Salentina classe 1995, la chef Solaika Marrocco è cresciuta nella brigata del Primo Restaurant di Lecce, ristorante di cui oggi guida la cucina. Nonostante la giovane età ha ottenuto negli ultimi mesi diversi riconoscimenti che, oltre alla soddisfazione personale, le hanno permesso di conquistare un posto nel panorama gastronomico nazionale. Non è un caso che quest'anno la chef Marrocco sia stata invitata sul palco di Identità Golose, dove interverrà per Identità di Champagne - Atelier des Grandes Dames.
Noi di Fine Dining Lovers l’abbiamo incontrata per sapere qualcosa in più su di lei, sul suo lavoro e sulla sua idea di cucina.
Com'è iniziato il suo percorso in cucina?
Quando ero molto piccola, tra le mura di casa, guardando mia madre che preparava da mangiare per tutta la famiglia. È stata una passione che è cresciuta giorno dopo giorno. Sono in cucina dall’età di quattordici anni.
Qual è stato il vero “salto” nella sua carriera?
Quando mi è stata affidata la direzione della cucina di Primo Restaurant. Ero già in brigata quando, nel gennaio 2017, ho sentito che era arrivato il momento di dire la mia. È partito tutto da qui: dopo qualche mese è arrivata la vittoria del Premio Birra Moretti Grand Cru 2017, l’ingresso in Atelier des Grandes Dames e in Ambasciatori del Gusto. Insomma, da quel momento in poi è stato tutto un crescendo.
Ci racconta com’è stato il suo arrivo al Primo Restaurant?
Sono in questo ristorante sin dall’inizio. Ricordo ancora il primo incontro con Silvia Antonazzo e Marco Borelli, titolari del ristorante oltre che maître e sommelier. Una chiacchierata che è diventata subito intesa. Lavoravo presso un altro ristorante, ma qualcosa mi diceva che quello scambio si sarebbe trasformato in qualcosa di grande per me e, stando a quanto è accaduto fino ad oggi, non mi sbagliavo.
Qual è la sua filosofia in cucina?
Sono molto rispettosa dell’essenza stessa della materia prima, l’esaltazione delle caratteristiche dell’alimento è alla base di tutto per me. Attraverso questo riesco a costruire armonia ed equilibrio nei miei piatti. La mia cucina è emozione e racconto: costruisco senza pormi limiti, ma partendo sicuramente da sapori, gestualità e riti che conosco da quando ero bambina.
Come descriverebbe l’esperienza di Primo Restaurant ad un cliente che non c’è mai stato?
L’esperienza è certamente sempre soggettiva ma posso dire che noi facciamo di tutto per renderla speciale. Niente lodi o tecnicismi, i fronzoli da noi non esistono. Dedichiamo invece tutte le nostre attenzioni e competenze agli ospiti, cercando non solo di soddisfare le esigenze ma di anticiparle. Questo avviene dal primissimo contatto, che può essere una semplice chiamata di prenotazione o una mail.
Un piatto che la rappresenta più di altri?
Sicuramente lo Spaghettone, salsa di datterino giallo – di produzione locale - e peperoncino caramellato.
Come vede la scena gastronomica attuale della Puglia?
Penso che in Puglia ci sia un gran fermento che deve esser supportato. C’ è tanto impegno e tanto coraggio da parte di colleghi, ristoratori, addetti di sala! Tutti professionisti bravissimi, spesso ritornati a casa dopo importanti esperienze in giro per il mondo.
E di Lecce, in particolare?
Lecce si è finalmente “svecchiata”. Era ancorata a una sola e unica tipologia di cucina, per alcuni aspetti troppo tradizionalista. Da qualche anno a questa parte la situazione è senza dubbio cambiata, almeno per quel che riguarda l’offerta.
C’è qualcuno che considera il suo maestro?
Credo di essere un’allieva di me stessa e delle esperienze che vivo. Sono curiosa, mi piace assaporare, vivere e sentire culture diverse e amo studiare, continuamente. È indispensabile in questo mestiere. Non ho maestri, ma ci sono diversi colleghi che stimo e ammiro.
Quale consiglio darebbe a una giovane che vuole intraprendere il suo percorso?
Innanzitutto le direi che avere le idee molto chiare è importante. Essere donna significa poter anche esser lavoratrice, mamma e compagna allo stesso tempo. Le suggerirei di tenere l’obiettivo sempre a mente, perché fatica, intoppi e sgambetti non giustificano una resa. Professionalità, personalità e tenacia faranno il resto.
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