Il nome è altisonante e il suo sapore non è da meno: il Buttafuoco è un vino rosso Doc prodotto nella provincia di Pavia.
Per la sua produzione di lavora alla vinificazione congiunta di vitigni Croatina (ovvero di Bonarda), Barbera, Ughetta di Canneto e Uva Rara. Il Buttafuoco, molto apprezzato nelle sue versioni – fermo e frizzante - sulle tavole italiane e non solo, è certamente meno diffuso di etichette affini.
Non resta che scoprirlo meglio in ogni suo aspetto, dal territorio in cui viene da sempre realizzato alla tavola ed i cibi più adatti a cui accompagnarlo.
Buttafuoco, il territorio

Questo corposo rosso non certamente prodotti in tutto il territorio pavese: è l’Oltrepò la terra di questa provincia da sempre votata alla produzione vinicola.
Nello specifico, il Buttafuoco nasce in un’area collinare limitata, con l’uva coltivata su versanti ben esposti alla luce e frequentemente ripidi. Sono sette i comuni di produzione: Broni, Canneto Pavese, Castana, Cigognola, Montescano, Pietra de’ Giorgi, Stradella.
Buttafuoco, la storia

Non sappiamo se questa fu la reale storia della nascita di un nome tanto particolare né del logo ad esso legato, certamente quella del Buttafuoco è però un’affascinate leggenda.
Sulle bottiglie di questo vino è infatti impresso un veliero circondato da due nastri rossi. Essi simboleggiano i due torrenti Versa e Scuropasso.
Pare che tutto nacque durante la seconda Guerra d’Indipendenza, nel 1859, quando una divisione austriaca di marinai fu inviata in quel di Arena Po per traghettare i soldati da una riva all’altra del fiume. La decisione militare finale fu però quella di effettuare quest’operazione con truppe di terra e di destinare altrove i marinai che, contrariati, si fermarono in una cantina tra le colline nella zona di Stradella e si ubriacarono di un vino rosso a loro sconosciuto. Alcuni mesi dopo la marina autro-ungarica varò una nave che portava il nome di Buttafuoco.
Buttafuoco, le caratteristiche

Foto: Wine Dharma
Il Buttafuoco è caratterizzato da un colore rosso rubino vivace, con riflessi violacei più o meno intensi.
Al naso è penetrante, con note di liquirizia, confettura di ribes e intense sfumature speziate.
Fermo o reso vivace dalle bollicine, è un rosso corposo, dal sapore rotondo, robusto.
Il Buttafuoco Storico

Oltre alla denominazione Buttafuoco Doc, riconosciuta indipendente dal Ministero nel 2010 e di cui è parte, a tutela del prodotto c’è il Consorzio Club del Buttafuoco Storico. Si tratta di un marchio privato e registrato, nato nel 1996 da 11 vignaioli che, attraverso un disciplinare rigido (che coinvolge tutta la filiera) e diverse iniziative di promozione, ha permesso di far conoscere questo vino oltre i confini regionali.
Oggi i vignaioli a farne parte sono 15.
Il Buttafuoco in tavola
Il Buttafuoco Doc è un vino perfetto per la tavola quotidiana, da consumare preferibilmente ad una temperatura tra i 16 e i 18 gradi.
Per iniziare il pasto, si abbina con un tagliere di salumi, ma si sposa bene anche con i secondi piatti di carne rossa o selvaggina: brasati, spezzatini, grigliate.