Wicky Priyan ha passato 4 anni a studiare con uno dei più grandi chef giapponesi al mondo, il Maestro Kikuchi Kan, custode dell'antica tradizione culinaria Kaiseki. Nato e cresciuto in Sri Lanka, è forse l'unico straniero ad essere stato accolto nel riservatissimo mondo della vera cucina giapponese. Ha affinato le sue capacità con anni di pratica a Tokyo prima di trasferirsi in Italia e aprire a Milano il suo ristorante Wicuisine.
Lo chef racconta che a spingerlo in Italia è stato il grande amore per gli ingredienti di questo Paese e, da quando vive qui, ha lavorato per costruire uno stile proprio e unico, piatti che nascono da un mix culturale estremamente consapevole. Tartufi italiani, pomodori siciliani e maiale del Sud Italia accanto al pesce più fresco, al riso cotto alla perfezione e al manzo scottato. Un mélange di cucine e culture realizzato attraverso il più grande rispetto di tutte le caratteristiche dei cibi.
FDL ha avuto occasione di incontrare Wicky Priyan e parlare con lui della sua carriera e della scelta di vivere in Italia.
Può descrivere il suo stile?
Faccio qualcosa che sanno fare anche altri - come la pasta al pomodoro - ma a modo mio. Nei miei piatti unisco la cucina giapponese, quella francese e quella italiana, ma la mia filosofia è molto diversa dal concetto di fusion: propongo il vero cibo giapponese attraverso un mix culturale, la cucina giapponese non è solo tempura e sushi.

Quando ha capito di essere pronto a lasciare il Giappone?
Dopo due anni di studio il mio maestro mi ha detto: «Puoi andare dove vuoi, senza paura». Sentivo una grande responsabilità: la consapevolezza di lavorare per proteggere la cultura che il mio maestro mi ha trasmesso e far conoscere al mondo il vero sushi. Io avrei voluto imparare di più, ma lui sapeva che ero pronto.
Quando si è trasferito a Milano?
Sono venuto a Milano otto anni fa. E' una città eccezionale per la cucina italiana.
Perché ama tanto la cucina italiana?
Ci sono l'olio d'oliva più buono del mondo, i migliori formaggi, vini eccezionali. La terra qui è ricca di ottimi minerali, è in Italia che si trovano i grandi ingredienti. È un paese splendido con una grande storia, che i suoi abitanti dovrebbero rispettare di più. Sono venuto per apprendere la cultura italiana del cibo, volevo sviluppare nuove capacità. Ho imparato la cucina francese lavorando al Four Seasons, quella giapponese a Tokyo, la cucina italiana volevo impararla qui.
In che modo vivere a Milano ha influenzato la sua cucina?
L'ha influenzata moltissimo. Oggi l'80% degli ingredienti con cui lavoro sono italiani, ma la mia tecnica è giapponese al 100%.