"In Italia ci sono alcuni argomenti che non puoi toccare: il Papa, il calcio e le tradizioni. Il resto? Puoi fare quello che vuoi": così risponde Massimo Bottura al magazine DuJour, che in occasione del recente congresso Identità New York ha chiesto allo chef di parlare della cucina italiana, del territorio e del suo rapporto con gli altri chef.
"Ho provato a far evolvere la cucina italiana in passato, ed è stato molto difficile confrontarmi con la tradizione. Molte volte mi chiedo: 'La tradizione rispetta davvero gli ingredienti?' Se non è così allora devo cambiare la ricetta". In questo modo Bottura parla della sua cucina, e di come all'inizio fu accolta, e aggiunge: "In principio è stato difficile, ma dopo che abbiamo mostrato alla gente come la tradizione poteva evolvere, con un approccio diverso, la mia cucina è stata accolta a braccia aperte".
L'intervista si sposta poi sull'Emilia, patria e teatro d'azione dello chef dell'Osteria Francescana: "Vengo da una terra simbolo di macchine veloci e slow food (...) è un posto incredibile e sento di avere una grande responsabilità nei confronti di questa regione".
E sull'esperienza legata agli altri chef? Bottura parla di come la ristorazione e il rapporto fra gli chef sia enormemente cambiato negli ultimi anni, e in meglio; qui cita la sua esperienza a Identità New York, e anche il suo rapporto con Alain Ducasse. "Sono appena tornato da Parigi, perché Alain Ducasse mi ha chiesto di preparare il pranzo per l'apertura de Le Meurice. Per uno chef francese chiedere a un italiano di venire a Parigi è un evento davvero importante".
Qui la versione originale dell'intervista di DuJour a Massimo Bottura.