Dopo l’acqua, è la sostanza più bevuta al mondo: scopriamone tutti i segreti e le curiosità grazie a qualche numero che lo riguarda da molto vicino.
3,2 milioni di tonnellate
di tè nero prodotte ogni anno in tutto il mondo. Si tratta della tipologia di tè più diffusa. Nel 2023 si prevede di toccare quota 4 milioni. Un incremento tutto sommato modesto rispetto a quello che subirà la produzione di tè verde, per cui si prevede di passare da poco più di un milione a più di tre milioni di tonnellate per il 2023. La sfida al tè nero è lanciata.
1,93 milioni di tonnellate
di tè prodotte consentono all’India di guidare la classifica mondiale dei maggiori produttori. È seguita a grande distanza dalla Cina (1,2 milioni) e dal Kenya (0,44 milioni). L’Asia è, in assoluto, il continente che ne produce di più: circa 4 milioni di tonnellate complessive.
416000 tonnellate di tè
esportate dal Kenya. Che, dunque, esporta quasi tutto il tè che produce. Al secondo posto di questa speciale classifica la Cina, che con 330000 tonnellate dimostra di bere buona parte del tè che produce. Terzo posto per lo Sri Lanka, con 311000 tonnellate esportate.
0,12 tonnellate
di tè consumate in un anno dal Regno Unito. Tante, e questo non ci sorprende di sicuro, vista la tradizione. Ciò che sorprende, semmai, è scoprire che il paese di Sua maestà non è il più grande consumatore di tea al mondo. Anzi, è ben lontano dalla prima posizione occupata dalla Cina, con 1,6 milioni di tonnellate (più di 1000 volte il Regno Unito!). In seconda posizione l’India (1 milione), poi Turchia (0,23 milioni), Russia ( 0,16 milioni), Stati Uniti e Pakistan (0,13 milioni), Giappone (0,121). Solo ottava piazza, dunque, per il tè consumato nei salotti inglesi.
1907
l’anno in cui il mercante americano di tè Thomas Sullivan iniziò a distribuire le foglie essiccate in bustine di seta cinese, legate da un lungo filo. I primi clienti trovarono molto comoda la possibilità di lasciare in infusione la bustina nell’acqua bollente e di poterla “ricaricare” con nuove foglie. In realtà la diffusione della bustina avvenne dopo la Seconda Guerra Mondiale: dato che nel corso del conflitto il tè veniva razionato, ci si abitò al suo utilizzo proprio nelle bustine.
30%
la percentuale di polifenoli presenti in media nel tè. Si tratta delle sostanze maggiormente presenti nella bevanda, a cui si deve buona parte delle sue proprietà, principalmente il potere astringente, l’unico di cui si siano ottenute prove sperimentali in laboratorio. Per il resto, caffeina e polifenoli a parte, il tè è una bevanda in realtà “povera” di sostanze nutritive, a parte una modesta quantità di manganese (0,5 milligrammi per tazza).
6
le principali tipologie di tè al mondo. Quello verde viene “bloccato” da un processo termico appena raccolto, per mantenere il suo colore verde e le proprietà originarie. Quello nero viene lasciato ossidare, per ottenere un aroma più intenso, perdendo però parte delle proprietà. Poi ci sono il tè “oolong” (semi-fermentato), bianco (cioè quello meno lavorato), giallo (molto raro) e quello fermentato.
3%
la percentuale indicativa di caffeina contenuta nel tè. A seconda della varietà, corrisponde a una quantità tra i 30 e i 90 milligrammi per una tazza di circa 250 ml. Il tè nero è una di quelle che ne contengono di più: 1 grammo ha circa 22-28 milligrammi di caffeina. Considerate che una tazzina di espresso italiano contiene tra da 47 e 75 milligrammi di caffeina.