Uno dei più grandi pregi della primavera: mangiare all'aperto, godendosi il fresco di un giardino o il verde di un parco, il via vai cittadino o un paesaggio bucolico.
"Mangiare all'aperto" è una di quelle definizioni che si prestano a molteplici interpretazioni, e non di rado a fraintendimenti. C'è chi si accontenta di un dehors in pieno centro, e anzi lo considera un lusso; chi vuole un parco dotato di almeno due laghetti e tre ponticelli; chi predilige le terrazze con una vista da far cadere la forchetta del piatto. Noi abbiamo raccolto 10 proposte molto diverse per location e per vista, nonché per proposta gastronomica. Sì, sappiamo che sono concentrate al Nord, ma chi ha bisogno di un giardino quando può pranzare vista mare?
Ecco 10 ristoranti italiani dove mangiare all'aperto questa primavera, che dimostrano come chiudersi tra quattro pareti sia un concetto decisamente sopravvalutato.
Un Posto a Milano

"Non sembra di stare a Milano" è il commento fatto più frequentemente su questo angolo di campagna in (quasi) centro città. Cascina Cuccagna, oltre a un mercato di produttori locali e una "foresteria", ospita anche il ristorante dello chef Nicola Cavallaro. Molte proposte vegetariane, sia nella zona ristorante che al bancone del bar. Altamente consigliato l'aperitivo con la sfiziosissima focaccia - da consumare con i piedi sull'erba.
Gambrinus, San Polo di Piave (TV)

Adriano e Pierchristian Zanotto hanno reso il ristorante di famiglia una meta gourmet. Merito della cucina, ma anche dell'immenso parco (dove trovare uccelli esotici e animali che distrarranno i vostri bambini abbastanza da permettervi di godere un pranzo tranquillo). Ingredienti locali, dalla porchetta di storione all'anguilla al legno di faggio, e una particolare attenzione per i vegani: applausi per la Robiola d’anacardi marinata alla maggiorana e pane al carbone vegetale.
Erba Brusca, Milano

È la chef statunitense Alice Delcourt la chef di questo ristorante a pochissimi chilometri dai Navigli della movida. Erba Brusca ha rapito i cuori hipster milanesi fin dall'apertura, ma non si è adagiato sulla facile piacevolezza del luogo: ogni visita e ogni cambio stagionale del menu lo riconfermano uno dei migliori luoghi in città, dove la concretezza di idee e porzioni si unisce a un'ottima materia prima, proveniente anche dal loro orto. Da provare le Polpette di agnellone con insalata di puntarelle e limoni, salsa alla menta.
Luce, Varese

Immersa in 33.000 metri quadrati di parco, questa villa settecentesca è le residenza del FAI - Fondo Ambiente Italiano da quando nel 1996 è stata donata dal conte Panza insieme a una collezione di opere di arte contemporanea. Meta perfetta per una gitarella domenicale a cui abbinare un pranzo da Luce, guidato dallo chef Matteo Pisciotta, che cura la proposta sia dell'area bistrot che di quella ristorante. Partito da estremi più irriverenti e creativi, ora fa una cucina più calmierata ma non meno divertente.
Al Fresco, Milano

Un "Luogo d'incontro con cucina", come recita l'insegna, guidato dall chef Marco Pirotta, giustamente famoso per il cortile conun'atmosfera rilassata e godibile in ogni stagione. Un'oasi di charme e pace in via Savona, curato dall'architetto di giardini Emanuele Bortolotti, che fa perdonare i prezzi oggettivamente alti - sì, perfino per Milano - e un menu non sempre esente da sbavature. Da provare quando si vogliono portare a cena fuori amici che "Milano è brutta".
Trattoria Al Fresco - Four Seasons, Firenze

Ogni primavera, nell'icona fiorentina dell'hôtellerie di lusso, riapre Al Fresco. Il Giardino della Gherardesca con il suo sfoggio di verde e la sua piscina offre sicuro riparo dalle vie del centro affollati di turisti, avidi di bruschette e selfie con le statue. Non aspettatevi involuzioni e circonvoluzioni: qui la proposta gastronomica è da albergo nel senso più basico del termine, con club sandwich e un fritto misto di tradizioni italiane. All'ombra secolare degli alberi, vi troverete a chiedervi "Ma ce ne importa davvero?".
Locanda di Orta, San Giulio (NO)

Palazzo storico e cucina moderna: è la creatura di Fabrizio Tesse che, dopo aver lavorato sotto la possente guida di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi, si è spostato poco lontano per aprire un suo ristorante. Il ristorante vero e proprio ha vinto due anni fa la prima stella; se però è il paesaggio che vi interessa, spostatevi nel più informale bistrot sulla terrazza che regala un panorama lacustre con pochi rivali.
La Limonaia, Torino

Il cortile di un condominio è stato trasformato in un giardino incantevole, semplicemente perfetto per un appuntamento romantico. Vi sarà complice la cucina fresca e vivace del giovane chef, che non manca di rischiare con piatti come Cappelletti di testina di vitella, burro di capra, arancia amara e fondo ristretto di capretto oppure Trippa, i suoi intingoli e nocciole tostate. Se lei ordina le frattaglie e vi chiede di accompagnarle con una delle bolle della ben fornita carta, è fatta.
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