È Erion Fishti, il 23enne di Montescaglioso di origini albanesi, il vincitore della terza edizione di Antonino Chef Academy. Il fortunato programma di Sky, che ha visto uscire dalla prima edizione il talento di Davide Marzullo, ha avuto un finale di stagione emozionante e ricco di quella acerba e interessante creatività culinaria che solo i giovanissimi hanno.
I 6 cicli didattici di quest’anno hanno avuto temi importanti per la gastronomia internazionale, come la fermentazione della stellata chef Chiara Pavan, la cucina visionaria di Floriano Pellegrino e l’altissima cucina senza sprechi di Quique Dacosta.
I quattro finalisti si sono trovati come di consueto davanti ad una commissione variegata composta da: Cinzia Primatesta, una fuoriclasse per quanto riguarda l’hôtellerie e la comunicazione aziendale nel settore della ristorazione; Floriano Pellegrino del ristorante Bros, Chiara Pavan e Fabrizio Fiorani, il miglior pastry chef d’Asia.
Vivien Aglioni, Erion Fishti, Fabiana Quadrelli e Antonella Rocco hanno risposto a diverse domande di teoria procedendo poi con la prova prativa. A lasciare l’accademia di chef Canavacciuolo senza poter partecipare alla finalissima è Vivien Aglioni, il giovane di Calcio (BG) che con la sua sperimentazione ha comunque dato del filo da torcere ai compagni di classe durante tutto il programma.
Fishti, Quadrelli e Rocco entrano per la prima volta nella cucina di Villa Crespi, dove trovano Marzullo e Stabile (la vincitrice della seconda edizione del format). I ritmi sono quelli di un ristorante pluristellato e a non superare questa prova è Rocco.
Una finale testa a testa tra Fishti e Quadrelli ha portato i due a presentare il proprio cavallo di battaglia e, questa volta, a vincere la guerra finale è proprio Fishti un giovane promettente di cui sentiremo di certo parlare in futuro.
Fishti, apparentemente presuntuoso e molto sicuro di sé, ha in realtà un’ambizione esemplare, la stoffa di quelli che non perdono mai di vista l’obiettivo. Si tratta di un giovanissimo che mette nei suoi piatti conoscenza e tecnica, che di certo ha ancora moltissimo da imparare, ma che è sulla strada giusta per brillare nel firmamento dell’alta gastronomia.