Il 9 novembre arriverà sulle tavole italiane il vino novello 2014, resterà a disposizione un paio di settimane sugli scaffali delle enoteche e dei ristoranti e poi così come è apparso scomparirà senza lasciare traccia. Il novello è un po' come i cachi e i melograni, è delicato e disponibile per poco tempo, quindi farsi belli millantando competenza sul vino novello del 2014 è davvero il gioco di quelli ai quali piace vincere facile.
"Specializzarsi" su un prodotto dalla vita così breve sarebbe davvero facile essendo davvero poche le cose da sapere, eppure sono rare le persone, esclusi gli addetti al settore, che si sentono di poter dire la loro in materia. Questo crea il terreno fertile per spacciarsi esperti dicendo delle semplici ovvietà.
LA FRASE DI APERTURA
"Mi sembra troppo fruttato, ma è piacevolmente morbido". Esordire così al primo sorso di vino garantisce di segnare il punto del vantaggio. Proprio la tecnica di macerazione carbonica, per cui i grappoli di uva interi vengono chiusi ermeticamente e lasciati non a contatto con l'aria come sarebbe normalmente, ma a fermentare grazie agli enzimi propri del mosto, regala al vino i caratteristici sapori fruttati di lampone, ciliegia e simili.
AL TERZO O QUARTO SORSO
"Va giù che è un piacere" Il vino novello, nonostante la corposità, ha un basso tasso alcolico e quindi poche calorie. Questo lo rende fresco, vivace e leggero, il preferito dai giovani. Potreste usare questa informazione per riempire il bicchiere della ragazza sempre a dieta che è con voi convincendola dell'anima light di questo vino.
IL COLPO DA MAESTRO
Chiedete al cameriere: “Non avete un beaujoulais nouveaux?" e i vostri commensali resteranno stesi dalla vostra competenza. Il francese fa sempre colpo, meglio se usato con una pronuncia convincente (quella corretta in questo caso è bo.ʒɔ.lɛ nuːˈvoʊ). Chiedendo anche solo un beaujoulais convincerete tutti che state ordinando una delizia mai assaggiata prima. Verissimo! Si tratta infatti del novello francese, ottenuto con la macerazione carbonica sul 100% delle uve usate. In Italia invece l'obbligo riguarda solo il 30%, mentre il restante 70 può essere ottenuto con il metodo tradizionale. (foto: wday)
ESAGERANDO
Se proprio volete esagerare in nozionismo scientifico, usate la seguente frase in un momento morto della conversazione: “Ché poi potresti novellare tutto, anche il succo di arancia". La tecnica usata per il novello può essere applicata a un sacco di altri prodotti, comprese le arance. Si otterrebbe un succo d'arancia novello, perché no. Anzi "chissà perché nessuno ci ha mai pensato prima". Vedrete la stima nei vostri confronti crescere in modo esponenziale.
LA POLEMICA
In caso voleste proprio usare tutte le munizioni a vostra disposizione potete sollevare una piccola polemica: "Uh, ma quanto costa!" Visti i tempi di lavorazione e visto che non sempre si supera il 30% delle uve nuove per farlo, il vino novello dovrebbe costare di meno, ma non è così ogni volta. Per costare quanto un vino tradizionale e buono deve trattarsi davvero di un novello speciale. C'è margine di spazio per storcere il naso davanti al menù.
IL MOMENTO NOSTALGIA
A questo punto della serata saranno tutti convinti che voi e il novello siete un tutt'uno, ma potreste giocarvi ancora la carta nostalgia canaglia. Fissate la bottiglia di vino, leggendo l'etichetta e come tra voi e voi lasciate cadere sul tavolo un "Non dimenticherò mai il novello del 2007..." e poi aggiungete una cosa come “mangiai così tante castagne da stare male...” o un altro aneddoto personale a vostra scelta magari inserite dettagli atmosferici come la nebbia, il freddo, l'umidità, la pioggerellina. Staranno tutti ad ascoltarvi incantati.
LIBIDINE COI FIOCCHI
A chiusura della serata, ma anche a metà bottiglia uscitevene così: "È proprio vero, gli ultimi saranno i primi". Spiegherete che nella produzione del novello gli ultimi grappoli raccolti sono i primi a finire in bottiglia. Questa frase resterà scolpita nella memoria dei vostri compagni di serata che la spacceranno per propria alla prima occasione. Esattamente come abbiamo fatto noi riciclando una riflessione di Marco Stano di Hic Enoteche a Milano.