Che sia un blog di cucina kosher è intuibile fin dal nome: la labna (o labneh) è un formaggio a base di yogurt (qui la ricetta) tipico della tradizione gastronomica mediorientale. Un piatto tra i preferiti di Manuel Kanah, che con Jasmine Guetta cura a quattro mani Labna.it: unico blog specializzato in cucina ebraica in Italia, propone piatti e tradizioni legate alla propria cultura.
Originari rispettivamente della Libia e dell'Egitto ma a Milano da una generazione, Jasmine e Manuel hanno scelto quattro anni fa la strada del foodblogging per proporre le ricette, siano esse le classiche di famiglia o le più stravaganti e sperimentali: "La cucina ebraica attira davvero moltissimi curiosi sulle nostre pagine", spiega Jasmine. "Le domande che riceviamo sono molte: che siano dubbi legati alle rigide regole della kasherut, che definiscono ciò che è permesso consumare e ciò che invece è vietato, chiarimenti sulle feste ebraiche, o ancora sulle ricette assaggiate in giro per il mondo: avete la ricetta dei falafel? E i biscotti che si mangiano al Ghetto a Roma? E i bagel come a New York? E i carciofi alla Giudia?".
Fine Dining Lovers ha rivolto ai food blogger Jasmine e Manuel nove domande che aiutano a conoscere meglio il blog e i suoi due appassionati autori.
Cosa non manca mai nel vostro frigo?
Lo yogurt per fare la labna, naturalmente, oltre all’indispensabile per fare una torta o dei biscotti: uova, burro, latte.
Qual è la ricetta che vi viene richiesta più spesso?
La nostra ricetta più preparata e amata anche da chi la condivide con noi è senz’altro la challah, la treccia dolce che apre il Sabato ebraico (trovate qui la ricetta). Oltre a cucinarla ogni settimana per celebrare lo Shabbat a casa nostra o dagli amici, la prepariamo a tutti i corsi di cucina: il successo è sempre alto.
Date un consiglio “di gusto” al vostro migliore amico.
Tutti si aspettano sempre da noi consigli legati alla cucina mediorientale, quindi staremo al gioco: chi ha voglia di viaggiare può far tappa a Tel Aviv, in Israele, a Shuk Ha Carmel, il mercato più foodie che ci sia, per immergersi tra spezie esotiche, verdure colorate, profumatissimi pani. Senza andar lontano e uscire da Milano, la nostra città, si può invece godere di un perfetto menu di mezze, gli antipasti tradizionali libanesi di cui Manuel e io siamo insaziabili consumatori, al Ristorante libanese Accademia: non lo consiglieremo mai abbastanza.
Cosa non mangereste mai?
Questa domanda è facile: non mangeremmo mai le cose vietate dalla nostra religione! Anche se non siamo strettamente osservanti, evitiamo sempre i cibi non kasher (sinonimo di kosher, ndr) – cioè non permessi nell’ebraismo, come ad esempio il maiale, i molluschi e i crostacei.
C’è qualche chef cui vi ispirate?
Ci capita spesso di citare, per sintonia d'ispirazione, lo chef israeliano Yotam Ottolenghi. In generale, però, non abbiamo molto in comune con l'alta cucina: siamo per le ricette semplici e casalinghe della tradizione.
Il cibo di cui morireste?
Probabilmente un’overdose di cioccolato, in tutte le sue forme!
Qual è per voi il sapore perfetto?
Difficile immaginarne uno solo, ma se proprio dovessimo scegliere sarebbe forse quello del pane, nella sua primordiale semplicità: il pane è un cibo umile ma ricco di sfumature, se preparato con buoni ingredienti e tanta cura.
Anno 2050: cosa porteremo in tavola secondo voi?
Il 2050 non è poi così lontano: probabilmente porteremo in tavola piatti realizzati con materie prime frutto della ricerca scientifica, ma non tanto diversi da quelli di oggi. Ci immaginiamo, insomma, un progresso legato più agli ingredienti che alla cucina in sè: forse, tuttavia, non abbiamo abbastanza fantasia e la realtà ci smentirà. Staremo a vedere.
Chiudendo gli occhi e pensando al piacere della tavola, cosa vedete?
Per noi il piacere della tavola coincide con quello della condivisione: ci immaginiamo subito una tavola festiva, piena di piatti invitanti, con intorno un gran numero di ospiti, la famiglia e gli amici, che chiacchierano, sbocconcellano il cibo, si passano da bere. Il bello di cucinare è condividere quello che si prepara con coloro che si amano.