La storia di Niko Romito ci parla della forza delle idee e delle convinzioni, ci parla della potenza della tenacia e dell’importanza dei legami famigliari nei momenti difficili, ci parla di come si può fare un’imprenditoria di grande successo andando contro tutte le previsioni, ci parla di come molto spesso la realtà superi l’immaginazione se accompagnata dalla passione
A parlare così è Carlo Petrini nell'introduzione di Apparentemente Semplice (252 pagine, 17.90 euro), il libro di Niko Romito appena edito da Sperling & Kupfer. Il fondatore di Slow Food è stato uno dei primi, nel 2004, a parlare dello chef abruzzese e soprattutto a credere in lui e al suo percorso, che dagli studi di finanza l'ha portato tre stelle Michelin.
Il messaggio è quello che ci viene spesso raccontato da altre persone di successo: credere nei propri sogni, non arrendersi di fronte alle difficoltà, mettere in tutto quello che si fa la stessa appassionata convinzione. Apparentemente semplice, appunto.
Ma il libro, scritto insieme al giornalista Leopoldo Gasbarro, riesce a raccontare la storia dello chef abruzzese con un tono soprendentemente coinvolgente. Un piatto dopo l'altro, un incontro dopo l'altro, un'intuizione dietro l'altra: il trasferimento del Reale da Castel di Sangro a Rivisondoli, la creazione di Spazio, con la sensazione finale che ce ne saranno ancora altre che Niko riuscirà a dare alla cucina italiana, e a noi.
Il libro parla la stessa lingua della sua cucina, e citandolo si può dire che per "trasmettere emozioni trasformando la materia prima è necessario adottare un linguaggio semplice che arrivi all'anima delle persone".