base all’orologio e agli impegni. Tutto si regola con il nascere e l’addormentarsi del sole. La vita semplice, che spesso noi delle metropoli traduciamo con la noia, è in realtà il vero punto fondamentale per condurre uno stile di vita adeguato a farci invecchiare con salute e dignità. Ma quali sono le 5 zone blu nel mondo?
- Loma Linda - California
- Nicoya - Costa Rica
- Ikaria - Grecia
- Okinawa - Giappone
- Sardegna - Italia
L’alimentazione dei centenari
Cosa mangia il popolo sardo? Dimenticate maialini da latte sullo spiedo e plateau royal di crudi di pesce: la dieta della longevità è molto più semplice. Poca carne, prevalentemente lardo usato per la preparazione del minestrone e poi pasta.
Le verdure sono prevalentemente coltivate nel cortile di casa rispettando quindi varietà e stagionalità. I carboidrati invece, demonizzati da anni e sconsigliati da personal trainer e dietisti, nell’isola della longevità sono ampiamente consumati. Assumere troppe proteine significa contrastare il naturale processo di rallentamento di crescita cellulare che si manifesta con l’età adulta dell’individuo. Questo può portare a mutazioni cellulari che causano malattie gravi già in età relativamente giovane. La buona notizia è che si può sempre riparare e cominciare a mangiare in modo più consapevole, il corpo non ha una buona memoria e fortunatamente vive nel presente. I test sull’alimentazione sarda sono stati fatti su persone del posto appartenenti a diverse famiglie nei cui nuclei, spesso, c’è più di un centenario. Qui gli anziani rispondono bene agli esercizi cognitivi e non vi sono tracce rilevanti di demenza senile.
Cosa c’è sulle tavole di Seulo
L’iconico pane carasau è sempre presente sulle tavole sarde. È un pane molto antico, si sono trovate tracce della sua presenza su reperti risalenti al 1000 a.C. e si prepara con farina, acqua e sale. Il pane carasau ha una lunga conservazione e per questo era molto apprezzato dai pastori che stavano al pascolo per molte settimane. Il quarto ingrediente del pane carasau, sconosciuto ai più, è l’amore, ma potrete chiamarlo anche condivisione. Le famiglie si riuniscono e condividono il momento della preparazione indipendentemente dalla generazione di appartenenza. Bambini, adulti e anziani sono tutti impegnati nella preparazione del pane. Il pane carasau viene impastato e poi steso in una sfoglia sottile. Una volta infornato ad altissime temperature, il pane carasau di gonfia, si estrae dal forno e si divide in due sfoglie sottilissime che vengono poi ripassate in forno per qualche minuto diventando croccanti. I culurgiones sardi non possono mancare: tipici ravioli di farina di semola ripieni con patate, pecorino e zafferano. I culurgiones sono poi conditi con una semplicissima salsa di pomodoro. Non lo sanno in molti, ma uno dei piatti più consumati nelle famiglie sarde è il minestrone di verdure che viene preparato con ingredienti diversi a seconda delle stagioni. Sulle tavole della longevità ci sono quindi tanti carboidrati e poche proteine che vengono miscelati nella costante intenzione di raggiungere il giusto equilibrio tra questi due elementi, fondamentali e indispensabili per la salute del nostro organismo.
Lo stile di vita come stile di vita
Altro ingrediente fondamentale è lo stile di vita. Allontanarsi dallo stress, dall’ansia e camminare tanto: sono queste le regole d’oro delle zone blu. I pastori sardi camminano dagli 8 ai 20 km al giorno su vari dislivelli, questa è la migliore palestra. Uno stile di vita così lontano da quello dei grandi centri urbani e dalle aspettative che ne conseguono, aumenta la positività, altro elemento indispensabile per vivere a lungo. Allenare costantemente la mente stando a contatto con persone di diverse generazioni aumenta gli stimoli cognitivi soprattutto dopo i 60 anni. Far parte di una comunità e coltivare i rapporti umani ci allontana dalla solitudine e limita lo stress. La quotidianità influenza la durata e la qualità della nostra vita. Una vita in cui l’obiettivo non dovrebbe essere solamente quello di vivere a lungo, ma quello di vivere in salute sotto ogni aspetto.
Quello che so sulla Sardegna l’ho imparato guardandola da lontano. Non è una terra che vuole bene a tutti, sceglie le persone come lei: sincere ad ogni costo e un po’ ruvide. Qualora decideste di cambiare vita, con l’obiettivo di renderla qualitativamente migliore e, perché no, magari di allungarla anche un pochino, la Sardegna è un buon luogo dove provarci. Ma fate attenzione a non fare l’errore di portare il vostro stile di vita in questo territorio, portate la Sardegna dentro di voi. E per quanto riguarda gli ingredienti per la ricetta della longevità, sono solo 5: cibo del territorio, lunghe passeggiate, circondarsi di persone, immergersi nella natura e vivere con semplicità.