Lo sapevate che si può capire in quale paese vive qualcuno dal suo pelapatate? E dove si dovrebbe nascondere il proprio schiaccia aglio se si ha a cuore la propria reputazione culinaria? Il food writer, presentatore televisivo e - per sua stessa ammissione - ossessionato di cucina Tim Hayward risponde a queste e ad altre domande nel suo ultimo libro, The Modern Kitchen, pubblicato da Smith & Baxter.
Con uno stile caratterizzato da entusiasmo e senso dell'umorismo, Hayward esamina 70 attrezzi di cucina, dalla frusta manuale agli strumenti elettrici, e ci spiega perché svelano di più di quanto immaginiamo sulle nostre vite domestiche, descrivendo la storia sociale (e di design) dietro di essi insieme a immagini iconiche (ne trovate alcune qui sotto) e rendendo questo libro divertente, informativo ed enciclopedico.
Cosa l'ha ispirata a scrivere il libro?
Modern Kitchen è un microcosmo del consumismo: oggetti che tutti possediamo, così comuni che quasi ce li dimentichiamo. Quando visitiamo il British Museum, molti degli oggetti esibiti sono attrezzi di cucina romani, greci, egizi, sumeri... la "roba di tutti i giorni" da cui estrapoliamo le vite antiche.
Quale strumento pensa abbia rivoluzionato di più le cucine casalinghe?
I fornelli. Una volta che la Rivoluzione Industriale è cominciata e le persone si sono trasferite nelle grandi città, cucinare a casa è diventato raro, si comprava cibo per le strade - i "takeaway" dell'epoca vittoriana. Avere il proprio fuoco domestico è stato uno sviluppo straordinario.
Le è mai capitato di vedere attrezzi di cucina che ha reputato inutili?
Penso che il "food processor" sia diventato abbastanza inutile. Tutti i compiti che promette di svolgere, alla fine, vengono meglio con attrezzi più semplici.
Si può giudicare la qualità di un cuoco dall'interno della sua dispensa?
Alcuni dei migliori chef che ho mai incontrato avevano i set di cucina più "primitivi". Ricordo che in Toscana guardavo una donna preparare una delle migliori paste fresche che abbia mai mangiato con un piccolo coltello IKEA, scassato a tal punto che il manico era tenuto insieme con nastro isolante.
Pensa che un cattivo cuoco possa migliorare con gli strumenti giusti?
No. Cucinare bene ha a che fare con l'amore, non con gli strumenti. Si troverà sempre un modo per improvvisare, per rendere il cibo bello. Il punto fondamentale del libro è come gli oggetti "riflettono" l'amore per la cucina e le vite e le personalità di chi li usa.
Quale pensa sarà l'evoluzione di questo libro in 100 anni?
Spero sinceramente che questo libro sarà lo stesso, perché le persone ameranno ancora cucinare a casa, con attrezzi nelle loro mani. Cambieranno i brand e alcune forme, ma mi piacerebbe che fosse molto simile.
Quali sono i suoi pensieri sul futuro della robotica in cucina - stampanti 3D, smart cooking... ?
Alcuni verranno venduti per uso domestico, nel nome della "convenienza"... ma il vero punto della cucina casalinga è la gioia di preparare e mangiare cibo insieme alle persone che amiamo. Il progresso tecnologico potrà migliorare un robot che prepara le lasagne, ma non il piacere fisico ed emotivo che proviamo in una Modern Kitchen.
Tutte le immagini: photo curation Roberta Levi





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