Nella grande distribuzione si trovano sempre secche, ma le cose potrebbero cambiare. Bacche di Goji fresche: in Italia è in atto una piccola rivoluzione agraria che sta portando, soprattutto nel Sud del Paese, un business non trascurabile.
Bacche di Goji fresche: dalla Cina al Sud Italia
Foto: Consorzio Bacche di Goji
Dal 2014 vengono sempre più richieste, grazie alla fama di Super Food che le ha subito accompagnate, dal principale paese importatore, la Cina.
Ma la provenienza da così lontano ha sempre rappresentato un limite: le bacche di Goji vengono consumate soprattutto secche. E non è la sola cosa che disturba i consumatori attenti: spesso dai controlli della dogana emerge che le bacche secche presentano livelli altissimi di pesticidi, perché i limiti in Cina o in Tibet sono molto diversi da quelli della cara vecchia Europa.
In molti, in tempi non sospetti, si sono giustamente chiesti: perché non coltivare in casa nostra le bacche? Da allora consorzi e aziende hanno aiutato a soddisfare le richieste di un mercato che chiede a gran voce il prodotto "miracoloso" e possibilmente in versione biologica.
Le bacche di Goji fresche vengono coltivate in Puglia, Basilicata, Lazio, Campania e in Calabria e in alcuni territori del nord Italia come l'Alto Adige. Maturano in estate e vengono commercializzate fino alla fine di Ottobre al massimo. Il clima nostrano – anche quello del Centro Nord – ben si adatta alla coltivazione di questo alimento dai mille utilizzi e pieno di nutrienti e antiossidanti, un vero e proprio multivitaminico naturale che viene chiamato anche il cibo della giovinezza, e non a caso oltre all’industria alimentare fa gola anche a quella cosmetica.
Una nuova vita per alcuni territori del Sud Italia, che stanno sperimentando e cercando di avvicinare la produzione italiana ai nuovi bisogni del paese.
Fra i protagonisti di questa rivoluzione in rosso il Consorzio della Bacche di Goji italiano che ha sperimentato per anni la giusta varietà da coltivare in Italia. Non solo bacche fresche; il consorzio si occupa anche della produzione di bacche secche, ma tutte bio certificate, come ci tengono a sottolineare, e soprattutto derivate tutte “un lavoro tutto manuale”. Al momento l’Italia non è il maggior cliente delle bacche di Goji nostrane: le richieste arrivano soprattutto da Nord Europa, Germania e Belgio.
Il Consorzio si occupa di fornire le piante selezionate di Lycuium, concimi e fertilizzanti bio, garantendo dai produttori il ritiro della profuzione al miglior prezzo di mercato.
Oltre al consorzio anche una rete di imprese Lykion, una delle prime a entrare nel giro delle bacche di Goji fresche, riunisce diverse aziende del Sud Itali che coltivano proprio Bacche di Goji di altissima qualità destinate alla gastronomia e alla ristorazione. La sfida parte proprio dal profondo Sud, dalla Calabria e dalla provincia di Cosenza, dove si punta sull’aspetto biologico, fornendo sia bacche fresche che secche con certificazioni Vegan Ok e Bio. Per Goji Italiano il gusto della bacche fresche ricorda ciliegie o more, con un “finale amarostico”, mentre quelle secche assomigliano più a un dattero o all’uva passa.
Ma come si mangia la bacca di goji fresca?
Come ogni frutto a bacca può trasformarsi (quasi) in qualsiasi cosa: gelato, granite, confettura, accompagnamento di dolci e addirittura sostituto dei pomodori in alcune ricette. Ottime ovviamente in succhi, smoothie e centrifugati.