Il glutine - o meglio,la mancanza di esso - fa sempre parlare.
Dopo la provocazione dello chef americano, che aveva costruito un menu 100% glutine, ora è il White Moose Café di Dublino ad essere finito al centro delle cronache.
Sabato 3 settembre il proprietario, Paul Stenson, ha pubblicato un post su Facebook in cui annuncia che, da adesso in poi, chiunque voglia ordinare piatti gluten free al ristorante deve mostrare documentazione medica che certifichi la celiachia. A spingerlo alla decisione, l'incontro con una cliente che "ha chiesto pancakes gluten free, ma quando le abbiamo chiesto se era celiaca non sapeva neanche cosa significasse la parola".
Ovviamente non si sono fatte attendere le risposte inferocite di chi lo accusa di comportarsi in maniera irrispettosa verso i veri malati, e al tempo stesso di negare agli altri clienti il diritto di ordinare quello che vogliono. D'altronde, Stenson non è nuovo alle polemiche: in passato aveva già pubblicamente denigrato i genitori che portano i bambini (irrequieti) al ristorante, le donne che allattano in pubblico e, ovviamente, i vegani.
Dopo un altro post in cui ribadiva la totale serietà della sua proposta, il proprietario ha anche aggiunto una foto con cui proponeva di regalare cerotti a chiunque si fosse sentito ferito dalla sua proposta.
Ironia? Molta. Voglia di farsi pubblicità e di "purché se ne parli"? Innegabile. Ma è altrettanto innegabile che il gluten free stia diventando una moda - una moda che al ristorante costa cambi di menu, fatica, domande assurde dei clienti.
Cosa ne pensate? Ditelo sulla nostra pagina Facebook.