Sarà una cena a lume di candela dal sapore tutt'altro che dolce, anzi decisamente salato, quella che si terrà stasera, 27 gennaio 2022, in molti ristoranti d'Italia. Dalle 20 alle 21, in tanti spegneranno completamente le luci del proprio locale per restare un'ora al buio, illuminati solo dalla luce delle candele, in segno di protesta contro il caro bollette. Gli aumenti dei costi dell'elettricità stanno mettendo in ginocchio i ristoratori, causando molti più problemi di quanto si possa immaginare, con il rischio di un inevitabile effetto domino e il crollo dell'intero comparto. “Spegniamo le luci per non spegnere il lavoro”, ha scritto sui social Andrea Graziano, fondatore di Fud bottega sicula, realtà con sede a Catania, Palermo e Milano, che ha lanciato l'iniziativa, #blackoutdinner.
#blackoutdinner: la protesta contro il caro bollette
Foto Instagram | Alessandro Gilmozzi Chef
“Partendo da Catania abbiamo raggiunto già diverse centinaia di locali in tutta Italia, se ti va di aderire alla nostra protesta scattati una foto con il cartello #blackoutdinner e usa lo stesso hashtag per pubblicarlo sui social. Giovedì 27 scatta e condividi, sempre con l'hashtag #blackoutdinner, le foto e i video di questa particolare cena a lume di candela", ha scritto tre giorni fa Graziano sul suo profilo Instagram.
La protesta è stata subito sostenuta dall’associazione Ambasciatori del Gusto, che sui social ha commentato: “ADG supporta la protesta dei ristoratori promossa dall'Ambasciatore del Gusto Andrea Graziano, #Blackoutdinner - Spegniamo la luce per non spegnere il lavoro, volta a sensibilizzare le Istituzioni e l’opinione pubblica sul caro bollette”.
Alla protesta, in poco tempo, hanno aderito molti ristoratori, chef e pizzaioli, che hanno postato le proprie foto sui social, posando con il cartello di partecipazione e l'hashtag #blackoutdinner. Tanti gli imprenditori siciliani che si sono uniti all'iniziativa lanciata da Graziano, sin dalla prima ora, raggiunti poi da altri colleghi in ogni angolo d’Italia.
Così, a Torino, aderisce Massimiliano Prete di Sesto Gusto, a Sasso Marconi (Bologna) Aurora Mazzucchelli di Casa Mazzucchelli, a Riale, in Val Formazza (VCO), fa sentire la propria voce Matteo Sormani della Locanda Walser Shtuba. E ancora, Martina Caruso, stella Michelin del Signum a Salina, posta una sua foto con il cartello di adesione alle protesta, Corrado Scaglione della brianzola Enosteria Lipen fa la stessa cosa, dal Trentino risponde all’appello anche lo stellato Alessandro Gilmozzi del ristorante Il Molin.
"Rischiano di scomparire le piccole realtà familiari"
Foto courtesy Andrea Garziano
“Doveva essere una piccola protesta, poi invece hanno aderito tantissimi ristoratori, e non solo. In questo momento non posso ancora quantificare, ma ci sono centinaia e centinaia di adesioni: dapprima solo in Sicilia, poi in tutta Italia. In più, ci hanno scritto tanti privati e produttori che vorrebbero unirsi alla protesta. A Modica, per esempio, il birrificio artigianale Tarì avvierà la produzione della birra a lume di candela”, ci racconta Graziano.
"Si tratta di un problema che accomuna tutti i ristoratori, e non solo: è una delle poche volte in cui siamo uniti. Perché ti senti impotente con l'aumento del costo dell'energia elettrica: puoi anche essere il più bravo ristoratore del mondo, ma non c’è niente da fare di fronte a bollette da migliaia di euro. È insostenibile, soprattutto per le piccole realtà a conduzione familiare, che vanno assolutamente preservate, perché sono parte del nostro patrimonio gastronomico”, prosegue.
A quanto sono arrivate le bollette di Fud? “Per gli ultimi 6 mesi, per il solo locale di Catania, ho ricevuto una bolletta da 32 mila euro, contro i 13 mila euro dell’anno scorso", risponde l’imprenditore siciliano. "Io faccio panini, non posso aumentare il prezzo del cibo che propongo, non può esserci una ripercussione di questa situazione sul cliente finale. Ma è un problema anche il gas: è aumentato tutto, dal 20 al 30%, senza contare che la luce oggi arriva a costare pure il 120% in più”. Una situazione difficile, che potrebbe trasformarsi in un'altra emergenza per il settore.