Fervono i preparativi ad Alba, in attesa della finale europea del Bocuse d'Or, in programma il prossimo giugno a Torino. Il finalista italiano Martino Ruggieri presenta la sua squadra al completo, verso una finale che si preannuncia ad alto tasso di emozione.
Concentratissimo, lo chef che lo scorso ottobre ha trionfato al Bocuse d'Or, ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto. Martino, attualmente head chef presso il tre stelle Pavillon Ledoyen di Yannick Alléno a Parigi e con un ventaglio di prestigiosissime esperienze - tra cui La Pergola di Heinz Beck e L’Atelier de Joel Robuchon a Parigi - è chiamato a "guidare un movimento", come l'ha definito Enrico Crippa. Dopo aver trionfato sugli altri tre candidati che hanno sostenuto un'estenuante prova culinaria ad Alba, il giovane chef - allenato da Luigi Taglienti, una stella Michelin del Lume di Milano - in questa intervista ci aveva raccontato che il suo intento è "dar vita ed energia ad un vero movimento di cucina italiana (...) Vogliamo creare un gruppo, non una figura".
Saranno 20 i candidati che si sfideranno nella finale europea di 5 ore e 35 minuti che si svolgerà a Torino l'11 e il 12 giugno e solo dieci le squadre che potranno proseguire verso la finale francese prevista a Lione nel 2019.
Ed è Enrico Crippa a introdurre la squadra italiana, una squadra che lui stesso definisce "un po' europea". Saranno infatti Giancarlo Perbellini, il coach francese François Poulain e il commis belga Curtis Clément Mulpas, di soli 21 anni, del Pavillon Ledoyen di Parigi, insieme a Luciano Tona, direttore dell'Accademia Bocuse d'Or Italia, ad affiancare Martino Ruggieri verso la finale europea di Torino. Obiettivo fino a giugno è un allenamento costante, fatto però di molto dialogo: “Ci scambiamo spesso idee,” racconta Crippa, "io porto avanti un lavoro costante da dietro le quinte".
L'Italia gareggerà il 12 giugno, secondo giorno della gara, contro alcune squadre consolidate e molto temute, tra cui Norvegia, Danimarca e Svezia; "Martino però ha il sangue caldo", scherza il tristellato italiano Enrico Crippa. "Sono contento che gareggeremo il secondo giorno" commenta Perbellini "perché i giudizi del primo giorno non si possono ritoccare". La storia di Perbellini è legata a quella del Bocuse d'Or, di cui è diventato Presidente dopo Gualtiero Marchesi. "Aver messo in piedi l'Accademia è stato un passo fondamentale per fare dell'Italia la Coverciano della gastronomia".
Determinato, ma con una voce che tradisce una certa dose di emozione, Martino Ruggieri si dice "orgoglioso di rappresentare il mio Paese. A Torino voglio portare una cucina che ci rappresenti appieno, senza prendere ispirazione da altri paesi. Lavoro in francia e so come si approcciano a questo concorso; cercherò di fare la stessa cosa, ma con i sapori italiani".
Da adesso in avanti è solo allenamento e finitura e gli allenamenti si muoveranno in questo senso: importante per Crippa "prendere la tempistica giusta, continuare a ripetere le prove fino agli ultimi colpi, quando si proverà per completo la prova del piatto su assiette e su vassoio. Il nostro allenamento è un allenamento giornaliero con una scaletta settimanale ben precisa". Anche perché, oltre alla presentazione e al gusto, verranno valutate anche pulizia e percentuale di scarto. Un lavoro totale, insomma, da seguire giorno dopo giorno, verso quel giugno di cui si avverte fin da ora la portata emotiva per un'Italia che vuole fare bene e non trascurare alcun dettaglio.
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