Se vi regalano una buona bottiglia di vino, la maggior parte delle persone la apre e la consuma durante un pasto qulsiasi. Se siete dei fine dining lovers no. Vi chiederete che vitigno o che uvaggio è stato usato per produrla e, dopo aver invitato un amico, vi preoccuperete di degustare la vostra bottiglia valorizzandola al meglio.
Mettiamo che la bottiglia sia uno Chardonnay: ecco i nostri consigli per l’abbinamento perfetto.
Tutto sullo Chardonnay
Il vitigno Chardonnay è uno più coltivati al mondo, dalla Nuova Zelanda, alla California, dall’Argentina, all'Italia, nasce in Borgogna, nel cuore della Francia. Le sue uve vengono utilizzate per produrre grandi spumanti in tutto il mondo, tra cui figurano lo Champagne e il Franciacorta.
La sua incredibile varietà di componenti aromatiche emerge in modi diversi a seconda dei terreni, dell’affinamento e dei climi in cui viene coltivato. Di conseguenza, il vino prodotto con uva Chardonnay avrà sfumature diverse a seconda di dove viene prodotto. Nonostante questo ci sono degli elementi che rimangono costanti in questo vino.
Le caratteristiche dello Chardonnay
Come potrete riconoscere il vino Chardonnay? Facile! Questo vino ha delle caratteristiche proprie inconfondibili, tra le quali un colore che va dal giallo paglierino al giallo dorato (a seconda della tipologia e del tempo di fermentazione) e un intenso profumo di frutta matura (di solito mela, ananas e banana), con spiccate note di mineralità al gusto.
I vini giovani prodotti con Chardonnay sono tendenzialmente fruttati con note di pesca, mela, banana e ananas o pera e miele. Nel caso di vini più maturi, i sentori sono di mela matura, vaniglia e caramello. I vini invecchiati hanno invece citazioni di frutto della passione.
Per quanto riguarda invece i vini fermentati e/o affinati in legno, si aggiungeranno agli aromi di frutta anche note di vaniglia, caffè e diversi sentori di mandorle, il burro, il miele, nocciole e frutta secca.
Chardonnay: abbinamenti per armonia
Al palato, lo Chardonnay ha sempre una buona componente acida. Va servito a una temperatura di 10-12 C° e accompagna egregiamente piatti a base di pesce, molluschi e crostacei. Per apprezzarli al meglio, andrebbero serviti crudi o appena conditi con olio extra vergine di oliva.
I vini giovani prodotti con Chardonnay sono tendenzialmente fruttati con note di pesca, mela, banana e ananas o pera e miele. Divertitevi quindi a trovare questi aromi nel bicchiere, accompagnandone la degustazione con un vassoio di questa frutta già tagliata. L’ideale è spennellarla appena con un mix a base di acqua, due gocce di limone e, per dolcificarla appena, con un cucchiaio di miele di acacia. E un goccio di Chardonnay, ovviamente.
Nel caso di vini più maturi, i sentori sono di mela matura, vaniglia e caramello. Perfetti quindi con una tarte tatin, dove le mele adagiate sulla pasta frolla sono leggermente caramellate. In genere, questo dolce, un classico della pasticceria francese, viene accompagnato da crema pasticcera alla vaniglia o panna montata.
I vini invecchiati hanno invece citazioni di frutto della passione. Andranno d’accordo con una tartare di ombrina o altro pesce, condita con un mix di frutto della passione, olio evo, lime e pepe.
Per quanto riguarda invece i vini fermentati e/o affinati in legno, si aggiungeranno agli aromi di frutta anche note di vaniglia, caffè e diversi sentori di mandorle, il burro, il miele, nocciole e frutta secca. Preparate dei crostoni di pane tostato, spalmateli di burro e un filo di miele, poi stendeteci sopra dell'ottimo salmone affumicato e completate il tutto con frutta secca tostata ridotta a granella. La sapidità del salmone ama infatti l'acidità.
Chardonnay: abbinamenti per contrasto
Un buon abbinamento si può fare per sintonia oppure per contrasto. E il miglior contrasto all’acidità dello Chardonnay è il sapido, quindi tutti i piatti o gli ingredienti con questa caratteristica, come i salumi e formaggi stagionati. A questo proposito, vi consigliamo di provare una buona “bollicina” a base Chardonnay con delle fette di mortadella.
Uno Champagne o un Metodo Classico a base Chardonnay, come tutte le “bollicine”, è perfetto per sgrassare il palato in caso di untuosità: ecco spuntare dalla cucina un fritto misto di pesce, esempio di un perfetto matrimonio. Ci vuole un vino fresco, acido, che pulisca il palato, strutturato ma non troppo, in modo che regga l’impatto, ma non sovrasti la delicatezza del gusto: la tendenza al dolce del pesce, la sapidità della panatura salata, la leggera untuosità del fritto.
Con la pizza Margherita o con bufala e pomodoro, che fanno sentire un po’ di acidità, è giusto puntare su un bianco dai caratteri rotondi e maturi, ad esempio uno Chardonnay un po’ burroso come ce ne sono tanti anche in Alto Adige. Per esempio Simone Padoan, il più raffinato tra i pizzaioli d’Italia, la pensa così e ama quel vitigno. Con la pizza il maestro pizzaiolo preferisce infatti lo Chardonnay in versione Champagne.
Chardonnay: abbinamenti sbagliati
Non potevamo non darvi un consiglio anche su un abbinamento sbagliato: se avete in casa uno Champagne a base Chardonnay e delle ostriche, non servitele insieme: è solo un luogo comune, che deluderà il vostro palato. Lo zinco delle ostriche fa a pugni con l’acidità dello Champagne. La stessa cosa vale per le fragole.
Ultimo non-abbinamento consigliato da una voce autorevole in materia, le uova. Infatti, a causa dello zolfo rilasciato al momento della cottura, le uova alterano nettamente il sapore del vino. Tra i peggiori abbinamenti possibili delle uova c’è lo Chardonnay. Parola di Karen MacNeil, massima esperta e autrice di The Wine Bible, the single best-selling wine book negli States.