A fine maggio, a Cividale del Friuli, si è tenuto Borderwine. Il festival, giunto alla sua quarta edizione, si definisce “il primo salone di vino naturale transfrontaliero”. Nelle terre di confine tra Friuli, Slovenia e Austria nascono alcuni dei vini naturali più famosi e apprezzati al mondo.
Tra i vignaioli presenti alla manifestazione, però, c’erano anche ospiti da tutta Italia, uniti dal “filo rosso dell’artigianalità del vino prodotto come una volta”.
Ecco 9 vignaioli italiani scoperti a Borderwine.
Zidarich

Benjamin Zidarich è sloveno, ma vive e lavora dalla parte italiana del confine. Ha iniziato a fare vini biodinamici nel 1988, molto prima che diventasse “di moda”. Visitare la sua cantina, scavata nella roccia come una grotta sotterranea (5 piani a 22 metri di profondità), è un’esperienza memorabile.
Radikon
Un nome che è leggenda tra gli appassionati di vini naturali. Stanko Radikon, venuto a mancare pochi anni fa, è stato uno dei pionieri di un modo di lavorare - ma soprattutto di concepire - il vino in queste terre. Il suo lavoro ora viene proseguito dal figlio Saša. L’assaggio imprescindibile? La sua Ribolla (o Rebula) macerata per 2-4 mesi, maturata in botte 4 anni e poi affinata in bottiglia per altri 2.
Franco Terpin

Franco, insieme alla moglie Daniela e alle due figlie, ha dieci ettari nel Collio, da cui estrae vini apprezzati tanto dai talebani del vino naturale quanto dai neofiti. Lunghe macerazioni e altrettanto, lunghi affinamenti in botte e uno spirito orgogliosamente contadino. Provare il Quinto Quarto (il suo vino “base”) per credere.
Denis Montanar
Siamo in provincia di Udine. Denis Montanar ha iniziato a fare vino nel 1989, prendendo in affitto i vigneti di proprietà del nonno. Lieviti autoctoni, né chiarificazioni né fermentazioni, coltivazione 100% biologica. Nella sua piccola produzione spiccano soprattutto le bottiglie di vigneti “classici” friulani, come Verduzzo, Refosco dal peduncolo rosso (vinificato anche in rosato), Tocai e Cabernet Franc.
Casa Caterina

Ci spostiamo in Franciacorta per una piccola azienda, Casa Caterina, guidata dalla famiglia Del Bono, che fa bolle decisamente anticonvenzionali: solo lieviti indigeni, zero dosaggio e un riposo sui lieviti dai 48 ai 60 mesi. Uno dei metodo classico franciacortini più sorprendenti che vi possa capitare di sentire.
Carolina Gatti
Di vignaiole donne se ne incontrano poche. Di vignaiole toste come Caterina Gatti, ancora meno. Tra i suoi vigneti sulle colline in Valdobbiadene nascono alcune delle bolle più interessanti bevute in fiera: le Bolle Bandite. Un nome che è una polemica (non troppo velata) ai Consorzi e ai loro disciplinari.
Vignai Da Duline

Lorenzo Mocchiutti e Federica Magrini hanno iniziato questo progetto, nei Colli Orientali del Friuli, con l’obiettivo di preservare il paesaggio agricolo della loro regione e riscoprire antichi vigneti. Una splendida storia di amore, resistenza e coraggio - che è ancora più splendida raccontata da loro.
Gigi Miracol
Chiunque bazzichi il mondo del vino naturale non può non conoscere Gigi Miracol. Lui si definisce un “Poeta itinerante esperto in vini naturali”. Consulente per diverse aziende vinicole, a Borderwine ha portato il progetto La laguna nel bicchiere che sta portando avanti, insieme a un gruppo di viticoltori, per recuperare le vigne perdute dentro la città di Venezia.
Carussin
Uno splendido progetto nella campagna di San Marzano Oliveto, in provincia di Alessandria: fattoria didattica, birrificio e azienda vinicola. Bruna Ferro e il marito, Luigi Garberoglio, con Carussin portano avanti una lunga (cinque generazioni!) tradizione familiare di viticoltura, con passione e orgoglio contadino.