A Bergamo la Pizzeria Capri da Nasti è un'istituzione. La sua storia è iniziata decine d'anni fa e oggi Carmine Nasti ci racconta la genesi, a anche il passaggio di testimone alle nuove generazioni.
Com'è iniziato il suo percorso della famiglia Nasti nel mondo della ristorazione e della pizza?
La mia famiglia si trasferì a Busto Arsizio, in provincia di Varese, nel 1965. È lì che ho avuto il mio primo contatto con la pizza, posso senza dubbi parlare di un amore a prima vista.
E quando arrivò la pizzeria di Bergamo che tutti oggi apprezzano?
Nel 1967, conclusa la parentesi nel varesotto, nacque la Pizzeria Capri da Nasti. Quindi anch'essa è nata diverso tempo fa e mi ha dato nel tempo grandi soddisfazioni.
Con una storia così lunga alle spalle i traguardi raggiunti saranno certamente molteplici. Qual considera il vero “salto” nella sua carriera?
Penso ad un periodo tutto sommato recente, ovvero i primi anni 2000. È in quel periodo che iniziai a frequentare l'Università della Pizza di Vighizzolo d'Este, in provincia di Padova. Nonostante quello dell'arte bianca era sempre stato il mio mondo, lì appressi moltissimo su farine, impasti e lievito madre.
Come definirebbe la sua pizza?
Contemporanea, sana, sempre attenta alla materie prime e al territorio.
La sua attività è stata fortemente legata al principio di famiglia ieri e lo è tutt'oggi.
È vero, tutto il mio lavoro è incominciato e si è sviluppato attorno al grande legame affettivo che ho nei confronti della pizza. Stendere un impasto a mano mi ricorda quei gesti e quei profumi che respiravo da ragazzino, quando imparavo da mio padre, dai nonni e dagli zii ad impastare pizza e pane. Farlo ancora oggi mi riporta con la mente a Tramonti. Oggi la tradizione di famiglia continua: ho passato il testimone a Riccardo, mio figlio, con i cugini Carmine e Francesca. Attualmente Vittorio, l'altro figlio, è a fare esperienze all'estero.
La sua pizza più rappresentativa?
La pizza tradizionale Tramonti integrale, con pomodoro Corbarino, aglio, acciughe, origano e olio extravergine d'oliva.
Che insegnamento darebbe ad un giovane che vuole fare la sua professione?
Ai giovani potrei trasmettere tutte le mie conoscenze acquisite in anni e in anni ma prima di tutto vorrei dire loro una cosa: per fare questo mestieri bisogna avere passione e inventiva. Altrimenti tanto vale non iniziare nemmeno.