Le Azzorre sono uno dei segreti meglio custoditi dell’Atlantico. L’arcipelago, composto da nove isole di origine vulcanica, ha una bellezza giurassica: laghi all’interno di crateri spenti, distese verdi spinti fino al limitare delle onde oceaniche e paesini appollaiati su nere scogliere. Regione Autonoma del Portogallo - da cui nel 1400 arrivarono i primi colonizzatori - le Azzorre sono ancora al di fuori dei radar turistici, e l’ambiente naturale incontaminato le rende l’Eden degli appassionati di trekking.
Flores, Corvo, Graciosa, Terceira, São Jorge, Pico, Faial, São Miguel, Santa Maria: ogni isola ha le sue peculiarità, paesaggistiche, culturali e ovviamente gastronomiche. Noi abbiamo cominciato il nostro tour da tre.
Terceira
Terceira è un acquarello di colori e meraviglia, dove campi verdissimi si alternano a casette dai colori pastello. L’agricoltura e l’allevamento - specialmente di mucche - rimangono, insieme alla pesca, le attività principali, qui come in tutte le altre isole.
Albergo, ristorante e museo etnografico, Quinta do Martelo è il posto giusto per mangiare la celeberrima Alcatra, carne di manzo cotta nel forno a legna con pancetta, sanguinaccio, vino rosso e spezie. Nella prima sala del ristorante stata ricreata una bottega di inizio Ottocento: il vino viene tirato fuori da sotto il banco, insieme ad antipasti tipici come le fave o il formaggio fresco con salsa al peperoncino.
Quinta do Martelo
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Per un delizioso souvenir andate alla pasticceria O Forno ad Angra do Heroísmo, patrimonio UNESCO dal 1983 e capoluogo dell’isola. La loro specialità sono le Dona Amélia cakes, dolce nato nel 1901 in onore della regina portoghese, in visita nell’isola con tutta la famiglia reale. Farina di mais, uvetta, melassa, cannella, pepe e chiodi di garofano: facile capire perché la chiamino la torta delle Indie.
O Forno
Rua São João, Angra do Heroismo
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Pico
Il paesaggio di Pico è uno dei più stranianti e, allo stesso tempo, affascinanti che vi capiterà mai di vedere. Sopra il mare si innalzano scogliere di nerissima pietra lavica, la stessa in cui vengono costruite quasi tutte le case e con cui, un tempo, è stato costruito il dedalo di muretti (currais) che proteggono le vigne dai venti oceanici. Nell’Ottocento l’isola era nota come madre del vino e si esportavano circa 15.000 botti all’anno, ma la crisi di filossera del 1872 ha portato a un abbandono nella produzione, ripresa solo negli ultimi anni. Nel 2004 i 987 ettari del Landscape of Pico Island Vineyards sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Per un interessante tour enologico dell’isola potete rivolgervi alla compagnia Tripix. Propongono anche trekking sulla cima del Volcano de Pico, il punto più alto di tutto il Portogallo con i suoi 2350 metri - magari l’escursione, però, fatela prima di degustare i vini (due assaggi su tutti, il Terras de Lava Rosé e il bianco Frei Gigante).
La scelta ristorativa dell’isola è piuttosto limitata. Si mangia bene con spesa contenuta all’Aldeia Da Fonte, che propone piatti tipici come il polpo cotto nel coccio con il vino rosso, e da Cella Bar la cui curiosa struttura - una via mezzo tra una botte di vino e una balena, tutta costruita con materiali dell’isola, compresa la terrazza affacciata sull’oceano - ha vinto premi internazionali di architettura.
São Miguel
L’isola più grande dell’arcipelago, e quella in cui vive metà della popolazione, è parecchio diversa dalle sorelle. Non per mancanza di paesaggi mozzafiato, ma per un numero maggiore di infrastrutture turistiche e ristoranti con posizionamento medio-alto, specialmente nel capoluogo Ponta Delgada.
À Terra, all’ultimo piano dell’Azor Hotel, ha un forno josper in cui si cuoce una carne strepitosa e si sforna pizze con prodotti local, mentre da Anfiteatro, il ristorante della locale scuola di formazione turistica e alberghiera, si assaggiano piatti di “tradizione contemporanea” come il Confit Beef Chop, Pink Potato Puré and Pickled Onion.
Azor Hotel Restaurant
Avenida Dr. João Bosco Mota Amaral, Ponta Delgada
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Anfiteatro
Pavilhão do Mar - Portas do Mar, Ponta Delgada
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Il Santa Barbara Eco-Beach Resort, invece, si affaccia sulla spiaggia preferita dai surfisti e propone un divertente menu di sushi con i prodotti delle Azzorre.
Santa Barbara Eco-Beach Resort
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Il Cozido Das Furnas è la specialità più conosciuta delle Azzorre. Siamo nella Furnas Valley, area nell’entroterra dell’isola ricca di fumarole naturali. Qui gli allevatori avevano l’abitudine di mettere il pranzo in una pentola, per poi seppellirla in una buca e lasciarla lì per ore, a cuocersi con il calore del vapore vulcanico, mentre loro lavoravano nei campi. La tradizione viene portata avanti dai ristoranti dell’area: ognuno ha una buca “personale” dove seppellisce il suo Cozido, formato da tagli misti di carne (pollo, manzo, pollo, salsiccia, sanguinaccio e costoline di maiale) e verdure (carote, verza, patate, patate dolci, manioca), e lo lascia cuocere per sei ore. A tavola viene servito senza condimenti, solo con i succhi che la carne ha rilasciato durante la cottura, e con la Massa Sovada, un pane dolce. Al Terra Nostra Garden Hotel il servizio è impeccabile come il Cozido (24 euro per una persona, 40 per due, variante vegetariana disponibile).
Terra Nostra Garden Hotel
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Gorreana Tea, nata nel 1883, è stata la prima azienda in Europa a possedere una piantagione di tè… e tuttora l’unica. La piccola fabbrica si può visitare gratuitamente, fermandosi poi a bere una tazza di tè verde nel bar con vista sulle scenografiche piantagioni.
Gorreana Tea
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Non potete tornare a casa senza un souvenir gastronomico. La Queijada è una sorta di mini-cheesecake, piccola tortina fatta di tuorli, zucchero, farina e formaggio, le cui origini vanno indietro fino al 1700. Leggenda vuole che le suore del Convento di Santo André usassero gli albumi per mantenere rigidi i loro copricapi, e quindi avessero inventato la Queijada come uso alternativo per i tuorli. La pasticceria di Adelino Morgado è uno degli unici tre posti dell’isola dove assaggiare i dolcetti (attenzione: alto tasso di assuefazione), tutti rigorosamente preparati a mano, utilizzando circa 32000 uova fresche a settimana. Nel menu solo le Queijadas, insieme a una limitatissima scelta di bevande.
Queijadas de Adelino Morgado&Filhas
Rua Do Penedo 20, Vila Franca Do Campo
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